Un pareggio amaro

Un pareggio amaroMilanNews.it
© foto di Alberto Lingria/Photoviews
lunedì 27 ottobre 2014, 01:11Vista dalla Curva
di Davide Bin
Solo un pari 1-1 per il Milan contro una Fiorentina spuntata; partita brutta e con poche emozioni e i rossoneri devono rinviare l'assalto al terzo posto e si ritrovano quinti, con la sensazione di aver buttato via due punti.

Alla fine rimane un po' di amaro in bocca per un'altra occasione sprecata: il quinto risultato utile consecutivo per Inzaghi e i suoi ragazzi è solo un pareggio, non permette di issarsi al terzo posto e non consola molto nemmeno aver sfatato il tabù Fiorentina, che da ben tre anni vinceva regolarmente a San Siro. Inzaghi si è detto soddisfatto perchè la sua squadra ha concesso poco in difesa, ma viene spontaneo ribattere che, prima di tutto la Fiorentina davanti non era granchè, mancando dei suoi attaccanti titolari e, soprattutto, ancora una volta il Milan ha dato l'impressione di essere una "coperta corta", nel senso che quando lavora bene in fase difensiva diventa meno incisivo in attacco e, viceversa, quando gioca a viso aperto e in modo offensivo lascia troppi spazi agli avversari e la difesa, meno protetta, va in affanno. Non è stata una bella partita, non è stato un bel Milan, ma la vittoria poteva ugualmente arrivare, soprattutto se i rossoneri avessero concretizzato le occasioni che hanno avuto per raddoppiare; invece si è permesso alla Fiorentina di rimanere in partita e prontamente è arrivata la beffa, ovvero la rasoiata di Ilicic, uno dei rari tiri in porta degli avversari, che ha costretto il Milan a un pareggio insipido. Per la prima volta la squadra di Inzaghi non ha vinto una partita dopo essere andata in vantaggio e questo è un altro campanello di allarme che deve risuonare; purtroppo si è vista una squadra con poca personalità e ancora alla ricerca di un'identità precisa, che ha compiuto un passo indietro sul piano della prestazione e non  ha certo divertito, giocando a ritmi lenti, arretrando troppo il baricentro nella ripresa e non riuscendo più a trovare la reazione giusta dopo aver subito il pareggio.

Inzaghi conferma a grandi linee la squadra che ha vinto a Verona: ci sono una novità per reparto, ovvero Zapata al posto di Rami in difesa, il rientrante De Jong al posto di Essien e Menez centravanti al posto di Torres; si torna al "falso nueve" perchè il centravanti spagnolo non ha ancora convinto fino in fondo e, così, Inzaghi ripropone il modulo studiato in estate per dare l'assalto al terzo posto, che potrebbe arrivare in caso di vittoria. A San Siro non c'è il pienone auspicato da Inzaghi e, forse, nemmeno la boglia richiesta dal mister, ma la Curva Sud fa il suo dovere sul piano del sostegno alla squadra. Evidentemente una parte del popolo rossonero è ancora diffidente e restia a tornare allo stadio e non è certo colpa di Inzaghi e dei suoi ragazzi, ma del fatto che dopo tanti anni di eccellenza, questi ultimi anni di normalità sono difficili da accettare.

Il Milan prova a fare la partita in avvio, ma la Fiorentina chiude tutti gli spazi e i rossoneri non riescono ad alzare i ritmi e a essere incisivi; Menez, scelto da Inzaghi proprio per la sua mobilità, prova a svariare su tutto il fronte d'attacco e a rendersi protagonista, ma a volte si intestardisce troppo in dribbling prolungati e azioni personali, quando magari sarebbe più opportuno servire compagni più liberi. Honda è meno brillante rispetto ad altre occasioni, El Shaarawy corre molto come al solito ma pecca in lucidità, il centrocampo manca dell'elemento in grado di far girare il pallone e garantire le verticalizzazioni ed è per tutti questo motivi che il Milan fatica a rendersi pericoloso e le occasioni si contano sulle dita di una mano, anzi ne avanza pure qualcuna. Anche la Fiorentina è tutt'altro che irresistibile: rintanata nella sua metà campo prova solo qualche timida sortita in avanti, ma Abbiati passa un intero tempo da spettatore. Insomma la noia la fa da padrone, ma il Milan riesce comunque a passare in vantaggio, sfruttando uno dei tanti schemi provati in allenamento su palla inattiva: sul cross da calcio d'angolo di Menez, Zapata fa sponda di testa e, sempre di testa, De Jong svetta davanti alla porta e batte Neto, scatenando l'esultanza del popolo rossonero sugli spalti. L'olandese è uno degli idoli dei tifosi e anche uno dei migliori in campo (come sempre del resto), non solo per il gol, ma anche perchè chiude gli spazi, recupera palloni e prova a impostare il gioco. La Fiorentina, colpita dal gol subito, prova a reagire, ma fatica a rendersi pericolosa e il Milan gestisce bene il finale di tempo, anche se non crea occasioni per chiudere la partita.

Nella ripresa la Fiorentina alza il baricentro e si sbilancia, ma il Milan non riesce ad approfittarne con ripartenze incisive; solo un paio di occasioni per chiudere la partita con il secondo gol che sarebbe una sentenza definitiva per una Fiorentina spuntata, ma Menez calcia debolmente fra le braccia di Neto e il colpo di testa di Alex non ha miglior fortuna. Tenere in vita un avversario in difficoltà significa rischiare la beffa, che puntualmente si materializza quando l'opaco De Sciglio sbaglia malamente un disimpegno innescando una ripartenza viola conclusa da Ilicic con una conclusione dalla distanza che non lascia scampo ad Abbiati; bravo lo sloveno, ma la retroguardia rossonera lo ha facilitato arretrando e aprendosi troppo, senza opporsi alla sua avanzata. Colpito nel morale e anche un po' stanco, il Milan avrebbe tempo e modo per provare a riportarsi in vantaggio, ma le idee sono annebbiate, si fatica a creare veri pericoli e la Fiorentina si chiude bene ed è pericolosa con alcune ripartenze, che fanno venire qualche brivido. Inzaghi prova a dare la scossa inserendo Bonaventura al posto di Poli e Torres al posto di Menez, ma nemmeno queste mosse sortiscono effetti positivi e bisogna accontentarsi di un punto che fa la felicità più della Fiorentina che del Milan. La sgradevole sensazione è di aver buttato via due punti preziosi  e di aver sprecato una buona occasione per migliorare ulteriormente la classifica e per questo rimane un po' di amaro in bocca, ma si sapeva che questa squadra era ancora alla ricerca di un'identità precisa e deve crescere sotto molti aspetti e in questo senso anche gli errori possono servire a migliorare. Un punticino serve poco a classifica e morale, ma accontentiamoci e guardiamo avanti, perchè fra tre giorni si torna in campo e speriamo di vedere un Milan più pimpante e convincente.