Un piccolo Diavolo già in affanno

Un piccolo Diavolo già in affannoMilanNews.it
© foto di Alberto Lingria/Photoviews
lunedì 29 settembre 2014, 01:00Vista dalla Curva
di Davide Bin
Un altro scialbo pareggio per il Milan, questa volta a Cesena sul campo di un'altra neopromossa: soliti errori difensivi, attacco meno pimpante del solito e un solo punto che alimenta poco classifica e ambizioni.

Le prime due partite ci avevano illuso che la crescita di questo nuovo Milan targato Inzaghi fosse rapida e indolore; la sfida contro la Juventus ci aveva fatto capire che il divario era ancora ampio rispetto ai migliori, ma che in fondo non si poteva pretendere subito il massimo; gli ultimi due pareggi sul campo di due neopromosse ci hanno fatto definitivamente tornare con i piedi per terra, ridando a tutti la consapevolezza che anche questo sarà un campionato sofferto e tribolato; sembra quasi che l'effetto Inzaghi si sia già dissolto e che la squadra stia tornando in modo inevitabile e preoccupante ad assomigliare a quella che nella scorsa stagione balbettava calcio lento e improduttivo ottenendo risultati insoddisfacenti. Ovviamente vale le regola del buon senso, ovvero quella che consiglia di non fare drammi così come non era appropriato esaltarsi troppo dopo le vittorie contro Lazio e Parma, ma anche la trasferta di Cesena, così come quella di Empoli, ha lasciato un po' di amaro in bocca e chi sognava un filotto di tre vittorie prima della sosta di ottobre, ora teme un filotto al contrario che lascerebbe il Milan impantanato nelle sabbie mobili di metà classifica, dalle quali poi è difficile uscire. A Cesena si è visto ancora un Milan senza identità ed equilibrio e ciò dimostra che la strada da percorrere per tornare davvero competitivi è lunga e piena di ostacoli: la squadra ha iniziato bene, convinta di poter fare la partita, ma l'ennesimo errore difensivo, questa volta di Abbiati, l'ha costretta a rincorrere e l'ha messa in affanno; il pareggio, comunque, è arrivato quasi subito e da quel momento in poi si è avuta la sensazione di poter vincere, ma nella ripresa improvvisamente si è spenta la luce, è mancato il gioco e con esso anche le occasioni da gol e ogni ripartenza del Cesena ha messo i brividi, fino all'espulsione di Zapata che ha complicato ulteriormente la situazione e ha fatto capire che già un punto poteva bastare, perchè quando non si può vincere bisogna puntare a non perdere, anche se questi non sono discorsi da Milan...

Inzaghi vara il 4-2-3-1 fin dall'inizio di una sfida e non in corso d'opera: davanti ad Abbiati c'è un'altra coppia centrale diversa, ovvero Rami-Zapata, mentre sulle fasce sono confermatissimi Abate e De Sciglio; i due centrocampisti sono De Jong e Poli, i tre trequartisti sono Honda, Bonaventura e Menez e la punta è Torres. Non sappiamo se schemi e nomi siano tutti farina del sacco del giovane tecnico o non ci sia piuttosto qualche "imposizione" sotterranea da parte di chi solo poche ore prima ha affermato che la formazione non la fa solo l'allenatore ma anche la società. Il dubbio è lecito perchè Inzaghi aveva sempre proposto il 4-3-3 in questa stagione e aveva affermato che Menez a suo dire è un centravanti, salvo poi riportarlo improvvisamente sulla linea dei trequartisti per fare spazio, giustamente, a Torres. Comunque il Milan si presenta a Cesena con la voglia di vincere per dimenticare gli affanni di Empoli e anche in un Manuzzi (o Orogel Stadium) gremito ci sono tanti tifosi rossoneri entusiasti e fiduciosi, che vogliono dare credito a questa squadra, sperando di essere ripagati con una buona prestazione e, possibilmente, con una vittoria.

Inizialmente gioca solo il Milan e ciò fa ben sperare, ma questa squadra è capace di complicarsi la vita in un attimo, quindi ecco che un tiro innocuo di Marilungo viene smanacciato in modo inguardabile da Abbiati sui piedi di Succi, che ringrazia per il gradito omaggio e appoggia in rete. Forse l'attaccante bianconero parte da posizione irregolare, ma l'errore del portiere rossonero è comunque grave e ingiustificabile, al punto che tutta la squadra ne risente per una decina di minuti, nei quali sembra colpita e stordita; ci pensa Rami a rimettere le cose a posto, incornando prepotentemente in rete un cross di Honda dalla bandierina del corner. Il gol del pareggio rivitalizza il Milan, che ritrova fiducia e prova a spingere per cercare il raddoppio, ma la difesa del Cesena regge, si chiude con ordine e la squadra di Bisoli non disdegna ripartenze fulminanti che mettono sempre i brividi, perchè la retroguardia rossonera è tutt'altro che ermetica. Comunque non si tratta certo di un Milan travolgente, l'attacco non è "atomico" come in altre occasioni, il pallone non gira velocemente e ci si affida troppo ai cross che quasi sempre sono preda dei difensori avversari. Lodevole il tentativo di allargare il gioco, premiare le sovrapposizioni e imbastire azioni di buona fattura, ma mancano velocità e lucidità al momento di entrare in area e affondare il colpo, qualcuno eccede nei personalismi e non ci sono occasioni colossali.

Va ancora peggio nella ripresa, quando improvvisamente si spegne la luce per i rossoneri, forse fiaccati dal gran caldo della prima partita stagionale giocata alle 15 in una domenica ancora estiva. Sta di fatto che la squadra di Inzaghi attacca senza mai rendersi pericolosa e la difesa del Cesena ha vita facile; come se non bastasse, gli avversari capiscono che centralmente il Milan soffre le ripartenze, perchè i due mediani, costantemente in inferiorità numerica nella zona nevralgica del campo, sono stanchi (infatti di lì a poco Poli lascerà il posto a Essien) e la difesa si fa sempre sorprendere in velocità; per fortuna Zapata è attento e concentrato e con grande tempismo e senso della posizione riesce a interrompere quasi tutti i potenziali pericoli e il quasi si riferisce al fatto che anche lui alal fine si fa sorprendere ed è costretto al fallo da ultimo uomo che gli costa l'espulsione. Inzaghi deve ridisegnare la squadra togliendo il poco incisivo Honda per inserire Rami e toglie anche l'impalpabile Torres per dare spazio a Pazzini, ma cambia davvero poco. La cronaca della ripresa è ancor più scarna di quella del primo tempo e se si trema solo per un diagonale fuori di poco di Coppola, ci si esalta solo per un tiro dalla distanza di De Sciglio e per un colpo di testa impreciso di Pazzini; troppo poco per sperare di vincere e, infatti, arriva solo un pareggio che per i romagnoli è risultato ottimo, ma per i rossoneri è deludente, perchè ci si aspettava di più e c'era tanta voglia di tornare alla vittoria per chiudere al meglio una settimana tribolata che costringe già a ridimensionare piani e ambizioni, perchè parlare di terzo posto sembra francamente un'utopia per una squadra che va in affanno a Empoli e a Cesena e prima di fissare obiettivi bisogna trovare competitività, equlibrio, maturità e, soprattutto, quella cattiveria agonistica e quella rabbia che dovevano essere le vere doti di questo gruppo, che si erano intraviste nelle prime giornate, ma che sono già evaporate. Sembra, infatti, di rivedere la squadra lenta e macchinosa di Seedorf, non solo nel modulo, non solo nella fragilità difensiva, ma anche nell'atteggiamento e nel gioco offensivo e questo preoccupa più dei risultati deludenti. Ora tocca a Inzaghi cambiare rotta e ridare le giuste motivazioni alla squadra, per tornare a vincere e convincere anche e soprattutto nelle partite alla portata di questo piccolo Diavolo che, purtroppo, sembra già in affanno.