Cassano "santo" subito: ispiratore ispirato. Regala a Ibra la gioia del primo gol e tiene per sé il secondo. Se solo quel palo ...

Cassano "santo" subito: ispiratore ispirato. Regala a Ibra la gioia del primo gol e tiene per sé il secondo. Se solo quel palo ...MilanNews.it
© foto di Giulia Polloli
sabato 10 settembre 2011, 08:10Milanello in rosa
di Giulia Polloli
Giulia Polloli inizia a seguire il Milan per Varesenotizie.it, voce del commento tecnico su Radio RVL, collabora con Tuttoverbania.com ed EcoRisveglio.

Benvenuti nella casa del Milan. Queste le parole che precedono l’Inno ufficiale del Milan, sottofondo all’entrata delle squadre in campo. Casa che però durante la prima di campionato contro la Lazio, che sicuramente dirà la sua in questo torneo, viene violata in breve tempo, salvo poi essere rimessa in ordine prima dell’uscita di scena. Il Milan voleva vincere, doveva vincere per dimostrare al suo pubblico di essere ancora la squadra da battere. Il Milan ha giocato con poco cuore nei primi venti minuti, quando soprattutto a causa dell’annebbiamento difensivo, con Nesta che sembrava in balia della coppia Klose-Cisse, sembrava non riuscire ad entrare in partita. Ma poi si è rifatto anche Sandrino, impedendo alla Lazio di segnare il terzo gol, con un recupero che solo un campione, come lui, poteva mandare in scena.
Eppure la difesa del Milan sembrava essere il reparto con meno problemi. Fanno bene Antonini e Abate, dopo aver preso le misure ai velocisti laziali, con Antonini più propenso ad andare all’attacco. Thiago Silva si rende protagonista di giocate sopraffine, Abbiati appare un po’ più titubante del solito e Nesta che nella prima a S.Siro fatica a prendere il ritmo partita.
Onore alla Lazio, al tatticismo imposto da Reja che si aspettava una partita maiuscola dai suoi, alla velocità di incursione di Klose, vecchia volpe dell’area di rigore. E il Milan? E’ la serata di Cassano. Schierato di fianco ad Ibrahimovic al posto di Pato, con Boateng alle spalle che da subito si rende pericoloso, ma manca di quell’incisività che lo ha reso famoso. Dicevamo: la serata è quella di Cassano, un giocatore completamente rinnovato, ritrovato, rinsavito fino a che nel finale non si “becca” il giallo. Stava aspettando i giganti d’area prima di battere l’ultimo corner della partita: Rocchi fischia la fine e lui irato protesta. Un Cassano ispiratore ed ispirato, che in coppia con Ibra regala magie. Lo svedese dal canto suo ha avuto fasi alterne nel corso della gara, sembrava anche accasciato a riprendere fiato nel corso del primo tempo, dopo una delle sue progressioni con un gol solo sfumato di un nulla. Ma Ibra e Cassano insieme hanno regalato al Milan una serata da ricordare. Perché è difficile reagire dopo che in venti minuti, quando ancora la squadra non aveva iniziato a far girare palla in modo significativo, la Lazio ha violato la porta di Abbiati con entrambi i suoi gioielli.

Klose e Cissè erano i predestinati e come da copione sono andati in rete. Il Milan però si è risvegliato dopo la doppietta e ha messo in ginocchio la Lazio non con un colpo fortuito da fuori area, ma con azioni costruite passaggio dopo passaggio, rischiando anche di andare in vantaggio e confondere definitivamente le idee all’avversario.
Contro la Lazio è stata anche la sera di Aquilani, prima, e Nocerino, poi. Che fosse o meno mister X, Aquilani ha subito messo a disposizione il suo talento, facendo scoccare l’ora del primo gol, lanciando Cassano che poi serve per Ibra e poi battendo un corner magistrale per lo stesso Fantantonio che di testa battuto Zauri insacca alle spalle dello sfortunato Bizzarri, a difendere i pali degli aquilotti.
Nel frattempo il Milan aveva perso Gattuso, perché nei suoi venti minuti no Nesta lo abbatte nella propria area. Rino deve lasciare il campo anzitempo, regalando minuti a Van Bommel. Il muro a centrocampo ora appare più difficile da valicare, l’olandese è coriaceo, tanto da guadagnarsi, anche in questa occasione, un posto tra i cattivi. E con l’ingresso di Nocerino nella ripresa la mediana del Milan diventa meno fantasiosa ma più concreta. Questa la sensazione in questa prima gara dell’ex rosanero. Un vero e proprio vice-Ringhio per quantità e grinta.
Basteranno queste doti per arginare l’offensiva blaugrana?
Perché archiviata la partita con la Lazio, tutti ormai hanno un solo pensiero fisso: Pep Guardiola e la sua corazzata dei miracoli. Il Milan visto a S.Siro ha messo in scena molte buone cose, ma ha anche mostrato qualche limite. Messi non si farà ingabbiare da un Nesta non al cento per cento della forma. Fabregas potrebbe creare grossi problemi alla mediana rossonera, sia per velocità che per tatticismo esasperato. Un Milan che dovrà essere perfetto in ogni singola azione, che non potrà abbassare la guardia nemmeno un unico secondo, che avrà bisogno del miglior Ibrahimovic, del miglior Cassano e di un Pato deciso, non come quello entrato in campo ad un quarto d’ora dalla fine che non ha fatto che andare al trotto in area di rigore. Gli uomini a disposizione di mister Allegri sono quelli giusti, forse devono solo amalgamarsi meglio, conoscersi meglio, subentrare con tutti loro stessi negli automatismi di gioco. Il Milan si è trovato ad inseguire e ha tagliato il traguardo recuperando l’avversario e rischiando anche di lasciarlo a qualche metro: se Cassano al posto del palo avesse gonfiato la rete, saremmo qui a parlare di una vittoria strepitosa, di un Cassano indomabile e raggiante. Meglio restare con i piedi per terra dunque, un pareggio alla prima mette di fronte gli uomini di Allegri al fatto che è iniziata una stagione nuova, al fatto che ripetere la cavalcata trionfale dello scorso anno non sarà cosa facile: una sferzata che potrebbe portare i suoi frutti già martedì, in quel test europeo, che nessuno voleva, ma che può diventare un interessante punto da cui ripartire.