Un conto da saldare

Un conto da saldareMilanNews.it
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
domenica 11 settembre 2011, 08:00Primo Piano
di Giuseppe Bosso
Quella caduta di Puyol...

Dove eravamo rimasti? Ah,si. 26 aprile 2006, Nou Camp di Barcellona, semifinale di ritorno di Champions League; stadio caro ai cuori rossoneri, teatro della memorabile finale di Coppa dei Campioni vinta sullo Steaua Bucarest nel 1989 davanti a 90mila tifosi milanisti giunti da tutta Italia, e di altri momenti da incorniciare come il 2-0 rifilato agli azulgrana nel settembre 2000 firmato Coco e Bierhoff, uno dei pochi momenti da incorniciare per la stagione dell'amaro commiato di Zaccheroni. 7 giorni prima gli azulgrana guidati da quel vecchio cuore rossonero di Frank Rijkaard si erano imposti a San Siro per 1-0 grazie al gol di Giuly ed ad una mirabolante prestazione di Ronaldinho che iniziava a prendere contatto con il suo futuro prossimo. Dunque, per gli uomini di Ancelotti, la strada verso la finale di Parigi sembra compromessa inevitabilmente e gli spettatori spagnoli sono convinti di assistere ad una passarella azulgrana...ma già dopo pochi secondi dal via le coronarie dei supporter catalani subiscono un primo attacco; Kakà, sorpresa la difesa di Rijkaard, rischia di 'uccellare' il portiere Valdes con un diagonale che solo di poco finisce a lato. Risponde il Barça con Eto'o che si trova a tu per tu con Dida, venendo fermato dal portiere brasiliano. Il Barcellona quasi segna quando Costacurta salva sulla linea, sempre sul camerunense, ma nonostante una maggiore lucidità rispetto ai rivali italiani i blaugrana soffrono non poco; Ronaldinho rispetto ad una settimana prima la vede poco, ma gli attacchi rossoneri non riescono a sfondare.

Poi, al minuto 24 della ripresa, l'episodio che segna la partita, la qualificazione, e che probabilmente avrebbe dato a quell'edizione della Champions League, spartiacque tra il Milan-Liverpool di Istanbul che i tifosi milanisti vorrebbero cancellare e il Milan-Liverpool di Atene da incorniciare, un diverso epilogo: Pirlo, fino a quel momento spento, lancia per Shevchenko che si trova in area tra il portiere Valdes e il difensore Puyol: quest'ultimo cade, il colpo di testa di Sheva finisce in rete ma l'arbitro, il tedesco Merck (che tre anni prima aveva diretto la finale di Manchester vinta ai rigori sulla Juventus e l'anno prima il derby di ritorno dei quarti di finale Inter-Milan, scandito dai petardi dei tifosi interisti) annulla inspiegabilmente per un fallo che l'ucraino avrebbe commesso sul difensore spagnolo, che nessuna televisione, nessuna moviola successivamente interpellata rileverà. Il Milan non accusa il colpo, rischia di capitolare con Larsson ma con Gilardino rischia di trovare la rete che porterebbe ai supplementari. Niente da fare, finisce 0-0, il Barça vola a Parigi dove batterà l'Arsenal e per il Milan ci sono gli applausi del pubblico spagnolo, che però non cancellano la rabbia per un episodio che avrebbe probabilmente cambiato il corso della sfida. Ora, dopo 5 anni, è venuto il momento della rivincita. Shevchenko non c'è più, Puyol è sempre lì, capitano simbolo del Barcellona e punto di forza della Spagna campione d'Europa e del mondo.