Regalo per Berlusconi: Cassano nella storia, Ibra è il Milan. A gennaio assalto a Fort Apache

Regalo per Berlusconi: Cassano nella storia, Ibra è il Milan. A gennaio assalto a Fort Apache
Antonio Vitiello
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giovedì 29 settembre 2011, 00:00Editoriale
di Antonio Vitiello
Vive e lavora a Milano, giornalista e Direttore di MilanNews.it, redattore di Tuttomercatoweb.com. Lavora presso l'emittente televisiva nazionale "Sportitalia". Opinionista su Milan Channel e Odeon TV. Collabora con Radio Radio e INFRONT.

Torna Zlatan Ibrahimovic, torna il vero Milan. E’ bastato il rientro del giocatore più decisivo nella selva di infortuni che affolla Milanello per ridare il sorriso ai tifosi e soprattutto al presidente Silvio Berlusconi che oggi festeggia il suo compleanno. Il regalo più bello se l’è fatto Antonio Cassano, che entra di diritto nella storia del Milan con il 2000esimo gol siglato nell’era Berlusconi. Ma il vero uomo chiave è senza dubbio lo svedese. Con lui in campo è un Milan diverso, pericoloso e di qualità. Ibra è decisivo, c’è poco da cincischiare, quando è in campo la squadra di Allegri diventa pericolosissima, guai a lasciargli spazio. Con il Viktoria Plzen gol e assist, tanto per essere decisivi ancora una volta. La prestazione del gigante di Malmö potrebbe mettere in ombra la grande prova di Cassano, che non solo entra nella classifica dei gol storici del club rossonero, ma festeggia pure la sua prima marcatura in Champions League, una partita dal sapore speciale, quelle che non dimentichi mai. L’ex Samp è stato bistrattato da molti in estate, invece sta trovando continuità partita dopo partita, risultando spesso decisivo.
Nel primo tempo si è visto comunque un Milan lento a costruire la manovra ma quando stazionava sulla trequarti avversaria dava sempre l’impressione di poter far male con Ibrahimovic e Cassano. Il duo d’attacco ha dialogato bene soprattutto nei primi minuti e per tutta la ripresa. Con Ibrahimovic in campo è tutt’altra storia, lo svedese riesce a calamitare ogni pallone e smistarlo per i compagni che si inseriscono. La pericolosità di Ibra è impressionante, quando si impossessa della sfera c’è sempre il raddoppio di marcatura, in area è costantemente il più pericoloso e funge spesso da maestro d’orchestra.

Un Milan con maggiore peso grazie ad un giocatore unico, in grado di fare reparto da solo e tenere la difesa avversaria in apnea. I rossoneri salgono a quota sei in classifica, sfatando anche il tabù delle partite casalinghe in Champions, e si proietta alla doppia gara con il Bate Borisiv, in cui potrebbe già arrivare la qualificazione agli ottavi. La squadra di Allegri sta trovando continuità nei risultati (due vittorie nel giro di tre giorni), e prova a recuperare altri giocatori per il posticipo contro la Juventus. Lo sfoltimento dell’infermeria sarà determinante, ma sarà ancora più decisivo un intervento della società sul mercato invernale.
Più che una certezza è solo un’ipotesi, quasi un suggerimento per la dirigenza rossonera. A gennaio c’è una grandissima opportunità da cogliere al volo, un affare milionario solo fino a poche settimane fa ma che ora potrebbe mutarsi in un pesante “saldo”. Si tratta di Carlos Tevez, ormai in rottura con il Manchester City e soprattutto con Roberto Mancini, dopo il rifiuto di scendere in campo a Monaco di Baviera contro il Bayern. Tevez è stato messo fuori rosa per almeno due settimane, ma già in estate voleva lasciare i Citizen per avvicinarsi alla famiglia. Tevez poteva scegliere tra un parco di squadre di assoluto livello, ma è rimasto sia per rispettare il contratto sia per la volontà di Mancini. Ora che il rapporto si è deteriorato, Tevez potrebbe partire a gennaio. Il Milan tra le italiane è l’unica società che potrebbe farci un vero pensierino. L’Inter ha completato il reparto con gli acquisti di Forlan e Zarate, la Juve ha un sovraffollamento di attaccanti, il Milan cerca una punta, soprattutto se Inzaghi dovesse andare via, ma soprattutto per rinforzare la rosa. Tevez potrebbe trasferirsi in prestito o addirittura con un prezzo stracciato considerando che ormai al City non c’è più spazio, a meno di clamorosi passi indietro da parte di Mancini.