... Ibra ed i suoi mal di pancia da neo-trentenne

... Ibra ed i suoi mal di pancia da neo-trentenneMilanNews.it
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
giovedì 6 ottobre 2011, 15:00Focus On...
di Emiliano Cuppone

Zlatan Ibrahimovic alza l’ennesimo polverone mediatico: mal di pancia, avvertimento al Milan, principio di depressione… se ne sono dette di tutti i colori, intorno a delle affermazioni che potrebbero essere interpretate in maniera decisamente più semplice.
Il mago di Malmoe ha appena compiuto 30 anni, momento di passaggio, di maturazione nella vita di ognuno di noi, in particolare per un atleta. Quando si è giovani teenager si guarda ai trentenni quasi come “anziani”, persone cui dare del lei, lavoratori compiti, magari con moglie, figli, labrador e macchina familiare. Man mano che ci si avvicina a quel “traguardo”, ci si rende conto del contrario, di quanto a trent’anni un uomo sia ancora giovane, con voglia di divertirsi e magari nessuna di mettere la testa a posto, ma quell’immagine formata da giovanissimi difficilmente riesce ad uscire del tutto dalla mente.
Molti di noi hanno visto amici arrivare ai trent’anni e fermarsi e pensare, a quello che si è fatto, a quello che si farà ed a quello che non si potrà più fare, i 30 anni sono la maturità, ma non quella dei 40, dove l’uomo prende consapevolezza, sono il momento in cui iniziare a tirare le somme, guardare ciò che si è riusciti a costruire e pensare a come ci vedeva quel ragazzino che non c’è più, per fare il paragone.
Tutte queste sensazioni, note agli ultratrentenni, sono amplificate nella vita di un atleta, che nella migliore delle ipotesi può tirare la carretta sino ai 40, sempre che il suo fisico sia abbastanza integro da permettergli di allenarsi sino a quel momento. Abbiamo visto campioni splendidi comportarsi da professionisti, da atleti, ma sicuramente non da ragazzini che sprizzano gioia da tutti i pori nel ricorrere un pallone. Non tutti sono Filippo Inzaghi, che vive solo ed esclusivamente per quell’emozione unica che regala un gol, non tutti hanno quello spirito da Peter Pan che anima l’eterno bomber rossonero.

Abbiamo ammirato sino alla sua ultima partita Paolo Maldini, giocatore splendido, campione unico, atleta straordinario, che, negli ultimi anni della sua carriera, non ha mai nascosto di guardare al calcio ormai come una professione. La maturazione di un uomo è diversa da soggetto a soggetto, ma il traguardo dei trent’anni per un calciatore è momento sempre delicato, gli acciacchi iniziano a farsi sentire, l’emozione di giocare in stadi gremiti inizia a scemare, per ritrovarsi solo in occasioni speciali quali le notti europee, la voglia di dedicarsi alla famiglia inizia a spingere, con l’istinto paterno che la fa da padrone.
Zlatan Ibrahimovic ha ammesso di avere altri interessi oltre al calcio, ha denunciato la voglia di ritirarsi nel momento in cui il suo fisico e la sua testa gli permetta ancora di essere decisivo, perché non vuole sporcare la sua immagine e la sua coscienza, non vuole trascinarsi cocciutamente in mezzo al campo anche quando ginocchia e caviglie consigliano di fermarsi, vuole restare per sempre il campione incredibile che abbiamo imparato a conoscere.
Lo svedese è un perfezionista, uno stakanovista, un cultore del lavoro e della fatica, non permetterebbe mai a se stesso di presentarsi in campo senza essere nelle migliori condizioni. Egli è anche un padre affettuoso, che abbiamo visto sorridere come un bambino nel vedere i suoi figli che tiravano calci al pallone nella festa per lo scudetto, un sorriso diverso da quello che riserva dopo una rete, più rilassato, più sereno. Zlatan Ibrahimovic vorrebbe godersi la sua famiglia, ma certamente non potrà fare a meno di quel ghigno soddisfatto che sfodera dopo un gol dei suoi, fatti di strapotere fisico e tecnico, di quelli che annichiliscono gli avversari, che fanno invocare l’altissimo.
IbraCadabra è cresciuto, è maturato, ma ha anche detto di voler continuare per un po’, finchè sarà in grado di giocare ai suoi livelli, ed a giudicare dalla maniera in cui è rientrato dopo l’infortunio contro il Plzen, ce lo godremo ancora per un po’, magari dopo che avrà assaporato emozioni a lui ancora sconosciute...