...MIlan e Barcellona sempre più alla pari

...MIlan e Barcellona sempre più alla pariMilanNews.it
© foto di Alberto Lingria/PhotoViews
giovedì 20 ottobre 2011, 15:15Focus On...
di Emiliano Cuppone

La classifica nel girone H di Champions League è chiara: Milan e Barcellona alla pari, 7 punti a testa, due vittorie ed un pareggio, quello pesantissimo del Camp Nou.
Il Milan tiene testa a quella truppa di alieni in maglia blaugrana che sta stupendo il mondo. Si può dire addirittura che il diavolo abbia fatto meglio della compagine di Guardiola, grazie a quel pareggio con gol in terra catalana, infatti, è avanti negli scontri diretti e guida la corsa agli ottavi di finale.
Ciò che stupisce, però, è il cambio di rotta nell’umore della squadra di Allegri, è la differenza che si può scorgere nello sguardo dei giocatori del Milan, apparsi convinti di poter fare meglio dell’imbattibile Barça.
La parola d’ordine nelle interviste del post partita di ieri era: "Ce la giochiamo a San Siro". Da Allegri, primo condottiero, passando per Ibrahimovic, Aquilani, Nocerino e via via tutti gli altri, la dichiarazione dopo la vittoria con il modesto Bate Borisov era sempre la stessa: “Li aspettiamo in casa pe giorcarcela alla pari”. Si è passati dalle dimesse affermazioni di settembre, quando i protagonisti rossoneri parlavano di una squadra superiore contro la quale avrebbero provato a fare il possibile, alla convinzione di poter fare quello che non sembra più un “miracolo”. Il cambio di rotta si era notato già nell’immediatezza del dopo gara in terra catalana, quando Alessandro Nesta affermava che il Barcellona non era imbattibile, che si era fatto poco in avanti, ma che giocando un po’ di più si sarebbe potuta ottenere una vittoria sino a quel momento insperata.
Al Camp Nou il Milan aveva tirato fuori il carattere nel finale, aveva strappato un pari, meritato o no, all’ultimo respiro grazie al volo angelico di Thiago Silva. La sfida ci aveva detto che il Barcellona gioca in una maniera deliziosa, che il possesso palla è  bene di proprietà assoluta di Messi e compagni, ma che allo stesso tempo con una difesa solida e concentrata si potevano limitare le folate di classe del “mostro” spagnolo.
Il diavolo era stato pugile esperto, ma inferiore. Aveva affondato il colpo all’inizio, mandando al conteggio l’avversario già al suono del primo gong, poi si era chiuso in clinch, aveva cercato di legare contro il campione affamato di vendetta, subendone i colpi con caparbietà, incassando due knock down e riuscendo a rialzarsi, sino a quell’ultimo pugno in extremis che avrebbe messo ai punti un match che alla vigilia appariva scontato.
Dopo quella mezza conquista è iniziato un periodo buio, i tanti infortuni, i risultanti deludenti, sino alla vera e propria debacle di Torino.

La sosta però sembra aver sortito il solito effetto miracoloso sulla squadra di Allegri, le vittorie, finalmente convincenti, con Palermo e Bate Borisov restituiscono al diavolo la consapevolezza nei propri mezzi, ed un pizzico di incoscienza che lo spinge a voler sfidare a viso aperto quel campione ferito da un pari difficile da digerire.
La sensazione è che il dictat di tecnico e dirigenti sia quello di provarci, di presentarsi al cospetto del Barcellona in novembre senza essere sfacciati, ma con la consapevolezza di giocarsela alla pari. Il Milan deve ritrovare quella dimensione europea che gli permetteva di esprimersi al meglio dopo aver ascoltato le note dolci della Champions League, deve ritrovare quella consapevolezza che gli ha permesso di dominare il vecchio continente negli ultimi 25 anni. La strada sembra quella giusta, come asserito ieri da Aquilani la società fornisce la mentalità vincente che serve per tornare grandi, lui in primis sembra giovarsi di questo stato di cose, ritrovando uno smalto che si era intravisto solo a tratti in questi anni. Antonio Nocerino sembra un altro, spregiudicato e continuo nelle ultime due uscite, un giocatore diverso rispetto al timido protagonista del compitino in terra blaugrana, quando sembrava quasi intimorito al cospetto di Messi, Iniesta e Xavi. Zlatan Ibrahimovic sembra avere gli occhi della tigre, non ha nessun mal di pancia, come ripetuto con il sorriso ieri nel post partita, e sembra avere una fame diversa, una cattiveria mai vista e scaricata con rabbia nel tiro che ha portato in vantaggio il Milan ieri sera. Nesta e Seedorf vogliono l’ultima immensa soddisfazione, Thiago Silva la definitiva consacrazione nell’olimpo dei grandissimi, e via via tutti gli altri, osservati con soddisfazione da un combattente come Allegri.
L’atteggiamento è quello giusto, convinzione ed un pizzico di incoscienza, mixati sapientemente all’esperienza ed alla classe dei senatori. La voglia è quella necessaria per le imprese, il mese che aspetta il Milan è di quelli da capogiro, che potrà elevare l’animo del diavolo sino a riportarlo in paradiso, o potrà affossarlo nell’inferno delle critiche, staremo a vedere.