Avanti tutta!

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© foto di Carmelo Imbesi/Image Sport
mercoledì 26 ottobre 2011, 01:30Vista dalla Curva
di Davide Bin
Dopo l'esaltante rimonta di Lecce, è già tempo di turno infrasettimanale; a San Siro arriva il Parma, altra "bestia nera" dei rossoneri, ma questo è il periodo in cui si sfatano i tabù...

Entrato nella storia della gloriosa società di Via Turati con una rimonta da 0-3 che mai era riuscita in casa rossonera, il Milan di Allegri non può godersi più di tanto il sofferto ma esaltante successo, perchè è già tempo di vigilia di un'altra sfida di campionato, a San Siro contro il Parma. La tabella stilata da Allegri, che prevede solo vittorie tra una sosta di campionato e l'altra per poi vedere se il Milan sarà già tornato in testa o, comunque, ci sarà molto vicino, ha rischiato di saltare per aria al Via del Mare di Lecce, con uno dei primi tempi più brutti degli ultimi anni. La veemente reazione della ripresa ha fatto capire che si trattava di un black-out mentale che ha paralizzato i rossoneri e sarà importante capire perchè, visto che rimonte del genere capitano, a quanto pare, una volta ogni cent'anni, anzi di più (112) e non si può sempre sperare di regalare un tempo agli avversari ed uscirne indenni. La stagione è strapiena di impegni, si gioca ogni tre giorni e partite come quelle di Lecce costringono ad enormi sforzi fisici e mentali, che rischiano di avere ripercussioni sulla sfida successiva, se non si riesce a recuperare in fretta la migliore condizione psico-fisica, anche perchè il calcio italiano non sarà il migliore in assoluto, ma il campionato è molto equilibrato e se si gioca svagati e senza le giuste motivazioni si rischiano figuracce contro chiunque, come dimostra proprio il primo tempo di Lecce. Nonostante la vittoria acciuffata in modo rocambolesco, sul banco degli imputati è finito Allegri per le scelte di formazione: gli è stato rimproverato di aver schierato Ambrosini apparso in evidente affanno e di aver preferito Robinho a Boateng, ma il mister ha mantenuto la sua proverbiale calma, ha dichiarato che avrebbe rifatto le stesse scelte se avesse potuto tornare indietro e non gli si può dare torto, visto che alla vigilia sia Aquilani che Boateng erano in dubbio per problemi fisici e non era il caso di rischiarli dal primo minuto, perchè ora le alternative ci sono; in fondo Ambrosini era pienamente recuperato, è il capitano della squadra e prima o poi doveva tornare in campo e la sua prestazione negativa è stata ingigantita da quella pessima di tutta la squadra, mentre Boateng ha sì spaccato la partita con una fantastica tripletta in diciotto minuti, ma è tutto da stabilire che avrebbe fatto lo stesso se schierato dall'inizio in una squadra imbambolata, mentre è più prevedibile ritenere che anche lui sarebbe rimasto coinvolto nel blocco mentale che ha fatto apparire dei fantasmi i giocatori del primo tempo. Parlare con il senno di poi è molto facile e non penso che Allegri, che vede quotidianamente i giocatori in allenamento, contrariamente a tutti noi, si faccia del male da solo sbagliando formazione e, comunque, il mister ha sempre sostenuto che chi subentra a partita in corso è importante come se non di più di chi inizia l'incontro e mai come questa volta ha avuto ragione. Probabilmente Boateng in campo dal primo minuto sarebbe affondato insieme agli altri, invece è stato l'eroe della giornata e magari Ambrosini nel secondo tempo si sarebbe riscattato come gli altri nove che sono tornati in campo dopo il primo tempo.

Ci vuole coerenza, nel giudicare i giocatori e le scelte dell'allenatore, così come nelle decisioni a lungo termine: sento molti rimpiangere le cessioni in prestito di Merkel e Strasser e il rinnovo del contratto ad Ambrosini, ma mi permetto di far notare che quando alla fine della stagione scorsa la società tentennava a rinnovare il contratto del capitano, c'è stata un'autentica (e giusta) sollevazione popolare contro chi stava facendo un affronto ad un giocatore che aveva fatto la storia del Milan e sicuramente fra i tanti "indignati" c'era anche chi ora accusa la società di non aver puntato sui giovani. Romanticismo e rinnovamento non vanno d'accordo e bisogna solo mettersi d'accordo su cosa puntare: se si vuole dare spazio ai giovani, bisogna avere il coraggio di fare come il Barcellona e buttarli nella mischia indipendentemente dalla loro giovane età, per farli crescere in fretta e, magari, diventare campioni in breve tempo (un nome a caso che mi viene in mente è quello di Pedro, una sorta di paloschi spagnolo ed è fin troppo evidente la differenza di destino calcistico dei due) e per fare ciò bisogna liberarsi di giocatori carichi di esperienza e di gloria ma che, proprio per questo, tolgono inevitabilmente spazio ai giovani. Questi, pero, sono discorsi che riguardano il futuro, visto che non è tempo di mercato; il presente è la partita contro il Parma, ovvero un'altra squadra, dopo Palermo e Lecce, che è spesso stata una bestia nera dei rossoneri e, quindi, da prendere con le molle per evitare brutte sorprese. Allegri vuole finalmente fare un po' di turn-over e concede un turno di riposo a Nesta grazie al recupero di Thiago Silva e potrebbe mandare in panchina Van Bommel (che ha giocato tantissimo e deve tirare il fiato), ma il rischio è che un'eventuale brutta prestazione di chi li sostituirà alimenti altre polemiche "a posteriori" e, quindi, troppo facili e per questo sbagliate. Se davvero si vogliono ottenere grandi traguardi, tutti quelli che vogliono bene al Milan devono remare nella stessa direzione, tifosi compresi: tutti i giocatori vanno incitati e sostenuti quando scendono in campo, perchè criticare e fare polemiche non è costruttivo, anzi è controproducente. Inutile auspicare una grande presenza di pubblico a San Siro per la partita contro il Parma, visto che si tratta di un turno infrasettimanale, ma chi sarà presente deve cercare di far sentire il suo calore ed il suo affetto ad una squadra impegnata in un grosso sforzo per rientrare nella posizioni di alta classifica, dopo un avvio negativo; un buon progresso è stato fatto (il Milan è quinto a pari merito con Roma e Napoli a quattro punti dalla capolista Udinese), ma il cammino è ancora lungo e serve il contributo di tutti, in campo e fuori, per proseguire il filotto di vittorie e dare l'assalto alla vetta. Avanti tutta Milan e questa volta giocate con gli occhi della tigre fin dal primo minuto!