Da leccarsi i baffi
Il Milan non vinceva a Roma da sei anni. L’ultima vittoria era datata 20 marzo 2005 con un gol di Crespo e rigore di Pirlo. Da allora 4 pareggi e 2 sconfitte. Dopo Lecce un altro tabù è stato sfatato. Al di là del successo,assolutamente fondamentale per la consistenza la dell’avversaria che fra l’altro ha giocato bene, c’è la conferma che la squadra di Allegri è in costante progresso. In particolare alcuni giocatori sono in gran spolvero. Ibra sopra a tutti. Un Ibra diverso più completo e disposto a sacrificarsi, non solo punta, ma uomo ovunque. Lo si è visto giostrare a centrocampo, in difesa e in attacco con una continuità straordinaria. Dal suo “big foot” (piedone…) fatato sono arrivate giocate spettacolari così come le sue incornate a rete sono state micidiali. Con la doppietta rifilata alla Roma il bottino personale di Zlatan è di 7 reti (4 in campionato 1 in Supercoppa italiana e 2 in Champions) alle quali vanno aggiunti 3 assist. Non male per uno che, a detta di molti, aveva accusato numerosi malesseri . Nell’elenco dei migliori in campo va inserito di diritto Alberto Aquilani.
L’ex romanista ha disputato un grande match sia in fase di costruzione della manovra che in fase di recupero e contenimento. Ha lottato su ogni palla, corso a perdifiato e provato le conclusioni dalla media e lunga distanza. Un giocatore che abbina la qualità alla quantità. Oltretutto i gol di Ibra sono scaturiti da due suoi perfetti cross. Ad un certo punto della partita la Roma, nel tentativo di rimontare lo svantaggio, ha preso d’assedio la porta milanista difesa egregiamente da un ottimo Abbiati protagonista di interventi decisivi. Allegri (poi espulso) è corso ai ripari inserendo Emanuelson e Cassano al posto di Boateng (pure lui spedito negli spogliatoi per una frase ingiuriosa pare indirizzata all’arbitro quando Kevin era in panchina) e Robinho. Mosse giuste. L’olandese è stato utile e proficuo nelle ripartenze. Con Cassano in campo si è accesa la luce. In soli 20 minuti a disposizione ha confezionato pregevolezze tecniche e dribbling in serie e un paio di palle gol non sfruttate (clamorosa quella di Nocerino che, ad un paio di centimetri dalla linea di porta di Stekelenburg, ha sparato alle stelle).l Bene anche Alessandro Nesta autore di un gol di testa (il primo alla Roma….) che ha ricordato i migliori bomber specialisti nel gioco aereo. Il Milan ha lottato con tanta grinta e determinazione quando è stato costretto a difendersi. I rossoneri in campionato archiviano la quarta vittoria consecutiva di cui 3 nell’arco di una settimana. L’attacco va a gonfie vele: 19 reti in 9 partite con 10 marcatori diversi. Meno bene la difesa (14 gol subiti) che anche all’Olimpico ha commesso delle leggerezze sia sul primo gol di Burdisso (Zambrotta è in ritardo..)e su quello di Bojan (conclusione da fuori di Lamela , sulla respinta di Abbiati il giocatore della Roma mette dentro senza che nessun milanista lo ostacoli). A voler cercare l’ennesimo pelo nell’uovo c’è proprio il lato meno positivo di un reparto arretrato che commette parecchi errori. L’anno scorso nelle 9 partite di campionato il Milan aveva segnato 14 reti e subite 8. Se da un lato c’è la piacevole constatazione che quest’anno l’attacco è più prolifico è altrettanto vero che la difesa ha incassato 6 reti in più. Siccome per vincere scudetti o quant’altro è assodato che sia necessario un solido reparto arretrato ecco che Allegri dovrà trovare i giusti correttivi. Per ora godiamoci questo felice momento senza preoccuparci più di tanto del futuro.
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