Tra campo e cuore: qualche riflessione

Tra campo e cuore: qualche riflessione MilanNews.it
© foto di Tiziano Crudeli
giovedì 3 novembre 2011, 08:00Primo Piano
di Tiziano Crudeli

Il pareggio del Milan a Minsk non è un risultato negativo visto che comunque si è qualificato per gli ottavi di Champions con due turni di anticipo. Merito anche del Barcellona che con una valanga di gol ha sotterrato i   i ceki del Viktoria Plzen. I blaugrana, prossimi avversari del Milan, sono una macchina da gol (13 in 4 quattro partite di Champions e 32 nelle 10 partite della Liga spagnola) ora sono in testa al girone con due punti di vantaggio sui rossoneri.  Messi spopola (6 gol nelle ultime due partite) vinte rispettivamente 5 a 0 contro il Maiorca e 4 a 0 contro il Viktoria.  La delusione  in casa milanista  viene dal fatto che per  come si era messa la partita  sembrava una facile cavalcata. E invece il Bate Borisov, complice l’evidente calo dei rossoneri  ha sfiorato il risultato pieno.   Non c’è niente da fare, se nel calcio non corri per tutti i novanta minuti rischi di lasciarci le penne. Il Milan ha dominato la prima frazione di gioco puntando sulla qualità e su un buon ritmo. Il gol di Ibra (ottavo stagionale e settimo  in Champions con la maglia rossonera ), il palo colpito da Robinho,  che ha il solito viziaccio di sbagliare gol a tu per tu col portiere avversario,  e altre opportunità gettate al vento  sono la testimonianza della netta supremazia iniziale  dei rossoneri. Chi sbaglia paga e allora nella seconda  frazione la squadra di Allegri si è fatta  raggiungere su calcio di rigore. Il  penalty è nato da uno sprint prolungato di Kontsevoy, con  Abate che, bruciato sul tempo,  gli ha rifilato  una spallata mandandolo per le terre nell’area di Abbiati. Da quel momento per i rossoneri  i pericoli sono aumentati.  Ibra cercato sempre, o quasi, dai  compagni con lanci lunghi era sistematicamente  braccato da un nugolo di avversari pronti a raddoppiare e a triplicare la marcatura. Poco producenti le triangolazioni in spazi  ristretti  al limite di un’area avversaria  intasata da un intenso  traffico.  Il pareggio lascia l’amaro in bocca anche se poteva andare pure peggio (e sarebbe stato il colmo!!).  Quattro partite in nove giorni hanno lasciato il segno,  la stanchezza obnubila mente e riflessi e frena la corsa. Se poi ci mettiamo pure lo scarso rendimento di qualche elemento  (qualsiasi riferimento a Robinho non è casuale…) ecco in parte spiegata la prestazione poco convincente. Nei giudizi non positivi va tenuto pure conto che ci sono giocatori non abituati ad un simile tour de force che probabilmente hanno  pagato questo dispendio di energie.  Aquilani, ad esempio, si è progressivamente spento e  perso per strada. A completare l’opera mettiamoci anche l’errore dell’arbitro Rasmussen che nel finale non ha visto un mani da rigore di Simic.     

DEDICATO A CASSANO - Dopo Rino Gattuso ecco la tegola  di Antonio Cassano. La vicenda  Cassano porta con sé  molte riflessioni. Al cospetto di certe anomale situazioni  Improvvisamente si prende  coscienza della fragilità anche dei giovani campioni che sembrano  essere immuni dalle sofferenze che affliggono le persone normali. E invece anche loro, come ciascuno di noi,  sono vulnerabili.  Prima di tutto, però,  è importante recuperare il ragazzo spensierato, scavezzacollo, simpatico burlone che sa anche essere un padre affettuoso molto legato alla sua famiglia. Il recupero del  giocatore  viene in secondo piano. Anche se un fuoriclasse come lui ci manca terribilmente.