Per essere perfetti mancava solo un difetto

Per essere perfetti mancava solo un difettoMilanNews.it
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lunedì 7 novembre 2011, 08:00Primo Piano
di Francesco Specchia

Allegri guarda Montella dritto negli occhi e cala il poker. Quattro assi per l'intero piatto. Il Catania arriva a Siro reduce da sei risultati utili consecutivi e con una sola sconfitta rimediata in campionato. I 14 punti sono frutto di un ottimo lavoro svolto da mister Montella. La precisazione era d'obbligo, il risultato potrebbe distogliere l'attenzione da un avversario che è riuscito a sconfiggere, seppur al Massimino, l'Inter e il Napoli con il medesimo risultato (2-1). I siciliani se la vogliono giocare e schierano un 5-3-2 mascherato interpretato da calciatori amanti della tecnica e del gioco offensivo. Lanzafame ricopre la fascia destra, mentre il centrocampo è imbottito dalla classe di Lodi e Almiron, uomini che danno del "tu" al pallone. Questo rende spettacolare l'incontro, grazie anche alle scelte di Massimiliano Allegri. Il tecnico toscano propone un centrocampo meno muscolare del solito ma dotato di più qualità. Il risultato? Spettacolo allo stato puro. Ambrosini era l'unico incontrista con Aquilani-Seedorf ed Emanuelson a chiudere quello che gli inglesi chiamano "diamond". Le emozioni migliori le regalano Ibrahimovic e Robinho che dialogano alla perfezione scambiandosi bon bon davanti ad Andujar. Il primo regala il tiro dagli undici passi allo svedese che ricambia mandando in porta Robson da Sousa con una sventagliata mancina di 50 metri.

La rete poi se la inventa il brasiliano, troppo facile mettere a sedere il difensore ospite e mandare in visibilio San Siro per la seconda volta. Il terzo gol è un puzzle composto da Ibra, Binho e Seedorf. Il primo apparecchia, il secondo serve e il terzo mangia. Con il numero 10 Clarence Seedorf. Quanta classe in un unico giocatore, immenso per la personalità con cui gestisce ogni pallone che sfiora. Organizza con cura, infondendo tranquillità, tutte le manovre di stampo rossonero. Punto di riferimento. La quinta vittoria consecutiva in campionato trova nel secondo gol rossonero di Zambrotta (il primo era datato 2008 contro la Lazio), il 15esimo della sua lunga carriera, il giusto premio di una sfida che poteva trasformarsi in favola. A 10' dal termine entra il ritratto della gioia del calcio, Filippo Inzaghi. Si avvicina agli anta ma entra in campo come un bambino che non vede l'ora della ricreazione. Per lui 15 minuti prima del triplice suono della campanella, e pensare che se non ci fosse stato quel cattivone di Andujar si sarebbe anche tolto la maglietta. Il boato di San Siro è il secondo dopo la prima ovazione al momento della sostituzione, chissà cosa sarebbe successo se il miglior amico di Pippo si fosse insaccato in rete? Tante, tantissime le note positive di un Milan a cui non si può rimproverare nulla. Allo stesso Milan si chiede: "Sul 4-0 non poteva entrare anche il piccolo Faraone?" E' vero, si sarebbe giocato con Ibra, Inzaghi, El Shaarawy, Seedorf e Aquilani, alla fine per l'happy ending mancava solo la sua presenza…