Ibra a 360°: "Il Barça è forte, ma il Milan è il club migliore. All'andata volevo giocare"

Ibra a 360°: "Il Barça è forte, ma il Milan è il club migliore. All'andata volevo giocare" MilanNews.it
© foto di Alberto Lingria/PhotoViews
lunedì 21 novembre 2011, 13:00Primo Piano
di Matteo Calcagni

Il gigante buono con l'aria da duro, dopo aver "duellato" con Pep Guardiola e il Barça a colpi di "penna", si rimboccherà le maniche a San Siro per condurre i suoi verso l'Olimpo del girone H. Zlatan Ibrahimovic ha concesso una lunga intervista esclusiva a "UEFA.com": argomento principale, manco a dirlo, la supersfida di mercoledì contro i Campioni d'Europa, dove tutti i milanisti si augurano che lo svedese sia un attore principe. "Sarà una partita emozionante, fantastica - ha esordito Ibra a "UEFA.com" -. Giocheremo contro la squadra più forte del mondo, senza dubbio. Lo era anche quando me ne sono andato, e lo sapevo, ma è stato meglio per tutti. Visti i risultati di entrambe le squadre, è stata la soluzione migliore". Squadra più forte sì, ma il club migliore al mondo è un altro: "Penso che il Milan sia il miglior club in cui abbia mai giocato - ha commentato l'ex nerazzurro - Mi sono sentito a casa fin dal primo giorno e tutti mi hanno accolto a braccia aperte. Milano è la mia seconda casa dopo Malmo, dove sono nato e ho vissuto per molti anni". Ibra ha dovuto saltare la gara di andata a causa di un infortunio che lo ha colpito proprio alla vigilia: "Non vedevo l'ora di giocare quella partita. Mi stavo allenando molto, ma mi sono fatto male il giorno prima. Ero amareggiato - ha commentato lo svedese -, anche se giocare contro una ex squadra non è niente di personale. Naturalmente sarà una grande gara, ma alla fine sarà un po' come tutte le altre. Non c'è bisogno di darle troppo peso". Chiusura finale sul trofeo che, un po' inspiegabilmente, ancora manca nella bacheca di un campione del suo calibro: "Qualche anno fa la Champions era il mio obiettivo principale, ma se vuoi troppo qualcosa, alla fine non la vinci mai. Voglio solo vincere tutto quello che possiamo. Se ci riesco è bene, altrimenti non inciderà sulla mia carriera. Ho sempre cercato di diventare un giocatore completo e sono piuttosto soddisfatto. Se vinci non è perché tu sei il numero uno, ma perché lo è la tua squadra".