acmilan - La storia della settimana: una bandiera al vento

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© foto di Federico De Luca
mercoledì 23 maggio 2018, 16:00News
di Simone Nobilini
fonte acmilan.com

Una bandiera al vento. Un fucile giocattolo di legno. Un nemico alle porte. Così si diventa milanisti nel profondo Nordest, mentre Van Basten demolisce le difese di mezza Europa.
Polesine, maggio 1989. Un bambino di quattro anni appena compiuti. Calzoncini corti e berretto con le treccine di Ruud Gullit, regalo di un padre "Diventato milanista – come ama raccontare – quando Rivera è sceso dall'aereo con in mano la Coppa Intercontinentale 1969”.
Ma non c'è storia senza conflitto. E allora ecco, muro a muro con la loro casa, il bar del paese: covo juventino per eccellenza. Dietro al bancone il burbero barista, terrore dei ragazzini. Cuore grande, sì, ma bianconero.
Il 21 del mese è una domenica. Di campionato. La Juve vince in casa contro la Roma, il Milan rallenta a San Siro: 0-0. Ma papà, il mio papà, esce lo stesso in giardino, pianta un palo e vi issa un bandierone rossonero. In faccia ai rivali di sempre, seduti ai tavolini del bar.

No: con quel pareggio il Diavolo non aveva vinto il campionato. Tutt'altro: la posta in palio era ben diversa. E la bandiera, ancora un inno alla speranza, più che alla gioia.
Il lunedì mattina papà prese il treno. Non verso il lavoro, come tutti i lunedì. "Vado a Barcellona, vado a prendere la coppa. Difendi la bandiera”, mi disse.
Tornato dalla stazione, subito il sorriso beffardo del barista: "Te la brucio!". Mai! Imbracciato il fucile di legno, giocattolo ricevuto in dono da chissà quale parente, stabilii rigidi turni di guardia. Con pochi momenti di riposo: solo mercoledì 24, verso sera, mi ritirai. Per guardare la tv. Per vedere il Milan? No: per cercare il volto di papà tra quella folla che riempiva lo stadio.
Non l'ho visto. Ho visto due gol di Gullit e due di Van Basten. Lo Steaua cadente, sotto i colpi dell'armata di Sacchi. La Coppa a Milano, vent'anni dopo Rivera.
E la bandiera? Fiera, come non mai, in cortile. Nessuno osa sfidare i nuovi dei del pallone.
Così si diventa milanisti, ai tempi di Gullit e Van Basten.

di Marco Randolo

Abbiamo scelto questa storia perché Marco ha difeso il simbolo del suo milanismo contro tutto e tutti. Una bandiera piantata nel cortile in attesa di una vittoria che segnerà la storia. Quella vittoria arriva a Barcellona nel maggio del 1989 e Marco difende la sua bandiera come in una scena di un film. Bella storia, grazie Marco.