Ancora un errore ai danni del Milan ma continua il racconto distorto: la sagra del rutto libero

Ancora un errore ai danni del Milan ma continua il racconto distorto: la sagra del rutto liberoMilanNews.it
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lunedì 2 maggio 2022, 14:03Primo Piano
di Manuel Del Vecchio

Il gol di Rafael Leao, al minuto 82 di Milan-Fiorentina, in un San Siro che ruggiva rientra nel novero di emozioni inspiegabili, difficili da raccontare e razionalizzare. Un urlo liberatorio che ha unito non solo i 71mila presenti ieri allo stadio, ma un popolo intero. Un popolo che anche ieri è stato il dodicesimo, ma anche tredicesimo e quattordicesimo, uomo per una squadra che ha lottato con coraggio e passione, riuscendo comunque a trovare lucidità nel delirio che impermeava i seggiolini di San Siro. Un gol e altri tre punti portati a casa, questa era l’unica cosa che contava e la squadra è stata brava ad arrivarci con le proprie gambe e con le proprie qualità. Niente di più, niente di meno. Anzi.

Anche ieri, la famosa compensazione tanto sbandierata in altri lidi non si è vista. Battute a parte, senza vittimismi, che evidentemente appartengono ad altri, e senza nessun tipo di dietrologia, anche in Milan-Fiorentina si è assistito all’ennesimo errore arbitrale ai danni della squadra di mister Pioli. Anzi, due. il primo è il mancato rosso a Maleh: il numero 14 della Viola è stato giustamente ammonito ad inizio partita per aver contrastato in modo irregolare Maignan durante un rinvio, mentre è stato clamorosamente graziato quando, qualche minuto più tardi, sbraccia con forza sulla gola di Tonali. Il braccio era davvero largo, la vigoria dell’intervento era notevole: il giallo per imprudenza era sacrosanto, sarebbe stato il secondo, ma Valeri lo grazia. Il secondo episodio arriva nel finale di partita. I rossoneri erano già sull’uno a zero: Leao parte palla al piede con la difesa della Fiorentina fuori posizione, Ikone lo raggiunge in velocità e, disinteressandosi completamente del pallone, lo butta giù in area di rigore. Non si tratta di spalla contro spalla né di un normale contrasto di gioco, ma di un intervento goffo di un giocatore offensivo che con foga atterra l’avversario. Per Valeri invece non c’è nulla, con il VAR che non può intervenire perché il diktat di quest’anno è che in caso di contatti l’ultima parola spetta al direttore di gara. Qualche ora più tardi però sul campo di Udine il VAR interviene, nonostante l’eventuale chiaro ed evidente errore non sia assolutamente così chiaro ed evidente, per assegnare un penalty ai nerazzurri.

Domanda: dopo una vittoria come quella di ieri contro la Fiorentina, a tre giornate dalla fine, è davvero necessario scrivere e parlare di cose extra campo? La risposta, purtroppo, è sì. Perché tra ieri ed oggi, come capita spesso ultimamente, ancora una volta si è cercato di mistificare la realtà, con fantasia e faccia tosta.

Andiamo con ordine. L'allenatore dell'Inter Simone Inzaghi, intervenuto in conferenza stampa al termine della sfida in trasferta contro l'Udinese, ha affermato: "Possiamo mettere pressione al Milan, mancano ancora tre partite e nove punti. Secondo me è ancora tutto in gioco. Questa volta giocheremo prima noi, ho la fortuna di avere un grande gruppo. Un gruppo che mi sta regalando soddisfazioni dall’otto luglio”. Questa volta. Poi, andando a vedere quella che è la realtà dei fatti, che è l'unica cosa che conta, si legge che invece sarà la settima volta nelle ultime nove partite (cioè da quando i nerazzurri hanno perso la priorità calendario data dalla Champions League) che l'Inter giocherà prima del Milan.

In serata invece è arrivato un comunicato della Lazio in risposta alle parole di Mourinho, che dopo un risultato non positivo contro il Bologna nel post partita ha cercato di spostare l'attenzione su arbitri ed episodi. La società biancoceleste si è "difesa" mettendo in mezzo, senza nessun motivo reale, un episodio che riguarda i rossoneri: "La Società Sportiva Lazio respinge ai mittenti le critiche e le insinuazioni, continua a credere che i valori si dimostrino in campo e non nei salotti televisivi. La Lazio non si presterà mai ad essere l’alibi o il capro espiatorio di nessuno e farà valere nelle sedi opportune le proprie ragioni. La linea della Società continua ad essere quella di non discutere le decisioni prese sul campo, anche quando si tratta di episodi lampanti avvenuti a sfavore della squadra biancoceleste, quale il fallo di Tonali su Acerbi a Lazio-Milan in occasione del gol". In questo caso di lampante però ci sono due cose: la memoria corta e l'appigliarsi ad un qualcosa che non esiste. Quello tra Tonali e Acerbi non è niente di più di un semplice contrasto di gioco, con il difendente che tra l'altro era già in caduta dopo aver tentato un rinvio scoordinato. In Lazio-Milan effettivamente un episodio lampante a sfavore di qualcuno c'è stato, ma a parti invertite. Nel primo tempo il braccio largo di Luis Alberto in area di rigore non è stato sanzionato né dal direttore di gara e né dal VAR, lasciando ancora una volta, come purtroppo ormai è consuetudine quest'anno, un popolo calcistico tra l'incredulo e l'amareggiato.

Amarezza che rimane anche dopo aver letto della sospensione dell'arbitro Pairetto e del VAR Nasca dopo aver convalidato, in Spezia-Lazio, un gol di Acerbi in fuorigioco. Perché amarezza se l'errore della squadra arbitrale è marchiano? Amarezza perché dopo un errore altrettanto grave, parliamo del gol di Udogie segnato con la mano in Milan-Udinese, i vertici AIA si sono complimentati con il VAR per non aver annullato la rete: "In Milan-Udinese l'arbitro Guida ha sfruttato tutte le telecamere a disposizione ma nessuna ha certificato il tocco di mano di Udogie. VAR? Il calcio è interpretazione. Se su un episodio in 100 tutti la pensano alla stessa maniera quello è un episodio da VAR. Se su un episodio, 50 la pensano in un modo e 50 la pensano in un altro modo quello non è un episodio da VAR". Dichiarazioni del designatore Rocchi che probabilmente che avrete già letto, anche su queste pagine, ma che è impossibile non riproporre. Ad ogni rilettura non può che aumentare l'incredulità.

Tornando a ieri, i ragazzi di Pioli sono riusciti ad essere più forti non solo di un degno avversario, ma anche dell'ennesimo errore arbitrale a sfavore che si aggiunge a quelli contro l'Atalanta (fallo su Messias per il secondo gol della Dea), contro l'Hellas (il rigore fischiato su Kalinic è in realtà un fallo del croato su Romagnoli come dimostrarono i replay arrivati in colpevole ritardo) e contro la Lazio (il rigore non assegnato per il braccio larghissimo di Luis Alberto). Episodi che si sommano a quelli decisivi in negativo come quello contro il Napoli a San Siro (il fuorigioco geografico di Giroud, con la nota AIA del giorno dopo che va in contrasto con il regolamento scritto), come il gol di mani di Udogie convalidato nonostante il VAR, come l'ormai famigerato e quasi difficile da credere gol-nongol di Messias in Milan-Spezia con l'arbitro Serra che non concesse un sacrosanto vantaggio. Se ne potrebbe scrivere per pagine e pagine, ricorrendo anche al rutto libero che in tanti, senza alcun tipo di rimorso e pudore, stanno mettendo in atto in questo finale di stagione. Il Milan però, nonostante alcuni cerchino di ribaltare la realtà, non è questo: testa solo alle ultime tre, senza scuse e senza alibi. Nonostante la lista sia lunghissima.