È un Bonucci da Oscar, manca solo la statuetta Champions
I dubbi, come i fischi di un pubblico ancora innamorato, spazzati via come un pallone che scotta in area. Leonardo Bonucci, professione: silenzia haters. Il suo trasferimento in rossonero, più volte raccontato nei dettagli, è ancora vittima di sfottò e risolino passati di moda almeno 5 mesi fa. Sì perchè da Sassuolo-Milan, l'ultimo capitano dell'Italia ha fatto percorso netto. Prestazioni tornate al top, affinità in continua crescita con Alessio Romagnoli, saracinesca serrata prima di affrontare la Juventus (solo 3 gol concessi nel 2018) e ben due reti segnate.
Poi Juventus-Milan, quando al 28', come in una sceneggiatura degna degli Academy, in volo sopra Barzagli e Chiellini punisce Buffon. Nuovo record di imbattibilità negato, primo pallone in fondo al sacco raccolto dai bianconeri, porta violata dopo undici turni ed un'esultanza "classica" sotto il settore nuovo, quello ospiti. Una scena degna di Psycho, diretta dal maestro Alfred Hitchcock, con Leonardo Bonucci nei panni di Norman Bates di un celestiale Anthony Perkins. Le performance del leader del Diavolo degne di un Oscar, per ricevere la statuetta manca la qualificazione Champions League.
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