Il calcio italiano all'anno zero: la rivoluzione in cinque tappe
La Gazzetta dello Sport oggi in edicola fa il punto delle possibili riforme del calcio italiano dopo il fallimento Mondiale e la suddivide in cinque aree:
1 - Campionati da riformare: 18 società in Serie A, 18 in B e 40 in C, in cui inserire le seconde squadre per dare modo ai giovani di crescere tra i professionisti.
2 - L'identità azzurra e i giovani: creazione di un vero e proprio Club Italia dotato di autonomia operativa e in grado di centralizzare le funzioni di organizzazione e indirizzo di tutte le Nazionali, con un rapporto costruttivo tra l'area federale e il mondo delle società.
3 - Investimenti virtuosi obbligatori: il 10% dei fatturati delle società di Serie A destinati obbligatoriamente a investimenti nei settori giovanili e nelle infrastrutture.
4 - Governance e trasparenza: Pesi elettorali da correggere. La Lega dilettanti porta il 34% dei voti per la FIGC mentre la Serie A il 12%: troppo poco per la massima serie. La Lega Serie A ha nominato il suo presidente, adesso si deve completare la governance con un amministratore delegato.
5 - Stadi, tifo e sicurezza: in attesa di nuovi impianti va migliorata l'esperienza dei tifosi attraverso un innalzamento dei servizi. Servono nuove strategie fidelizzanti.
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