Martin: "Seconde squadre, idea brillante. Spagna modello"

Martin: "Seconde squadre, idea brillante. Spagna modello"MilanNews.it
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giovedì 10 maggio 2018, 13:14News
di Matteo Calcagni
fonte Tuttomercatoweb.com

"L'idea è brillante, niente da dire". Richard Martin, corrispondente per la Reuters da Barcellona, sposa in pieno la scelta dell'Italia ad aprire alle seconde squadre. "Nel tempo ci sono stati parecchi benefici per la Spagna, perché i campionati sono competitivi e i giocatori migliorano, senza essere prestati a terze parti per farli crescere".

Però non si svilisce il senso delle rivalità cittadine?
"Io parlo del modello spagnolo, dove oltre la Serie B non c'è moltissima gente che segue le partite. Nelle serie inferiori non ci sono soldi".

Come in Italia.
"Esatto. Invece in Inghilterra, mio paese Natale, c'è una grandissima resistenza a questa scelta, perché anche le squadre del piccolo paesino sono seguite e ci sono migliaia di persone allo stadio. Le 92 squadre professionistiche sono sacre, l'appartenenza è tutto. Invece in Spagna ci sono tantissime presenze alle partite della squadra B. E poi è un sistema consolidato".

Ecco, sarebbe il caso di spiegarlo.
"Le seconde squadre non hanno limiti di età (come in realtà lo avrebbero in Italia, ndr) ma tendenzialmente sono composte da giocatori under 21. Ci sono alcune squadre in B - come il Siviglia - e altre nella terza divisione, come succederebbe da voi. Nel 2011 il Barcellona è arrivato terzo, uno straordinario risultato, ma non poteva essere promosso".

E se la prima squadra retrocede e l'altra viene guadagna la promozione?
"Non è mai successo. Però quando il Villarreal è retrocesso non poteva giocare con la squadra della cantera, nella stessa divisione, quindi anche la squadra B ha perso una categoria. Funziona così e non è male. Sa che una volta hanno giocato Real Madrid e Castilla in finale di Coppa del Rey? 1979-80".

Quanti calciatori sono cresciuti così, negli ultimi anni?
"Tantissimi. Quelli del Barcellona sono lì da vedere, qualcuno del Real Madrid e dell'Atletico. Ma il caso principale è Denis Suarez: era considerato molto al Celta Vigo, è finito al Manchester City a giocare con la Academy ma il livello era troppo scarso. Quindi è tornato, ha fatto un anno al Barcellona B, poi Siviglia, Villarreal e Barça. Gli effetti benefici sono evidenti".