Ordine sul mercato di gennaio: “Senza soldi spazio ai baby e alla fantasia”

Ordine sul mercato di gennaio: “Senza soldi spazio ai baby e alla fantasia”
mercoledì 3 gennaio 2018, 17:48News
di Enrico Ferrazzi

Sulle colonne de Il Giornale, Franco Ordine ha commentato così il mercato di gennaio che inizia oggi: “Riponete nel server i titoloni a effetto, conservate nel cassetto le suggestioni e preparatevi a una bella dieta da calciomercato moderato. Perché è questo che ci aspetta da oggi e per le prossime tre settimane lungo le quali leggeremo una montagna di buoni propositi seguiti da puntuali rinvii o da inevitabili smentite. La spiegazione è persino banale: non ci sono grandi cifre da investire e il potenziale mecenate, tipo Suning dell'Inter, appare visibilmente condizionato dalle regole del premier cinese oltre che dal fair-play finanziario dell'Uefa che ha ingabbiato i nerazzurri e tra qualche mese metterà sotto tutela i conti del Milan. Sono perciò previsti piccoli ritocchi (Verdi al Napoli), spostamenti utili a recuperare qualche talento (Pjaça in Germania) e correzioni in corsa (per Spalletti). Questo scenario diventa inquietante se confrontato con quello che accade negli altri tornei europei dove abbondano le risorse e dove già da questi giorni si continua a parlare di trasferimenti (Coutinho al Barcellona) a cifre incredibili. Il quesito successivo è sempre lo stesso: come possono fare i club italiani a reggere la concorrenza in Champions League? La prima risposta è suggerita dal rendimento delle sorelle italiane in Europa League: Atalanta, Lazio e Milan, hanno retto il confronto del primo girone con disinvoltura, in qualche caso (Gasperini e Inzaghi) impartendo lezioni a club più titolati e con una storia ricca di successi.

Poi c'è il ricorso alla fantasia italiana, agli occhi aperti per individuare prima di altri i talenti che sbocciano in giro per il mondo e in particolare dalle nostre parti. Una nuova tendenza sta modificando le pessime abitudini del passato: il prodotto del vivaio non è più considerato la scorta per le emergenze. Bisogna sperare che tra le riforme del prossimo governo calcistico ci sia l'introduzione delle seconde squadre. La spinta vera può arrivare dagli stadi di proprietà e qui il piano deve coinvolgere anche comuni, regioni e governo nazionale. La Juve (con Sassuolo e Udinese) è già qualche chilometro avanti, la Roma è sulla strada, Inter e Milan devono decidere il destino di San Siro, Napoli può aspirare alla grandeur solo se metterà mano al progetto”.