Pagni: "Milan, i cinesi sfidano l’Uefa e Fassone è costretto ad ammettere: faremo mercato anche fuori dalle Coppe"

Pagni: "Milan, i cinesi sfidano l’Uefa e Fassone è costretto ad ammettere: faremo mercato anche fuori dalle Coppe"
venerdì 25 maggio 2018, 20:24News
di Redazione MilanNews
fonte bollettinomilan.wordpress.com

Il Milan fuori dalle Coppe, da oggi è una possibilità molto più concreta. Non è solo una opinione, è una certezza che emerge dalle parole dell’amministratore delegato Marco Fassone:  “Prendendo lo scenario peggiore, ovvero quello in cui il Milan sia escluso dalle Coppe, ci sarà un decremento del fatturato di cui dovrei tener conto sulle spese. I 20 milioni circa porteranno a una compressione, eventuale, degli acquisti. Ho cercato di essere trasparente e chiaro con i tifosi. Al di là della partecipazione all’Europa League arriveranno. Questa ulteriore tegola non inciderà, non pensiamo di portare ancora 10-11 giocatori… ne arriveranno 2 o 3, poi che possiamo pagarli 20 in meno o 20 in più, vediamo”.

Le dichiarazioni sono arrivate al termine del consiglio di amministrazione da cui ci si attendevano ben altre novità, dopo la decisione dell’Uefa di deferire il Milan alla commissione disciplinare. Un “processo” al termine del quale saranno prese sanzioni contro il club, dalle limitazioni di mercato fino all’esclusione dall’Europa League. Una situazione che dovrebbe essere evitate a tutti i costi, per evitare soprattutto la fuga dei giocatori più importanti, attirati dalle sirene di club che invece disputeranno le Coppe europee.

Dalle parole di Fassone si intuisce chiaramente che per il Milan si aspetta il peggio. Ma sarà inevitabile: l’Uefa non ha detto che i conti del Milan non sono a posto, ma che non è convinto della solidità patrimoniale del suo proprietario. Almeno fino a quando non dimostrerà il contrario, sostituendo il debito contratto con il fondo Elliott con un’altra operazione di finanziamento. Invece, la proprietà cinese ha detto che (per il momento) intende sfidare l’Uefa:, visto che Fassone ha detto che verrà presentato ricorso: “Ci sono delle cose che stiamo studiando, le decisioni sono sempre state fatte per il conto economico, non per la proprietà. Vedremo di lavorare anche su questo. C’è ampia giurisprudenza con tesi a nostro sostegno. Ci sono delle cose che stiamo studiando che non pensavamo fossero utili, mai era capitato che una decisione fosse presa nei confronti della proprietà e non del club. Dimostreremo alla camera di giudizio la certezza dello scenario che attende il Milan”. 

In altre parole, tra le ipotesi che potrebbero scongiurare la più pesante delle sanzioni Uefa (come l’ingresso di un nuovo socio o il rifinanziamento) la proprietà cinese ha scelto la più complicata e la meno difendibile.

Il fatto che l’Uefa abbia preso una decisione “politica”, avendo giudicato non la società ma il proprietario è una osservazione corretta: ma, come il Bollettino ha già spiegato in passato, l’Uefa ha deciso di usare il caso Milan per fissare nuove regole di “trasparenza” sulle proprietà dei club e per dare il segnale che non saranno più possibili scorciatoie sulle regole per il fai play finanziario. Come di diceva una volta: colpirne uno per educarne cento. E tornano anche in mente le parole profetiche di Mirabelli di pochi giorni fa: “Scordatevi il Milan delle sette coppe dei campioni”. Ma fino a questo punto?