Ravelli sul Milan: “L'esclusione dalle coppe una figuraccia planetaria per la società e per la proprietà"

Ravelli sul Milan: “L'esclusione dalle coppe una figuraccia planetaria per la società e per la proprietà"MilanNews.it
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
lunedì 25 giugno 2018, 11:36News
di Enrico Ferrazzi

Arianna Ravelli, sulle colonne del Corriere della Sera, ha commentato così il momento del Milan: “Forse tra il n. 1 della Liga Javier Tebas, corteggiato a lungo dai presidenti di A, che, dopo la carezza dell’Uefa al Psg ha tuonato ‘ci stanno prendendo in giro, affronteremo la questione con le autorità competenti in Europa e in Svizzera’, e il n. 1 del Coni Giovanni Malagò che se n’è uscito con un ‘dispiace, ma è soprattutto un problema del Milan’, si poteva trovare una via di mezzo. Perché, nel totale silenzio delle istituzioni italiane, la sentenza dell’Uefa, la più spifferata della storia della giustizia sportiva, è un problema per tanti e un punto interrogativo per tutti. Al di là di quello che è diventato il fair play finanziario (uno strumento che cristallizza il dominio dei più forti, frenando i nuovi investitori), il Milan fuori dalle Coppe è: 1) una figuraccia planetaria per la società, la sua proprietà e il suo management, che hanno sottovalutato gli umori di Nyon; 2) una stangata, che prima ancora di espellere Yonghong Li dal salotto, notoriamente molto ben frequentato, dell’Europa del calcio, colpisce in maniera vessatoria un club glorioso. Le responsabilità del punto 1 (enormi: Li ha condotto un’operazione a debito, che avrebbe imposto un surplus di trasparenza sul tema del rifinanziamento) non cancellano le perplessità del punto 2. Proprio questi convulsi giorni, con il mancato versamento di Li dell’ultimo aumento di capitale e l’intervento del fondo Elliott, dimostrano in modo plastico quanto sostenuto dal club: che la continuità aziendale è garantita.

Considerare irrilevante l’impegno di Elliott perché in futuro potrebbe rivendere è paradossale e illogico. Riassumendo: espulsi dalle Coppe per le violazioni nei conti del passato (2014-2017) e quelle che si suppone, chissà perché, potrebbero intervenire in futuro. In mezzo c’è la gestione attuale: che vede una società indebitata come le altre, che ha speso tanto sul mercato sfruttando una finestra consentita e soprattutto un proprietario non gradito nelle sedi che contano. Se non aveva i requisiti, non gli andava consentito di entrare. Spingerlo fuori, penalizzando in modo così pesante il club, dovrebbe far porre dubbi a tutti. Non solo al Milan”.