TMW - Il Milan e il FFP: l'ottimismo dei rossoneri deriva dalle precedenti sanzioni ai top club europei

TMW - Il Milan e il FFP: l'ottimismo dei rossoneri deriva dalle precedenti sanzioni ai top club europeiMilanNews.it
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
venerdì 20 aprile 2018, 18:00News
di Thomas Rolfi
fonte tuttomercatoweb.com

L'incontro odierno dell'ad del Milan Marco Fassone con i vertici UEFA ha riacceso i riflettori sulla tagliente spada di Damocle che pende sui rossoneri. "Le sanzioni ci saranno, ma ci auguriamo che possano essere contenute", la sintesi del pensiero del dirigente milanista dopo il meeting di Nyon. Un 'ottimismo' da sempre sbandierato dalla società di Li Yonghong che negli ultimi mesi, dopo le spese extra della scorsa estate, ha lavorato quotidianamente per rientrare nei parametri imposti dalla UEFA ai bilanci dei club europei. Questo ottimismo dietro cui si è trincerato Fassone ha basi concrete, certificate dai precedenti riguardanti le big europee precedentemente sanzionate.

IL DEBUTTO COL MALAGA E I CASI EMBLEMATICI CITY-PSG
Il primo caso di livello riguarda il Malaga. Il club spagnolo fu messo sotto controllo nel 2012 ed escluso dalle competizioni europee nel 2013 con annessa multa da 300mila euro.
Le situazioni che però hanno fatto maggiormente storia e attratto mediaticamente i curiosi di turno sono quelle riguardanti PSG e Manchester City nel 2014. Le due società, le 'nuove ricche' del calcio europeo, erano reduci da campagne acquisti tanto scintillanti quanto ricche di dubbi sulla reale fattibilità in relazione ai paletti UEFA. E infatti il 'Club Financial Control Body', dopo un'approfondita analisi, comminò una multa da 60 milioni di euro ad entrambi (20 da incassare tramite i proventi delle manifestazioni UEFA, 40 solo potenziali visto che applicati con la condizionale e applicabili solo in caso di mancati 'miglioramenti' nella gestione degli anni seguenti) con in più il taglio delle rose per l'Europa (da 25 a 21) e alcune limitazioni di spesa in fatto di ingaggi ed esborsi sul mercato.
Pena esemplare, verrebbe da dire. Peccato che pochi mesi dopo, era il luglio 2015, la UEFA decise di revocare le sanzioni. "Entrambe le squadre, come da accordi riguardanti gli esercizi chiusi nel 2014 e 2015, hanno dimostrato di aver soddisfatto tutti i parametri economici per quanto riguarda costi degli ingaggi e conformità di pareggio", la spiegazione data dalla UEFA che si impegnava, tuttavia, a tenere sotto stretta osservazione le due società in questione.
Nella stessa tornata furono sanzionate anche altre società fra cui il Galatasaray (200mila euro di multa) e soprattutto lo Zenit, destinato a pagare una multa da 12 milioni e a limitare la propria lista UEFA.

I SETTLEMENT AGREEMENT DI INTER E ROMA
La stagione successiva la UEFA decise di stringere ancor più le morse con una serie di sanzioni, o promesse di sanzioni, distribuite 'a pioggia'. Oltre agli spendaccioni del Monaco, finirono nel calderone anche Inter e Roma: entrambe furono indotte a firmare il cosidetto 'settlement agreement', una sorta di patteggiamento per sta