Ramaccioni: "Per Montella finito uno stillicidio, sempre in discussione. Ha patito le pene dell'inferno"
Fuori Montella, dentro Gattuso. Il Milan riparte da una bandiera. Ai microfoni di Tuttomercatoweb a commentare la notizia uno che ha i colori rossoneri nel sangue: Silvano Ramaccioni, 34 anni al servizio del Milan, 4 dei quali nell'era pre-Berlusconi. Ha visto nascere, crescere e infine morire un ciclo, condividendo gioie (tantissime) e qualche boccone amaro prima come direttore sportivo, poi come team manager: "Per Montella mia sembra sia finito uno stillicidio che durava ormai da troppo tempo. Capisco che più in difficoltà di così non si potesse lavorare. Quest'anno era sempre in discussione e per un allenatore essere messo in questa condizione ti porta anche ad essere meno seguito dai giocatori. Si è passati dalla soddisfazione per quello che stava facendo l'anno scorso a fargli patire le pene dell'inferno quest'anno. Ma penso che un'esperienza così possa anche fargli bene per le esperienze future".
Eppure quest'anno sembravano esserci le convinzioni per lavorare con maggiore tranquillità
"Ciò che è fondamentale sono le motivazioni e le convinzioni. Le motivazioni dovevano essere altissime ma le condizioni non lo erano altrettanto. A livello europeo i giocatori hanno dimostrato di essere bravi, ma sono giovani e si vede che soffrono il campionato dove si trovano avversari più smaliziati, rendendo tutto più difficile. Mancava quella convinzione, quella miscela che rendesse una squadra qualsiasi una squadra che funziona. Questo Milan lo abbiamo visto funzionare raramente e quando è successo abbiamo perso, come nel derby".
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