Torres a La Repubblica: "Firmare autografi ai bambini non mi costa nulla, non mi piace il divismo"
Intervistato da La Repubblica, Fernando Torres ha parlato della sua infanzia, spiegando la motivazione per cui si ferma sempre a firmare autografi: "Tiravo tutto dalla finestra: un giorno gettai giù il modellino di un camioncino pieno di soldi. Grazie a Dio non ho mai avuto problemi economici. Ma non sento il bisogno di esagerare: non mi piacciono le macchine costose, mi basta fare vivere bene la mia famiglia. Cerco di non perdere mai la dimensione delle cose. Prenda gli autografi. Quando i bambini me li chiedono, mi torna sempre in mente una scena.
Io ero un bambino timido, a 8 anni. Al Calderòn non chiedevo mai una firma ai nostri idoli, i giocatori dell'Atletico. Invece a qualche mio amico capitava di restare deluso, col foglietto in mano. E allora oggi mi dico: che cosa mi costa fare felice un bambino con così poco? A me non piace il divismo. Anche se poi in Inghilterra ho visto adulti chiederci autografi a scopo di lucro, per rivenderli su ebay".
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