Biasin: "Milan: il giorno di Berlusconi (con un finale a sorpresa)"

Biasin: "Milan: il giorno di Berlusconi (con un finale a sorpresa)"MilanNews.it
© foto di Federico De Luca
martedì 31 maggio 2016, 13:13News
di Enrico Ferrazzi
fonte di Fabrizio Biasin per TMW

Ha parlato Silvio Berlusconi, ma questa non è più una novità. La cadenza ormai quotidiana con cui il presidente del Milan ripete le sue considerazioni a mo' di mantra, può significare solo due cose: 1) Dice la verità e in attesa di "concretizzare" tiene a farcele imparare a memoria. 2) Vuol confondere le acque in attesa di esplodere in un pirotecnico coup de theatre.

Ripassiamo il "mantra" berlusconiano per provare a capire su che opzione conviene sbattere la testa.

Berlusconi, nelle ultime settimane (e ieri in esclusiva all'ottimo collega Stefano Donati di Telelombardia) ci dice che: 1) Vuole inizialmente vendere il 70% del club. 2) Vuole vendere in mani sicure. 3) Vuole vendere ai cinesi, ma solo se possono garantire investimenti sul mercato di un certo livello, altrimenti ci sono anche "quelli del petrolio". 4) I cinesi gli chiedono di restare a guidare la barca per altri tre anni. 5) Nel calcio attuale si fanno affari come se si giocasse con i soldi del Monopoli e di conseguenza risulta impossibile opporre resistenza. 6) Se con i cinesi dovesse finire tutto "in vacca", allora il patron chiederà ai suoi tifosi di ragionare su un Milan "italiano" dal quale ripartire. 7) Se alla fine sarà ancora il Milan di Berlusconi allora sarà ancora il Milan di Brocchi. 8) Non verranno rinnovati i contratti di Mexes, Boateng, Alex, mentre Balotelli tornerà in Inghilterra e "altri" partiranno.

In più, pungolato da Donati, ha aggiunto che: 9) In passato ha pensato a Pep Guardiola. 10) Per Donnarumma si parla di offerte potenziali vicine agli 80 milioni, ma "il portiere non è sul mercato". 11) Maldini è un capitolo chiuso perché ormai ha interessi in America. 12) Ama e vuole restare a San Siro "ma l'eventuale nuova proprietà farà le sue valutazioni".

Tutte queste dichiarazioni ci fanno arrivare alle seguenti conclusioni:

1) Berlusconi è un mago nel confondere le acque.

2) Non abbiamo ancora capito se vuole vendere davvero oppure no. Se voi lo avete capito vi preghiamo di farcelo sapere.

3) Dovessimo scommettere un euro lo punteremmo su Berlusconi che alla fine rimane al suo posto.

4) Maldini sarà anche un capitolo chiuso, ma non per colpa sua. Dipendesse dall'ex capitano, al Milan tornerebbe anche oggi, direttamente a nuoto da Miami.

5) Se San Siro è la "casa" presente e futura, allora la faccenda "Stadio al Portello" è la prova che c'è un clamoroso difetto di comunicazione all'interno del Milan e della stessa famiglia Berlusconi. Un difetto di comunicazione "costoso", tra l'altro.

6) Il fatto che si parli solo di giocatori in uscita e che alla definizione "Milan italiano" non vengano associati nomi se non quello di Saponara per questioni di opportunità (una parte del prezzo della sua cessione tornerebbe comunque nelle casse rossonere), Kovacic in prestito secco (potenzialmente ottimo, ma certo non con genitori nati a Bordighera) e Vangioni (29enne argentino seppur con passaporto italiano), ci fa pensare che al di là di tutto la "questione cinese" al momento è un ottimo paravento per schivare la solita, drammatica domanda: "C'è qualcuno che sta ragionando concretamente sul Milan 2016/2017, anche fosse solo quello giovane e italiano?". Risposta: "Eh, bisogna aspettare di vedere come va con i cinesi...". Troppo comodo, soprattutto molto-molto pericoloso.