Milan, Kalinic in punizione. Derby il 4 aprile: polemiche

Milan, Kalinic in punizione. Derby il 4 aprile: polemicheMilanNews.it
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domenica 18 marzo 2018, 08:15News
di Antonio Vitiello

E’ un Milan incerottato quello che si prepara ad affrontare la sfida contro il Chievo in casa a San Siro oggi alle 15.00, considerata una “finale” secondo il pensiero di Gennaro Gattuso. Il tecnico milanista teme molto questo confronto perché arriva prima della sosta per le nazionali, perché teme le ripercussioni post eliminazione dall’Europa League e soprattutto perché ha perso tre potenziali titolari nel giro di poche ore. In primis Alessio Romagnoli per affaticamento muscolare (salterà anche la Nazionale), Davide Calabria non sta ancora bene e non è stato convocato, infine Nikola Kalinic è stato lasciato a casa per scelta tecnica. Il giocatore non è sereno, non segna da dicembre ed è continuamente bersagliato dal pubblico, così Gattuso ha preferito lasciarlo a Milanello. La speranza del tecnico e del suo staff è che questa presa di posizione molto forte generi una reazione nel ragazzo, perché ieri durante la rifinitura il croato è apparso svogliato e senza determinazione. Gattuso ha scelto le maniere forti per tentare di svegliarlo.

Il derby si giocherà il 4 aprile alle 18.30. Come si sa da tempo il Milan avrebbe voluto giocarla il 25 aprile per permettere alla macchina organizzativa di rimettersi in moto e preparare al meglio uno degli spettacolo più importanti della stagione.

Recuperare il derby in un mercoledì lavorativo, per giunta alle 18,30, vorrebbe dire non concedere la possibilità a tanti tifosi di recarsi allo stadio, e mettere in estrema difficoltà gruppi di supporters che dovrebbero arrivare a San Siro da ogni parte d’Italia e d’Europa. Ecco perché il Milan avrebbe voluto giocarla il 25 aprile, giorno festivo. Invece è arrivata l’ufficialità: la stracittadina si giocherà mercoledì 4 aprile alle 18.30. Sui social è subito montata la protesta dei tifosi, soprattutto di fede milanista, tantissimi non potranno assistere alla partita perché impegnati a lavoro.