Gattuso eredita la tipica caratteristica dei grandi Milan: il Ke-Bi-Bo non si cambia

Gattuso eredita la tipica caratteristica dei grandi Milan: il Ke-Bi-Bo non si cambiaMilanNews.it
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sabato 3 marzo 2018, 17:00Primo Piano
di Matteo Calcagni

Cosa ha caratterizzato tutti i Milan vincenti della recente storia rossonera e non solo? Sicuramente la presenza di grandi giocatori ma anche la continuità degli interpreti, tanto che le varie formazioni si potevano recitare a memoria come una filastrocca. Difficile paragonare questa squadra a quelle fenomenali del passato, ma Gattuso ha mantenuto lo stesso stile, dando seguito alle scelte in difesa ed a centrocampo. Quest'ultimo, dopo annate di continue rivoluzioni, avvicendamenti e trasformazioni, sia di interpreti che di modulo, ha finalmente assunto una conformazione ben precisa.

IL KE-BI-BO - Dal derby di Coppa Italia a questa parte fino alla semifinale di ritorno contro la Lazio, Gattuso ha utilizzato per ben otto volte la linea a tre formata da Kessie, Biglia e Bonaventura. In quattro occasioni Rino ha utilizzato un solo altro giocatore: nella stracittadina del 27 dicembre, nella trasferta di Firenze, nell'andata di Tim Cup con la Lazio e in Milan-Samp, dove l'ivoriano era squalificato. L'unica gara dove ci sono stati due cambi rispetto al centrocampo titolare è stata Milan-Ludogorets, con il Diavolo che aveva già un piede e mezzo negli ottavi di Europa League.

FISICITÀ E QUALITÀ - Kessie, in questo percorso di poco più di due mesi, ha disputato undici partite da titolare su tredici, le stesse di Biglia, mentre Jack ne ha giocate dieci. Per garantire un impiego talmente intensivo è necessario un lavoro fisico programmato e studiato, messo in pratica da Gattuso dal momento del suo insediamento sulla panchina rossonera. I giocatori hanno iniziato a correre di più, a vincere un maggior numero di contrasti e a recuperare più velocemente tra una partita e l'altra, aspetto fondamentale per permettere un utilizzo del genere. Le qualità, come ripete sempre Rino, erano già insite nelle doti di questi ragazzi, impossibilitati però di rendere al meglio anche a causa di una situazione atletica tutt'altro che eccellente.