Gazzetta - Abbiati: “Questa rosa non era da 7° posto, ma qualcuno non ha fatto quello che gli veniva chiesto. Ho deciso di smettere dopo…”

Gazzetta - Abbiati: “Questa rosa non era da 7° posto, ma qualcuno non ha fatto quello che gli veniva chiesto. Ho deciso di smettere dopo…”MilanNews.it
© foto di DANIELE MASCOLO/PHOTOVIEWS
martedì 24 maggio 2016, 08:01Primo Piano
di Enrico Ferrazzi

Quella che si è appena conclusa è stata l’ultima stagione da calciatore di Christian Abbiati, il quale ha deciso di lasciare il calcio giocato dopo aver vinto tanto con la maglia rossonera. Purtroppo, questa annata non è andata come tutti si aspettavano, nonostante secondo l’ormai ex portiere milanista la squadra non fosse così scarsa: “Mi piacerebbe si ripartisse dalla Juve - ha spiegato alla Gazzetta dello Sport -. Questa rosa non era da 7° posto. Con il giusto atteggiamento si potrebbe tornare a puntare la Champions già il prossimo anno”.

MOTIVI DELL’ADDIO - Tra i motivi che lo hanno portato a smettere c’è anche il fatto che il Milan non è più quello di qualche anno fa: “Se chiudo gli occhi e ripenso al Milan fino al 2011, vedo un’altra squadra, sotto tutti i profili. Io ragiono secondo certi valori che mi hanno trasmesso Albertini, Costacurta e Maldini. In carriera sono stato multato solo una volta, per un ritardo. Mi ero addormentato. Non sto dicendo che a quell’epoca vivessimo in clausura, ma quando ci allenavamo andavamo a mille all’ora. Se si perde male, a me non viene nemmeno in mente di farmi vedere all’Hollywood. Ormai ero arrivato a un punto in cui il lunedì mattina avevo ansia quando uscivo di casa. Per come andava la squadra mi vergognavo a uscire, anche se la mia coscienza era pulita. Brocchi dice che alcuni giocatori hanno avuto un atteggiamento sbagliato: “Ha ragione. Ci sono stati 4-5 elementi che non hanno fatto quanto gli veniva chiesto. E non parlo di errori tecnici. Il fatto è che se ce n’è solo uno lo controlli e lo isoli, ma cinque sono tanti ed è tutto molto più complicato”.

LA DECISIONE DI LASCIARE - Abbiati ha poi raccontato quando ha deciso di lasciare il calcio: “Quando ho pensato di smettere? Dopo il mio sfogo col Chievo, a metà marzo. La decisione definitiva è arrivata dopo il Bologna: avevo fatto il pieno. Vi faccio un esempio emblematico: quando Bacca fu sostituito col Carpi e lasciò il campo senza aspettare la fine e senza salutare chi entrava, nello spogliatoio lo ribaltai. Ebbene, mi sono girato e non c’è stato nessuno che mi abbia supportato. Evidentemente certe cose o non si hanno dentro, o proprio non interessano. Ai miei tempi Gattuso avrebbe tirato fuori il coltello. Non ho giocato contro la Roma? Nessun problema. In realtà avevo già staccato la spina ed era giusto che con Brocchi, che è il mio migliore amico, fossi schietto. Ma la mia decisione è dipesa anche dalle prospettive per il prossimo anno: arrivavo dall’attico, sono sceso al pianterreno e rischiavo di finire nel sottoscala. Una questione mia di dignità e orgoglio".