La brusca sveglia dopo il sogno, senza rimpianti e senza veri responsabili. Suso compreso

La brusca sveglia dopo il sogno, senza rimpianti e senza veri responsabili. Suso compresoMilanNews.it
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
sabato 10 marzo 2018, 12:00Primo Piano
di Matteo Calcagni

Se lo scorso novembre il Milan fosse stato accoppiato con l'Arsenal, nessuno avrebbe pensato ad una qualificazione aperta, come invece era stato (giustamente) ipotizzato nei giorni e nelle ore antecedenti all'ottavo disputato a San Siro. I rossoneri si sono presentati alla sfida forse nel miglior momento della stagione, ma questo non è bastato per fronteggiare una squadra evidentemente superiore. Inutile provare ad imbastire alibi di sorta, legati al fisico o allo status psicologico: i Gunners hanno dimostrato una maggior levatura tecnica, tanto che lo scarto avrebbe anche potuto essere più vasto.

LA DURA LEGGE DEL GAP - Rituffarsi nella nuda realtà dopo aver assaporato a lungo il sogno non è facile, ma Gattuso dovrà essere bravo a tener ben salde le redini dei suoi, a prescindere da quello che succederà all'Emirates Stadium. Questo Milan vale più della classifica che attualmente occupa in campionato e, allo stesso tempo, è ancora distante dai grandi club europei come l'Arsenal. Per avvicinarsi a quel livello non ci vorranno rivoluzioni, basteranno tempo ed esperienza, un passo alla volta. Oltre a Bonucci e Biglia, unici giocatori con una certa esperienza internazionale, il Diavolo ieri schierava giocatori che mai avevano affrontato gare di questo tipo: non solo i giovanissimi come Donnarumma, Calabria, Kessie e Cutrone, ma anche i vari Suso e Bonaventura, i cosidetti leader tecnici della compagine milanista.

LA QUESTIONE SUSO - A deludere di più, tra i rossoneri, è stato proprio Suso, elemento dal quale ci si aspettava quel surplus aggiuntivo, al suo primo big match sul suolo europeo. Lo spagnolo è stato bocciato su tutte le pagelle dei più importanti quotidiani sportivi italiani, sia per la prestazione evidentemente negativa, sia per l'amarezza di un mancato salto in alto. Valutazioni esatte e condivisibili, ma un buco nell'acqua non può trasformare lo spagnolo in capro espiatorio. Potremmo stare qui a discutere ore sul reale valore del classe '93 che, a prescindere dai cali attraversati in questa annata, resta uno dei giocatori più decisivi (se non il più decisivo) della rosa. Il Milan dovrebbe cercare (o far crescere) altri giocatori di questo tipo, ripartendo le responsabilità anche in vista di questo tipo di partite.