Voci, scossoni e rivoluzioni: Milan, la vera impresa è cambiare mentalità

 Voci, scossoni e rivoluzioni: Milan, la vera impresa è cambiare mentalitàMilanNews.it
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mercoledì 4 marzo 2015, 20:00Primo Piano
di Matteo Calcagni

Mentre il Milan si prepara per il cosidetto "ultimo appello" della stagione, una partita che dovrà essere necessariamente vinta per non chiudere i battenti già a marzo, impazzano senza freni le voci sul futuro della panchina rossonera. La conferma di Inzaghi pare sempre più lontana, a meno che nelle ultime tredici partite la squadra riesca a cambiare faccia e trovi una miracolosa qualificazione europea: traguardo utopico che, oltretutto, potrebbe anche non bastare. Da SuperPippo forse ci si aspettava troppo e subito, il Milan stesso ha sbagliato clamorosamente, fissando obiettivi impossibili per un quasi esordiente alla guida di una squadra piena zeppa di lacune.

LA LITANIA DELLA PANCHINA - In molti si chiedono quale tecnico possa fare al caso del Milan, quale sia più congruo al modus operandi della società. Nel caso in cui Inzaghi non restasse al suo posto, in casa rossonera sembrerebbero intenzionati a puntare su tecnici piuttosto navigati ed esperti: una decisione che andrebbe in controtendenza rispetto a tre delle ultime quattro scelte di guida tecnica, Leonardo, Seedorf e appunto Inzaghi. Il discorso da fare, tuttavia, non è tanto su chi andare eventualmente ad ingaggiare, ma cosa voglia fare il Milan e dove voglia andare. Nelle passate stagioni, anche in quella che ha portato al diciottesimo scudetto, le varie decisioni del club rossonero sono state accompagnate da un'alone di improvvisazione, spesso finalizzate all'oggi, poco al domani e quasi mai al dopodomani. Qualsiasi sarà il tecnico che guiderà il Milan dalla prossima stagione, che sia ancora Inzaghi o uno della "rosa dei candidati", il vero cambiamento dovrà essere principalmente filosofico.

L'IMPRESA DEL CAMBIO DI MENTALITA' - Vincere subito nel calcio è possibile, ma è un evento più unico che raro, spesso legato a mercati sfavillanti e favorevoli situazioni preesistenti. Che al Milan succeda è francamente improbabile, motivo per cui questa idea (seppur con difficoltà) deve definitivamente uscire dalle teste dei vertici rossoneri. L'obiettivo dovrà diventare uno e soltanto uno: costruire passo dopo passo una squadra che, nel corso del tempo, possa finalmente tornare a competere, magari nel proprio stadio... Ci si immaginava che tutto ciò potesse iniziare già quest'anno, ma il voler puntare troppo in alto ha bruciato inesorabilmente le ali di Icaro. Per uscire dalla mediocrità bisogna ripartire dal basso anche con la testa, senza sentirsi forti e luccicanti solo per i trionfi passati...