Il Milan dice addio all'Europa

Il Milan dice addio all'EuropaMilanNews.it
© foto di Federico Gaetano
lunedì 12 maggio 2014, 01:13Vista dalla Curva
di Davide Bin
I rossoneri perdono a Bergamo contro l'Atalanta e ora qualificarsi all'Europa League è un'impresa pressochè impossibile; la squadra non ha replicato la bella prestazione del derby ed è stata punita anche oltre i propri demeriti.

Bergamo è il capolinea dei sogni europei del Milan; l'aritmetica ancora non condanna definitivamente i rossoneri, ma c'è qualcuno ancora disposto a credere in tutto ciò che dovrebbe accadere per consentire alla squadra di Seedorf di conquistare un posto in Europa League per la prossima stagione? Riassumendo dovrebbe succedere: che il Milan batta a San Siro un Sassuolo già salvo e fin qui ci siamo e non è un'impresa impossibile; che il Parma non vinca in casa contro il Livorno già retrocesso e già qui la vedo dura; soprattutto che la Fiorentina già certa del suo quarto posto giochi alla morte per battere il Torino e con quello che è successo la scorsa stagione dubito che i viola si scannino per fare un favore al Milan. Insomma meglio metterci una pietra sopra e considerare ormai fallimentare questa stagione nata male e finita peggio: la sconfitta di Bergamo è l'emblema di un intero campionato in cui errori e sfortuna si sono sommati per affossare il Milan: contro i bergamaschi i rossoneri non hanno certo giocato una partita trascendentale, soprattutto nel primo tempo, ma sono riusciti a passare in vantaggio e quando la sfida sembrava in discesa, visto che l'Atalanta era tranquilla e senza obiettivi, si sono complicati la vita con l'ingenuo fallo da rigore di Constant che ha consentito ai nerazzurri di pareggiare; come se non bastasse il Milan ha colpito una traversa e un palo e quando anche il recupero era già scaduto, è arrivato il meraviglioso gol di Brienza che ha regalato la vittoria all'Atalanta e spedito definitivamente il Diavolo all'inferno. In fondo anche il pareggio sarebbe servito a poco, ma la sconfitta rende tutto più amaro e ora non resta che voltare pagina e sperare che ci sia davvero voglia di ripartire pressochè da zero per costruire un Milan che possa tornare a essere vincente. Peccato perchè il successivo pareggio di Torino fra granata e Parma avrebbe consentito a un Milan vincente e Bergamo di operare il sorpasso ai danni di entrambe, conquistare il sesto posto ed essere padrone del proprio destino nell'ultima giornata, ma evidentemente questa è proprio una stagione storta e anche l'effetto benefico della vittoria nel derby è svanito immediatamente.

Seedorf schiera lo stesso Milan del derby con tre novità: obbligata quella fra i pali, dove c'è Amelia al posto dello squalificato Abbiati, mentre sorprende un po' vedere titolare Honda al posto di Taarabt (a voler essere maliziosi si potrebbe insinuare che le 12:30 in Italia, orario in cui si gioca la partita, significa prima serata in Giappone, dove Keisuke è un idolo e vederlo finalmente in campo può essere utile a livello commerciale...); inoltre c'è Muntari al posto di Poli, mentre gli altri otto sono gli stessi della stracittadina vinta che ha ridato un po' di entusiasmo al popolo rossonero. La buona notizia a livello ambientale è che non ci sono particolari tensioni sugli spalti e i timori di incidenti che avrebbero potuto addirittura causare la sospensione della partita per volontà delle due tifoserie rimarranno tali e tutto filerà liscio da questo punto di vista.

Chi si aspetta un Milan che lotti con il coltello fra i denti per conquistare tre punti fondamentali in chiave Europa League, rimane sicuramente deluso: i rossoneri giochicchiano con una sterile superiorità territoriale ma senza mai rendersi davvero pericolosi. Balotelli continua a non voler fare il centravanti, pur essendo schierato come unica punta e si defila a sinistra per fare il suggeritore in un paio di occasioni, ma nè Montolivo, nè Kakà sfruttano i suoi assist. Certamente anche l'Atalanta non fa molto in fase offensiva, fa correre solo qualche brivido con conclusioni fuori dai pali o con palloni insidiosi spioventi in area e Amelia non deve compiere parate degne di nota. Nel grigiore generale il gesto tecnico più bello è la rovesciata volante di un galvanizzato (dal gol nel derby) De Jong che per poco non diventa un prezioso assist per il colpo di testa di Mexes. Dopo quaranta minuti senza troppe emozioni, gli ultimi cinque sono un po' più vivaci per merito di Balotelli e delle sue violente punizioni: con la prima colpisce la traversa piegando le mani a Consigli; con la seconda costringe alla respinta il portiere atalantino che non si fida della presa e sulla respinta arriva il cross di Rami sul quale Honda fa l'unica cosa decente della sua anonima partita sfiorando il palo con un colpo di testa.

La bella notizia di inizio ripresa è il ritorno in campo dopo cinque mesi di El Shaarawy, che sostituisce proprio lo spento Honda; sarà un caso ma la vivacità e la voglia di fare del Faraone cambiano volto al Milan, più pimpante e propositivo in avvio di secondo tempo. La prima occasione è un colpo di testa fuori di Kakà su cross di De Sciglio, poi è proprio El Shaarawy che innesca l'azione del vantaggio nella sua metà campo, servendo Montolivo che verticalizza per Muntari e, sul traversone del ghanese, Bellini, spaventato dalla presenza alle sue spalle di Balotelli (peraltro in fuorigioco), segna la più classica delle autoreti. Il vantaggio purtroppo dura poco, perchè a metà tempo Constant atterra ingenuamente Carmona che non era più in possesso di palla e Rizzoli decreta il rigore che Denis trasforma riportando il risultato in parità. Il Milan si innervosisce e fra i più nervosi c'è Mexes che litiga con Raimondi, l'ambiente si infuoca e dagli spalti arriva in campo una banana, ma nessuno ha la prontezza di spirito di Dani Alves e la addenta facendosi un imprevisto spuntino. Il Milan prova a vincere perchè il pareggio non serve: Seedorf manda in campo Taarabt al posto di Muntari e Pazzini al posto di Kakà, che ha ormai da tempo finito la benzina nelle gambe; un Milan ultraoffensivo che, però, non riesce a tirare in porta se non con il solito Balotelli, che prima reclama un rigore per una respinta con il braccio di un giocatore in barriera in occasione di una punizione, poi colpisce il palo con un tiro devastante che sorprende Consigli. Siamo già in pieno recupero e il rammarico per la vittoria sfiorata diventa delusione per la sconfitta che si materializza a tempo già scaduto da otto secondi: Brienza trova l'angolino con un tiro imparabile e, così, la Dea va in Paradiso e il Diavolo sprofonda all'Inferno, salutando virtualmente l'Europa, che frequentava ininterrottamente dal 1999 e che nella prossima stagione vedrà solo in televisione; speriamo serva da lezione per capire che ormai si è toccato il fondo e ora bisogna invertire la rotta e pensare a ricostruire una squadra competitiva e tornare laddove il Milan merita di stare per storia e blasone.