Il Milan non ha scampo contro la Roma

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sabato 26 aprile 2014, 01:09Vista dalla Curva
di Davide Bin
I rossoneri perdono all'Olimpico mostrando i soliti limiti di gioco ed errori; tante prestazioni individuali negative, poca incisività in attacco, difesa non impeccabile e contro un avversario superiore ciò significa sconfitta certa.

La serie positiva del Milan è finita laddove era iniziata un mese fa, ovvero all'Olimpico di Roma; un pareggio e ben cinque vittorie che avevano alimentato la classifica e le speranze di acciuffare un posto in Europa League, ora nuovamente a rischio. Sconfitta ampiamente prevedibile, quella contro i giallorossi, considerata la classifica e il diverso valore delle due squadre: la Roma ha gioco, personalità e grande spirito, il Milan mostra tutti i suoi difetti quando si trova di fronte avversari di altra categoria e ciò la dice lunga sul declino di questa squadra, perchè non è da Milan presentarsi al cospetto di un'altra squadra da netto sfavorito e, oltretutto, rispettare il pronostico senza provare a sovvertirlo con un po' di orgoglio. Le cinque vittorie consecutive forse hanno illuso eccessivamente, anche perchè, a parte la prima ottenuta a Firenze, sono state conquistate contro avversari di media-bassa classifica e sono state sopravvalutate. Era fin troppo scontato che una squadra che aveva sofferto contro Catania o Genoa, andasse in netta difficoltà contro la seconda forza del campionato, giunta alla nona vittoria consecutiva e a una quota di punti che garantirebbe lo scudetto se non ci fosse davanti una super-Juventus. Il Milan aveva poche possibilità di uscire indenne dall'Olimpico e queste possibilità se l'è giocate pure male: inoffensivo per tutto il primo tempo, quasi mai capace, anche nella ripresa, di impegnare seriamente De Sanctis, nonostante abbia giocato un po' meglio rispetto alla prima frazione di gioco; la squadra di Seedorf ha retto per un tempo difendendosi con ordine, ma poi si è aperta come il Mar Rosso davanti a Mosè Pjanic, che ha slalomeggiato fra i paletti rossoneri e ha segnato il gol che ha sbloccato e deciso la partita. Discutibili alcune scelte di formazione di Seedorf, negative le prestazioni di molti giocatori rossoneri e in questo modo non si può sperare di conquistare punti contro una Roma alla quale è bastata una prestazione normale per conquistare una netta vittoria e ciò deve far riflettere la dirigenza rossonera sull'inadeguatezza di questa rosa, se si vuole tornare presto a livelli da Milan.

Seedorf ripropone la difesa alla francese con l'aggiunta di Bonera (preferito ad Abate) a destra per dare maggiore solidità e copertura; a centrocampo è Muntari il vice-De Jong accanto a Montolivo, mentre nella linea dei trequartisti torna titolare Honda, al rientro dall'infortunio, con Poli dirottato in panchina quando sembrava dovesse giocare dall'inizio; gli altri fantasisti sono Kakà e Taarabt e il centravanti è Balotelli, fischiatissimo e insultato a lungo dai tifosi romanisti. Prima dell'inizio della partita c'è il commosso saluto, con un lungo applauso, a Tito Vilanova, ex allenatore del Barcellona stroncato a soli 45 anni da un cancro. Poi via alla partita, in un Olimpico pieno per questo insolito venerdì festivo di campionato; come noto la partita è stata anticipata per non venire disputata nel giorno della canonizzazione di Papa Giovanni Paolo II e Papa Giovanni XXIII, in programma domenica, perchè avrebbero potuto crearsi problemi di ordine pubblico, visto che c'è grande rivalità fra le due tifoserie. A proposito di tifosi, non sono moltissimi quelli rossoneri presenti nel settore ospiti, anche se in qualche occasione riescono a farsi sentire nel grande frastuono di un Olimpico che vuole trascinare la Roma alla nona vittoria consecutiva, che consentirebbe di prolungare il sogno scudetto, anche se ormai assomiglia a un'utopia.

Partita bloccata in un primo tempo tutt'altro che bello: la Roma sembra assopita e poco convinta, quasi fosse appagata dall'aver raggiunto settimana scorsa l'aritmetica qualificazione alla Champions League; il Milan, ovviamente, non alza i ritmi e si adegua, quasi non voglia stuzzicare il can che dorme e stupisce che la squadra di Seedorf, che solitamente vuole un gioco offensivo e propositivo, si schieri interamente dietro la linea del pallone, a difesa di un pareggio che sarebbe tanta roba, visto il valore dell'avversario. La Roma non trova, così, spazi, fatica a entrare in area nonostante il maggiore possesso palla e il dominio territoriale, ma quando riesce ad accelerare fa correre lunghi brividi sulla schiena dei tifosi rossoneri. Venti lunghi e noiosi minuti senza tiri in porta, poi la Roma si rende pericolosa con Lijaic (salvataggio miracoloso di Rami in scivolata) e con Dodò (tiro alto a conclusione di una lunga mischia in area) e il Milan risponde solo con un paio di tiri innocui verso la porta di De Sanctis (Bonera e Montolivo). Quando sembra inevitabile andare al riposo sullo 0-0, arriva l'episodio che rompe l'equilibrio e, di fatto, decide la partita: Pjanic parte in percussione centrale, salta avversari come birilli (Muntari, Montolivo e Rami) e batte Abbiati; gran gol del bosniaco, ma la difesa rossonera ci mette del suo per facilitargli il compito, aprendosi in modo inaccettabile e non opponendo la minima resistenza. Un brutto colpo per un Milan fino a quel punto ordinato e compatto, che aveva retto il confronto in modo tutto sommato onorevole.

All'inizio della ripresa il Milan parte in modo abbastanza pimpante e prova a mettere in difficoltà la Roma per rimontare, creando qualche buona occasione ma mancando di incisività in attacco, anche perchè Balotelli è evanescente e spreca tutte le sue energie a far falli inutili o cadere al minimo contatto, indisponendo ulteriormente il pubblico che già lo sta insultando e fischiando pesantemente; inoltre Kakà è evidentemente stanco e fuori forma (avrebbe bisogno di riposo e questo Seedorf dovrebbe capirlo) e Honda sembra il solito pesce fuor d'acqua, non riuscendo a dare il minimo contributo alla squadra; così il più vivace e intraprendente rimane il solito Taarabt, anche se la mira è sballata o i suoi tiri sono troppo deboli e centrali per impensierire davvero De Sanctis. Tanto fumo e poco arrosto per il Milan ed è la Roma a sfiorare il raddoppio con il solito Pjanic (Abbiati costretto alla parata miracolosa) e poi trovarlo quando al termine di una bella azione manovrata Totti conclude verso la porta, Abbiati pasticcia sul suo tiro violento, non lo trattiene e consente a Gervinho il facile tap-in, che di fatto chiude l'incontro. L'ingresso di Pazzini al posto di Balotelli dà un po' di vivacità all'attacco rossonero e un punto di riferimento là davanti, che con Balotelli manca, visto che preferisce svariare fuori dall'area e anche Robinho al posto di Honda (in precedenza è entrato anche Essien al posto di Muntari) contribuisce a un finale orgoglioso in cui il Milan prova a riaprire la partita ma non ci riesce, contro una Roma solida e che impressiona per la sua forza, visto che basta qualche accelerazione per vincere senza strafare. Alla fine il risultato è giusto ed è questo che più addolora il popolo rossonero; questa squadra è evidentemente e nettamente inferiore alle prime di questo campionato e i risultati lo dimostrano in modo impietoso; ora l'Europa League torna un po' più lontana, anche se bisogna aspettare il resto del programma della giornata per trarre le conclusioni definitive e lo stesso Seedorf rimane sulla graticola, dove era già nei momenti positivi, figuriamoci ora che il suo Milan ha perso l'ennesimo scontro con una grande (non mi azzardo a parlare di scontro diretto, visto il distacco in classifica), dimostrandosi inferiore all'avversario e quasi mai in grado di giocare alla pari e tutto ciò è doloroso per i tifosi del Milan, un povero Diavolo che all'Olimpico non ha avuto scampo.