L'Udinese punisce ancora il Milan di Seedorf

L'Udinese punisce ancora il Milan di SeedorfMilanNews.it
© foto di LINGRIA/PHOTOVIEWS
domenica 9 marzo 2014, 01:36Vista dalla Curva
di Davide Bin
Dopo aver eliminato i rossoneri in Coppa Italia a San Siro, la squadra di Guidolin si ripete al Friuli in campionato: basta e avanza un gol di Di Natale per battere un Milan senza convinzione e determinazione.

Mettiamola così: Seedorf ha già trovato la sua bestia nera e un tabù da sfatare nella prossima stagione; si chiama Udinese, ovvero la squadra che gli ha dato la prima delusione da allenatore (eliminazione in Coppa Italia dopo pochi giorni sulla panchina rossonera) e ora gli ha inferto la terza sconfitta in campionato (la quinta in assoluto) della sua ancor breve avventura da tecnico del Milan. Apparentemente è una sconfitta che non fa male e che tutto l'ambiente vuole dimenticare in fretta, quasi fosse un semplice fastidio, per potersi concentrare sulla ben più importante e decisiva sfida di Madrid, ma si tratta del decimo stop in campionato, della seconda partita consecutiva senza gol all'attivo e, soprattutto, la classifica è sempre più imbarazzante per una squadra che si chiama Milan e ora anche pensare ad un piazzamento che valga la qualificazione in Europa League è difficile, ammesso che interessi davvero a qualcuno. Viene il sospetto che in questo momento il Milan sia come quei nobili decaduti che si ostinano ad apparecchiare la tavola con piatti d'argento ammaccati e calici di cristallo sbeccati, convinti di avere ancora l'antica ricchezza e snobbando tutto ciò che sembra non consono al loro antico blasone: una partita di campionato a Udine non conta, tanto la classifica non permette di aspirare a un piazzamento in Champions League, quindi meglio pensare alla Champions attuale, anche se c'è da affrontare una squadra dello stesso livello di Barcellona e Real Madrid con un'autentica impresa da realizzare, perchè il Milan non ha mai ribaltato in trasferta una sconfitta interna patita all'andata e c'è il concreto rischio di trovarsi martedì sera con un pugno di mosche in mano e senza più obiettivi da raggiungere in questa stagione. Solo così si spiega la formazione schierata da Seedorf, con almeno sette giocatori che al Calderon faranno solo da spettatori, soprattutto all'inizio e con molti titolari tenuti a riposo, totale o parziale; solo così, inoltre, si spiega l'atteggiamento della squadra, poco attenta, poco concentrata, poco determinata, contrariamente a quanto era successo contro Juventus e Atletico Madrid all'andata. Si sente spesso dire che una squadra riflette in campo l'immagine di chi l'allena dalla panchina e allora basta andare indietro con la mente a quando Seedorf era un giocatore del Milan e, in effetti, giocava con grande voglia e grinta da pantera le partite importanti e di grande fascino, salvo poi ciondolare e passeggiare con poca convinzione come un gattone svogliato in partite contro avversari più modesti, al punto da venire spesso fischiato dai suoi stessi tifosi. Ora l'intero Milan fa così: un leone contro la Juventus o in Champions League, un tenero agnellino contro l'Udinese o in altre occasioni, ma bisogna rendersi conto che non è più una squadra capace di fare strada in Europa e che, quindi, può snobbare il campionato e che ci vorrebbe comunque più rispetto per ogni partita e, soprattutto, per quei tifosi che stanno soffrendo in una stagione largamente inferiore alle attese. A Udine si è visto un Milan svagato e poco determinato, che ha giocato un primo tempo abbastanza confortante ma una ripresa negativa, in cui ha subito il gol decisivo per la sconfitta e non ha mai dato davvero l'impressione di poter reagire; amnesie difensive, poco filtro a centrocampo, scarsa inventiva e incisività dei trequartisti, insomma una squadra mediocre che a Madrid andrebbe alla deriva, ma sappiamo già che al Calderon l'atteggiamento sarà diverso e il nobile Milan mostrerà nuovamente l'argenteria migliore, nella speranza che basti il blasone per fare l'impresa.

Come ampiamente previsto, Seedorf applica un robusto turn-over: Zapata e Mexes coppia centrale davanti ad Abbiati, con De Sciglio a destra ed Emanuelson a sinistra; a centrocampo accanto a Montolivo c'è Muntari, ma è in attacco che la turnazione è più ampia, visto che viene rispolverato Birsa e vengono riproposti titolari Robinho e Honda, con l'uomo mascherato Pazzini ancora al centro dell'attacco. Si capisce subito, però, che la concentrazione e l'approccio alla partita non sono quelli della partita contro la Juve: uno svarione difensivo di Zapata spalanca una prateria davanti a Pereyra, che arriva davanti ad Abbiati ma si vede respingere il tiro dal portierone rossonero, che dimostra di poter essere ancora decisivo nonostante la tante critiche ricevute in molte occasioni. Il Milan risponde con due occasioni che capitano a Pazzini, ma in entrambe l'attaccante sbaglia mira; i rossoneri insistono e Zapata si divora un gol alzando di testa a porta vuota dopo un'uscita a vuoto di Scuffet; il portiere friulano si riscatta deviando in angolo su Pazzini, ma sembra che il Milan possa segnare da un momento all'altro anche senza strafare, mentre l'Udinese gioca con molta umiltà e impegno e prova a nascondere i suoi difetti con una prestazione coraggiosa che gli permette di mettere in difficoltà in qualche occasione un Milan svagato e disattento, che in difesa regala spazi invitanti in cui infilarsi. Il primo tempo non è certo esaltante e spettacolare e si chiude con una superiorità rossonera non concretizzata e questo è uno sgradito deja-vu.

La ripresa si apre con un colpo di testa di Robinho deviato da Scuffet che fa ben sperare, ma poi prende il sopravvento l'Udinese, per colpa anche del solito calo fisico che fa sparire il Milan dal campo e anche questa è una sgradita costante di molte esibizioni recenti dei rossoneri. Ammirevole l'impegno di Honda che rincorre gli avversari fino all'area di rigore e compie un intervento in scivolata degno di un grande difensore, anche se il suo compito sarebbe dare imprevedibilità e fantasia all'attacco e ciò, sinceramente, non gli riesce molto bene. Seedorf capisce che la sua squadra è in sofferenza e manda in campo Essien al posto di Birsa, ma poi ci pensa Mexes a regalare emozioni al contrario, incespicando sul pallone e regalando una palla gol all'Udinese, fortunatamente non sfruttata. Seedorf si gioca anche la carta Balotelli al posto di Robinho, lasciando Pazzini in campo; prova a vincere, insomma, ma non ha fatto i conti con una difesa imbarazzante che assiste immobile all'azione in velocità che decide la partita: Di Natale deve solo appoggiare in porta premiando la grande azione di Pereyra e l'assist di Fernandes e ringraziando le belle statuine rossonere. Il Milan ora dovrebbe cambiare marcia e provare l'assedio, ma il possesso palla è sterile e non serve neppure mandare in campo Taarabt al posto di Muntari. Va più vicina l'Udinese al raddoppio che uno stanco Milan al pareggio e ciò che indispone ancora una volta è l'atteggiamento generale e di molti singoli, che si rassegnano alla sconfitta senza reagire, quasi fosse normale. Il Milan perde ancora e se questa doveva essere una prova generale in vista di Madrid ci sarebbe da preoccuparsi, ma ormai abbiamo capito che solo certe partite stuzzicano gli appetiti snob della squadra rossonera e che questo Udinese-Milan era un intermezzo fastidioso da archiviare in fretta, perchè ora conta solo l'Atletico e una sfida difficile e decisiva per provare a fare l'impresa.