Milan a caccia di riscatto nella Capitale

Milan a caccia di riscatto nella CapitaleMilanNews.it
© foto di Alberto Lingria/Photoviews
sabato 24 gennaio 2015, 01:08Vista dalla Curva
di Davide Bin
Primo dei due confronti ravvicinati contro la Lazio: si gioca all'Olimpico per il campionato, è una sfida difficile, ma non si può più sbagliare.

Il Milan affronta un crocevia importante della stagione: all'Olimpico di Roma va in scena la prima delle due sfide contro la Lazio, che curiosamente il calendario propone a distanza di tre giorni per due competizioni diverse; questa volta si gioca una partita di campionato, la prima del girone di ritorno e i rossoneri, dopo aver conquistato un solo punto nelle tre partite del 2015, non possono più permettersi altri passi falsi. Avremmo potuto e voluto parlare di scontro diretto per il terzo posto, ma gli ultimi risultati e, soprattutto, le prestazioni della squadra di Inzaghi, hanno raffreddato gli entusiasmi per la positiva fine del 2014 e hanno costretto a riporre nel cassetto i sogni di Champions League, perchè il distacco non è abissale, ma il Milan è ottavo a pari merito con due squadre a sette punti dal gradino basso del podio e per il momento è meglio pensare solo a giocare bene e a fare risultato, prima di tornare a fissare obiettivi per il momento proibitivi. Si potrebbe arrivare a pensare che questa prima sfida sia una prova generale in vista della Coppa Italia, che a conti fatti rimane il vero e a questo punto unico obiettivo stagionale per il Milan (e ciò la dice lunga sul profondo ridimensionamento nelle ultime stagioni degli obiettivi di squadra e società), ma è chiaro che il campionato non può essere snobbato, perchè la Coppa Italia, come tutte le coppe, è un obiettivo aleatorio, sbagliare una sola partita vuol dire interrompere bruscamente il cammino e, quindi, bisogna assolutamente tornare competitivi in campionato, continuando a rincorrere almeno un posto in Europa League, la cosiddetta "Europa di riserva", ma pur sempre una competizione internazionale e in tempi di "vacche magre" non si può certo fare gli schizzinosi. E' finita l'epoca in cui si frequentava stabilmente il salotto buono europeo, quello della Champions League, arrivando quasi sempre alla fase primaverile, quella a eliminazione diretta; ora bisogna accontentarsi di ciò che passa il convento e dopo una stagione da semplici spettatori, un'altro anno fuori dalle coppe sarebbe davvero devastante, ma questo sarà il destino se la squadra proseguirà nel rendimento fallimentare di questo inizio di 2015.

Analizzando il girone di andata appena terminato, si può vedere come paradossalmente il Milan non sia andato poi così male quando ha affrontato le squadre che lo precedono in classifica: due vittorie contro Napoli e proprio la Lazio alla prima giornata di campionato, tre pareggi contro Roma, Sampdoria e Fiorentina e solo due sconfitte contro Genoa e la capolista Juventus, ma giocando in modo tutto sommato onorevole contro i pluricampioni d'Italia e attuali capolista del campionato; i problemi, quindi, nascono dalle partite contro chi sta dietro, ovvero dalle sconfitte contro Atalanta e Sassuolo (cioè proprio quelle di questo nuovo anno solare), dai pareggi contro Cesena, Empoli, Cagliari e Torino, perchè con qualche punto in più in queste partite tutto sommato abbordabili la classifica sarebbe notevolmente diversa. Tutto ciò ha una spiegazione, tattica e mentale: i rossoneri si esprimono meglio in contropiede e quando hanno spazi a disposizione, cosa che avviene con squadre più forti che tendono a "fare la partita" e consentono alla squadra di Inzaghi di chiudersi e ripartire; al contrario, quando c'è da imporre il proprio gioco e sfondare difese chiuse e arroccate, il Milan fa una fatica tremenda, perchè mancano idee e piedi buoni a centrocampo e la testardaggine di Inzaghi di puntare su un attacco senza centravanti "vero" non permette di buttare palloni lunghi verso un "pivot" che protegga il pallone, apra gli spazi, faccia salire la squadra o semplicemente cerchi la conclusione in porta. Con Menez, El Shaarawy, Honda, Cerci, Bonaventura (a seconda delle scelte del mister) vai a nozze negli spazi larghi e in ripartenza, ma quando vieni pressato alto e trovi tutti gli spazi chiusi a doppia mandata, non riesci a creare gioco e occasioni da gol e lo dimostrano le tante partite in cui, nonostante l'impegno e la voglia messa in campo dai giocatori del Milan, il portiere avversario non ha dovuto certo fare gli straordinari. Passando al lato mentale della questione, bisogna dire che giocare contro avversari più forti, toglie pressione e responsabilità, ti permette di essere più rilassato, perchè hai poco o nulla da perdere e, quindi, tutto ciò che viene è tanto di guadagnato e, così, spesso il buon risultato o la bella prestazione arrivano veramente, anche perchè le motivazioni vengono da sè e il lavoro di un allenatore nel preparare la partita è facilitato; quando, invece, devi fare la partita e importi contro un avversario più debole, la squadra manca di personalità e mentalità vincente e nascono i problemi e non confondiamo questo con la mancanza di voglia; a parte qualche eccezione, i giocatori hanno sempre mostrato impegno, ma faticano ad andare oltre i loro limiti e questa non è una colpa solo loro, ma anche di chi ha assemblato una rosa non da Milan.

Ora arriva una partita difficile, contro una squadra che sta davanti in classifica e sta giocando meglio, quindi paradossalmente potremmo rivedere un Milan pimpante e competitivo, ma questa volta ci sono problemi di organico e formazione dovuti alle tante assenze, per infortuni e squalifiche: uomini contati in difesa e due Primavera convocati, in attesa che dal mercato arrivi qualche rinforzo, soprattutto sulle fasce; a centrocampo mancherà la diga De Jong, neppure lui molto brillante nelle ultime uscite, ma che almeno garantisce solidità al reparto; ciò consentirà di riportare Montolivo playmaker davanti alla difesa invece che defilato come al solito, un vantaggio in fase di costruzione del gioco, ma non quando c'è da arginare gli avversari e coprire e proteggere una difesa che, come si è visto ripetutamente, fa acqua da tutte le parti; da stabilire i partner del capitano in mediana, mentre in attacco sembra confermata la soluzione senza centravanti, con Menez centrale e Pazzini pronto a subentrare in caso di necessità e, magari, titolare nel replay di Coppa Italia martedì, perchè questa volta c'è da fare delle scelte anche nell'ottica della doppia partita ravvicinata, evento raro in questa stagione senza coppe europee. Soprattutto, però, ci vorrà il miglior Milan dal punto di vista della personalità, della determinazione, della voglia di reagire e di tornare a vincere; Inzaghi ha promesso un Milan con la bava alla bocca e speriamo lo si veda davvero nel senso positivo del termine, visto che ultimamente i giocatori del Milan avevano la bava alla bocca nel vano tentativo di rincorrere senza riuscirci avversari più veloci, grintosi e determinati, che arrivavano sempre prima sul pallone e sembravano più freschi fisicamente. Vogliamo un Milan con undici leoni, vogliamo un Milan che onori la maglia e dia tutto in campo, poi se gli avversari saranno comunque più forti pazienza, perchè siamo tutti consci dei limiti di questa squadra (tutti meno chi dovrebbe intervenire per migliorarla e, invece, continua a sostenere che non la cambierebbe con nessun altra), ma pretendiamo il massimo impegno per trasformare i fischi in applausi e tornare ad emozionarci per una squadra che ultimamente ci sta facendo soffrire. Magari anche giocare lontano da un San Siro ultimamente ostile (Curva Sud a parte, sempre ammirevole nel sostegno alla squadra) può rappresentare un piccolo vantaggio, ma la svolta la devono imprimere i giocatori, scendendo in campo senza paura e caricati come molle, per tornare a fare grande un Diavolo ora troppo piccolo e povero per essere vero.