Ora servono i punti

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sabato 4 ottobre 2014, 01:38Vista dalla Curva
di Davide Bin
Il Milan ospita il Chievo e cerca quella vittoria che manca da tre partite e che permetterebbe di arrivare più serenamente alla sosta del campionato.

Il Milan chiude il trittico di partite "abbordabili" affrontando il Chievo a San Siro; si torna davanti al pubblico amico dopo la sconfitta contro la Juventus e dopo due trasferte in cui si sperava di raccogliere bottino pieno, ovvero sei punti e, invece, ne sono arrivati solo due, frutto di altrettanti pareggi in rimonta dal sapore agrodolce, perchè è vero che sono state evitate sconfitte ancor più gravi e umilianti, ma le aspettative erano ben diverse dopo l'ottimo avvio nelle prime due giornate. Inzaghi continua a vedere il bicchiere mezzo pieno, mettendo in risalto la voglia di lottare e di vincere dei suoi ragazzi, che mostrano impegno e quella rabbia richiesta anche dai tifosi, ma è chiaro che per vincere ci vuole anche altro, ovvero difesa solida, centrocampo che garantisca copertura e sappia far partire le azioni offensive e attacco prolifico. Tutte queste cose si sono viste solo a sprazzi e mai tutte insieme a dimostrazione che la coperta è un po' corta: se il Milan prova a giocare calcio offensivo e a fare la partita, come avvenuto a inizio campionato e in avvio delle ultime due partite, va in sofferenza a centrocampo e, soprattutto, in difesa e subisce molti gol; se, al contrario, sceglie un atteggiamento più prudente, come successo contro la Juventus, diventa improvvisamente inconcludente e poco pericoloso, visto che ha fatto solo il solletico alla retroguardia bianconera, quindi è davvero difficile trovare il giusto equilibrio. Un calcio molto offensivo richiede una difesa forte che sappia cavarsela anche se non adeguatamente protetta dagli altri reparti e ormai, bisogna rassegnarsi al fatto che il Milan non ha una retroguardia del genere, visto che sembra crollare ad ogni alito di vento come un castello di carte; Inzaghi, però, non demorde, anche perchè la sua volontà è di proporre un calcio offensivo e il reparto d'attacco è sicuramente il più completo e forte della squadra, ma queste prime giornate gli hanno fatto capire che il lavoro è lungo e complicato e il percorso è pieno di ostacoli da superare.

Adesso arriva la sfida con il Chievo, che doveva chiudere il filotto di vittorie che avrebbero consentito di rimanere nelle zone di alta classifica e, invece, ora sembra già un'ultima spiaggia per non sprofondare in crisi: una vittoria sistemerebbe molte cose ed è auspicabile a maggior ragione contro un avversario con il quale i rossoneri hanno una tradizione molto favorevole; nella scialba partita di andata della scorsa stagione, pareggiata al Bentegodi 0-0, il Milan interruppe una lunga serie di vittorie consecutive contro i clivensi, poi ripresa con la vittoria nella partita di ritorno, quindi la tradizione favorevole è un aiuto in più per tornare al successo dopo ben tre partite. Per Inzaghi Chievo fa rima con infortunio, quello patito nel 2001 per colpa di un'uscita di Lupatelli che lo costrinse a un lungo stop, ma ormai lui è concentrato sulla sua nuova carriera e il suo pensiero va più che ai brutti ricordi al modo in cui battere un avversario ostico, capace di vincere a Napoli e che, quindi, va affrontato con la massima attenzione e concentrazione se si vogliono evitare altri passi falsi che complicherebbero ulteriormente una situazione non facile, perchè il bell'avvio di campionato aveva illuso tutti e ora è facile cadere nell'eccesso opposto e mostrare più delusione del necessario.

Sembra che Inzaghi voglia tornare al 4-3-3, modulo che a suo parere esalta le caratteristiche di El Shaarawy e lo può far rendere al meglio, ma in verità il Faraone sembra ancora destinato alla panchina, per lasciare spazio a Honda e Menez come partners di Torres; sono molte altre le scelte da fare riguardo alla formazione, facendo ben attenzione allo stato di forma dei vari giocatori, anche perchè il gioco che Pippo chiede alla squadra è molto dispendioso dal punto di vista fisico e, infatti, in alcune occasioni si è visto un netto calo atletico dopo una porzione di gara. Il mister rossonero si apetta molto anche dal pubblico, confidando in uno stadio che sappia dare la giusta carica ai suoi ragazzi, come avveniva quando lui indossava (e onorava a suon di gol e vittorie) la maglia rossonera; il timore, però, è che dopo l'ovvio e scontato pienone in occasione di Milan-Juventus, San Siro torni desolatamente mezzo vuoto, anche perchè gli ultimi risultati deludenti non contribuiscono certo a diffondere entusiasmo. Ovviamente non esistono alternative alla vittoria se davvero si vogliono coltivare sogni di alta classifica, cioè di terzo posto, visto che i primi due sembrano già irraggiungibili per tutti e prenotati da Juventus e Roma; i bonus, però, sono già esauriti e ora bisogna fare sul serio, soprattutto in partite abbordabili come questa. Rabbia, impegno e voglia aiutano, ma ci vogliono anche bel gioco, organizzazione, equilibrio e attenzione, evitando grossolani errori individuali e di reparto e dando il massimo sotto tutti i punti di vista, per tornare a essere quel Milan che nelle prime due giornate aveva impressionato e ridato entusiasmo a tutto l'ambiente rossonero.