Un'altra delusione

Un'altra delusioneMilanNews.it
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
lunedì 8 dicembre 2014, 01:17Vista dalla Curva
di Davide Bin
Il Milan perde contro il Genoa e vede allontanarsi il terzo posto, anche se la squadra vista a Marassi non può certo sperare di lottare per quel traguardo, visto che ha messo in mostra tutti i suoi limiti.

Doveva essere la giornata buona per dare l'assalto al terzo posto, invece è arrivata un'altra delusione e con essa la prima sconfitta in trasferta per un Milan che lontano da San Siro non perdeva da maggio. Purtroppo bisogna ammettere che la sconfitta è meritata, perchè un Milan che era partito meglio degli avversari rendendosi più pericoloso in avvio di match è poi andato alla deriva una volta subito il gol e incredibilmente non ha mai tirato in porta in tutta la ripresa, quando, cioè, avrebbe dovuto fare di tutto per rimontare e ciò la dice lunga sui limiti tecnici ma anche caratteriali della squadra di Inzaghi. Il Genoa è stato più compatto e organizzato, si è dimostrato più squadra, ha messo in evidenza tutti i difetti degli avversari e li ha sfruttati per vincere la partita, uno scontro diretto che affrontava da lepre e da favorito e in cui, quindi, ha rispettato il pronostico. Un Milan sciupone in avvio, che ha subìto l'ennesimo gol su palla inattiva e che poi è stato impotente e incapace della minima reazione, perchè ancora una volta ha dimostrato di essere assolutamente inoffensivo quando si trova davanti difese arcigne e schierate e non ha la possibilità di sfruttare le ripartenze in spazi larghi. Un Milan che ha tradito anche sul piano della personalità, della motivazione, della grinta e della determinazione e questa è forse la colpa maggiore, viste le promesse fatte da Inzaghi e dai suoi ragazzi a inizio stagione; ci era stato detto che il Milan avrebbe perso solo contro squadre più forti e non con più voglia e se è già abbastanza umiliante dover ammettere che il Genoa è più forte e organizzato, dispiace enormemente dover prendere atto del fatto che gli avversari sono stati anche più motivati e vogliosi di vincere, perchè se il Milan avesse avuto la determinazione giusta, almeno avrebbe provato a rimontare con il cuore nella ripresa, buttando palloni avanti e andando all'assalto, magari confuso e disordinato ma con quella voglia che è mancata completamente e, ripeto, questo è davvero l'aspetto più sconsolante di questo amaro giorno di Sant'Ambrogio.

Ancora una volta Inzaghi conferma la formazione da molti ipotizzata alla vigilia: va in campo la stessa formazione che ha battuto l'Udinese per quanto riguarda difesa e attacco, mentre a centrocampo ci sono due novità, ovvero il rientro di De Jong e il rilancio dal primo minuto di Montolivo dopo il lungo infortunio; l'unico "sopravvissuto" della mediana anti-Udinese è Bonaventura (che si rivelerà uno dei pochi a salvarsi), ma si conferma la recente tendenza di Inzaghi nel preferire un centrocampo più tecnico che muscolare, per provare a essere più incisivi nella costruzione del gioco. L'avvio di partita è piuttosto caotico e disordinato: grande pressing da parte di entrambe le squadre e ciò va a discapito della qualità del gioco, visto che ci sono molti errori e si fatica a vedere una sequenza di tre o più passaggi consecutivi. C'è comunque più Milan che Genoa nella prima mezz'ora, visto che i rossoneri arrivano alla conclusione con Menez (tiro debole) ed El Shaarawy (colpo di testa anch'esso debole e centrale) e poi si divorano l'occasione più gigantesca e colossale della partita con lo stesso Menez, che sfrutta un errore di Kucka per involarsi solo verso Perin, ma poi gli tira addosso centrandolo nello stomaco. Poi, improvvisamente, cambia l'inerzia della partita e sono guai per un Milan che mostra già chiari sintomi di nervosismo: prima Diego Lopez salva sul tiro di Bertolacci, ma poco dopo, sugli sviluppi di uno dei tanti calci d'angolo tirati dagli avversari, arriva l'ennesimo disastro su palla inattiva, visto che l'ex Antonelli (cresciuto nel settore giovanile rossonero) sovrasta Bonera di testa e deposita in rete. Chi si aspetta una reazione del Milan deve accontentarsi di un tiro di Bonaventura che riesce a trovare uno spiraglio seppur accerchiato da un nugolo di avversari, ma il Milan potrebbe chiudere il primo tempo con un passivo più pesante, per colpa di un errore in disimpegno di Armero che consegna palla a Perotti, sul tiro del quale rimedia Bonera, con un salvataggio sulla linea a Lopez battuto.

Il vero disastro rossonero si materializza nella ripresa: ti aspetti un Milan all'assalto e, invece, la squadra è lenta, abulica, incapace di verticalizzare e costretta a giocare solo in orizzontale, in modo sterile e improduttivo. Perin rimane inoperoso ed è il Genoa ad avere un paio di occasioni per il raddoppio, mentre il Milan balbetta calcio inguardabile e si dimostra molto nervoso, soprattutto con Mexes che, già ammonito, rischia in un paio di occasioni l'espulsione, soprattutto quando reagisce in modo scomposto ad un fallo, in verità brutto, di Sturaro. Inzaghi prova a rivitalizzare la sua squadra con le sostituzioni: Poli al posto di Montolivo (che non può avere i novanta minuti nelle gambe), Pazzini al posto di Honda per avere un punto di riferimento là davanti che possa sfruttare qualche pallone, visto che il pressing feroce del Genoa spesso costringe al lancio lungo dalle retrovie e, quindi, serve un giocatore che possa controllare e difendere il pallone spalle alla porta e far salire la squadra. Tutto vano, purtroppo, così come la mossa della disperazione (Niang al posto di El Shaarawy), nel senso che il francese fa disperare perdendo tutti i palloni che tocca e mostrandosi fumoso ed evanescente. In pratica l'unica occasione arriva addirittura al 43° ed è un tiro alto di Bonaventura; troppo poco per sperare di trovare almeno il pareggio e, infatti, arriva una sconfitta deludente ma meritata.

Il Milan era l'unica squadra di tutta la Serie A ancora imbattuta in trasferta, ma non è sicuramente questo l'aspetto più preoccupante di questa giornata amara: purtroppo è arrivata la conferma che appena si alza un po' l'asticella della difficoltà questa squadra va in difficoltà, così come i suoi giocatori migliori, visto che Menez, strepitoso contro l'Udinese, questa volta è stato il peggiore in campo, oltretutto sprecando l'occasione più ghiotta di tutto l'incontro. Forse è stata quella la "sliding door" della partita, perchè se il francese avesse segnato probabilmente ora staremmo facendo altri discorsi, ma poi sono arrivati altri problemi, come l'ennesimo gol subìto su palla inattiva e forse sarebbe meglio pensare a risolvere questo annoso e grave problema, invece di inventare cervellotici schemi sui calci piazzati a proprio favore, come quello in cui alcuni giocatori rossoneri sono andati a infoltire la barriera avversaria per coprire la visuale a Perin, ma poi chi ha tirato la punizione ha centrato proprio la barriera e, paradossalmente, proprio un compagno di squadra. In fondo non si può pretendere molto se il tuo teorico trascinatore è il peggiore in campo, se Honda è tornato nell'anonimato dopo un buon avvio di stagione, se El Shaarawy fatica a ritrovarsi, se a centrocampo c'è poca fantasia e poco dinamismo, se in difesa si torna a commettere errori banali per troppa sufficienza o ci si mostra troppo nervosi. I problemi da risolvere sono tanti e questa squadra fatica a fare il salto di qualità, mostrando limiti evidenti sia tecnico-tattici che caratteriali, altro che la perfezione tanto sbandierata durante la visita presidenziale! Difficile alimentare ancora illusioni e sogni di terzo posto in una giornata iniziata con la buona notizia del pareggio del Napoli contro l'Empoli, ma chiusa in modo amarissimo; non è tanto il distacco a preoccupare, quanto la prestazione di una squadra che poteva e doveva fare di più e, invece, ci ha offerto solo un'altra delusione, che rischia di essere una svolta in negativo di questa stagione.