Esplosività ed istinto del gol: il Pazzo è quello che ci voleva

Esplosività ed istinto del gol: il Pazzo è quello che ci volevaMilanNews.it
© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport
martedì 21 agosto 2012, 16:00News
di Emiliano Cuppone

L’addio di Zlatan Ibrahimovic richiedeva l’innesto di una prima punta di peso nell’organico di Massimiliano Allegri, premesso che lo svedese è praticamente insostituibile per qualità e caratteristiche, l’arrivo di Giampaolo Pazzini ben s’inserisce in questo contesto.
Il 28enne di Pescia (provincia di Pistoia) è una prima punta dinamica, uomo d’area dalle spiccate doti tecniche. Per lui 337 presenze da professionista (fra Atalatanta, Fiorentina, Sampdoria ed Inter) e 115 gol dal 2003 ad oggi, con il miglior periodo della sua carriera vissuto in blucerchiato nel biennio compreso fra il gennaio 2009 e quello 2011 al fianco di Antonio Cassano con 87 presenze e 48 gol. Splendidi anche i suoi primi sei mesi all'Inter, arrivato per 18 milioni, il Pazzo è andato in rete ben 11 volte su 17 presenze in campionato con Leonardo che lo mise al centro del suo progetto tecnico. In precedenza nella sua carriera i primi anni con l'Atalanta, giovanissimo ed impiegato con attenzione, poi la difficile esperienza in viola, con il rapporto mai esploso con Prandelli che continuava a preferirgli altri attaccanti, lasciando che chiudesse con uno scarno bottino di 33 gol in 134 presenze totali distribuite in 4 anni altalenanti.
Forte fisicamente, non altissimo (180cm), ma dotato di uno stacco poderoso che ne fa un arma micidiale sui palloni alti, con il colpo di testa che resta la sua arma migliore per tempismo e potenza che riesce ad imprimere al pallone.
L’ultima stagione con l’Inter non l’ha visto protagonista, 22 presenze in campionato di cui solo 11 da titolare, 5 gol (secondo miglior goleador nerazzurro) e 3 assist, con un rating (voto medio) di 6.43. Il ragazzo ha una gestione della sfera importante, ha completato il 76.6% dei passaggi tentati (ottima media per una punta), ha vinto il 51% dei duelli aerei ingaggiati con gli avversari, sintomo di una forza fisica rilevante, di un’ottima capacità di coprire il pallone e di una buona tecnica che gli permette di trattare la sfera con una certa dovizia. Si presenta al tiro con una media di 2.3 volte a partita (terzo miglior tiratore nerazzurro, ottima media per un uomo d'area), pochissimi dribbling (una media di 0.2 per partita) e passaggi chiave per la manovra (0.7 di media) per un giocatore che è vero e proprio animale d’area di rigore.
Il ragazzo ha anche esperienza internazionale ed un’ottima media realizzativa nella massima competizione europea, 6 presenze con l’Inter e 3 gol, 1 ogni due partite, sintomo che non soffre poi così tanto le pressioni. Il Pazzo è una prima punta mobile e letale, terminale perfetto di una manovra avvolgente, capace di inserirsi negli spazi, di giocare sul filo del fuorigioco e bruciare le difese avversarie con scatti fulminei ed un fisico capace di proteggere la posizione acquisita. Con le dovute cautele (sua altezza del gol ci perdonerà) assomiglia a Filippo Inzaghi per caratteristiche, anche se abbina una potenza fisica differente.
Più che alternativa, ci sembra il partner ideale per Alexandre Pato, capace di rifornirlo con appoggi di testa, di liberare gli spazi per le proverbiali sfuriate in velocità del Papero, di sfruttare lo spazio fra le linee creato dal nuovo numero 9 rossonero quando va a prendersi i palloni lontano dalla porta.
Forza fisica, tempismo, istinto del gol ed una tecnica importante che tanto bene potranno fare con la maglia rossonera, Giampaolo Pazzini è un innesto decisamente importante, il tipo di giocatore che serviva alla causa di Massimiliano Allegri, una prima punta di peso che completa un parco attaccanti ben congeniato.

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