Ibra e Pioli. La telenovela Camarda: non è il caso

Ibra e Pioli. La telenovela Camarda: non è il casoMilanNews.it
domenica 10 marzo 2024, 00:00Editoriale
di Andrea Longoni

Dal Milan oggi pomeriggio ci si aspetta una prestazione decisamente diversa rispetto a quella deludente di giovedì in Europa League. Contro lo Slavia Praga non si è vista la superiorità numerica per più di un'ora di gioco: in generale, la squadra ha fatto davvero fatica a esprimere un gioco accettabile. Il Milan fa male dietro, ma sta facendo fatica anche nella costruzione.

Oggi con l'Empoli, seppur con qualche assenza, è lecito chiedere una vittoria in tranquillità e, se possibile, senza subire reti in modo da non peggiorare il triste dato di 32 gol subiti fino a questo momento. Su Pioli ci siamo già espressi e le parole di Ibra di venerdì ("Cosa deve fare per la riconferma? Deve continuare come sta facendo, sta facendo un buon lavoro e siamo felici di lui”) devono essere prese per quello che sono: dichiarazioni di circostanza, dal manuale del buon dirigente, rilasciate quando mancano ancora diverse settimane alla fine della stagione, alla quale, in qualche modo devi pur arrivarci.

Capitolo Camarda: oggi il ragazzo compie 16 anni e potrebbe finalmente firmare il suo primo contratto da professionista. Firma che non arriverà nelle prossime ore, nè nei prossimi giorni e che dovrebbe arrivare in estate. Il condizionale è purtroppo ormai d'obbligo. Chi ha il Milan nel cuore avrebbe fatto sicuramente a meno, però, dell'ennesima telenovela, per un giocatore che fino a ieri aveva 15 anni e che diventerà maggiorenne soltanto tra 2. Un paio di considerazioni. La prima è un appunto alla dirigenza: andava trovato l'accordo, verbale s'intende, prima ancora di farlo esordire in Serie A, in quello che avrebbe dovuto essere un patto di ferro anche a livello di cifre economiche. C'è insomma un colpevole ritardo, che permette anche sondaggi di club rivali come l'Inter: non andrà lì, ma anche solo la notizia è un fastidio per il tifoso milanista.

La seconda riguarda invece il suo entourage: da fuori, leggendo anche l'intervista di Riso del 28 febbraio a Forbes ,sembra tanto una battaglia del grano, il che è molto triste considerata la giovanissima età del suo assistito. Perchè se parliamo di percorso di crescita, credo che nessuno abbia dubbi sulla necessità di dover continuare in quella che è la sua famiglia a livello calcistico, senza fare mosse pericolose altrove. Con questi contorni (la speranza è che la famiglia ne sia consapevole) si rischia anche di rovinare un po' la bella favola del ragazzo: sul tema ripensare alla storia di Donnarumma al Milan.