Mike, tocca a te. Ragazzi, dobbiamo correre.

Mike, tocca a te. Ragazzi, dobbiamo correre.MilanNews.it
sabato 9 marzo 2024, 00:00Editoriale
di Mauro Suma

Lo leggiamo praticamente tutti i giorni sui quotidiani sportivi: è tornato Tomori, è tornato Kalulu, è tornato Malick Thiaw, insomma sono tornati tutti in difesa, l'emergenza è finita, bene. Adesso guardiamo avanti. Ma attenzione, per guardare avanti c'è bisogno di lui, c'è bisogno di Mike. Certo, è tornato il fortino di Mike, ma adesso serve che torni anche Mike. Maignan in realtà non è mai andato via, la professionalità di Mike non è mai in discussione, la qualità degli allenamenti, la tenuta mentale. Il nostro portierone è sempre il nostro portierone, ma in qualche modo ci sentiamo meno protetti di prima, ci stiamo riscoprendo più vulnerabili di prima. Il fatto è che per guardare in alto come abbiamo guardato l'anno dello scudetto, per guardare in alto adesso, che significa arrivare secondi e provare davvero a vincere l'Europa League,

Mike è imprescindibile. Mike è una quercia protettiva, Mike è importantissimo per la squadra, Mike è uno dei nostri Capitani e di qui alla fine della stagione noi aspettiamo che in tutto e per tutto torni Mike, perché è fondamentale  perché è sacrosanto, perché è imprescindibile per il Milan che torni. Poco importa se il primo gol con lo Slavia si poteva prendere, poco importa per la croce che ha funzionato a Napoli è un po' meno invece a Bergamo e a Frosinone. Di Mike noi desideriamo ritorni il prima possibile la mano sicura, non solo quella fra i pali ma anche quella tesa verso i compagni, da leader assoluto quale è. Mike Maignan, la nostra vera svolta degli ultimi due mesi della stagione ha assolutamente il suo nome e inesorabilmente il suo cognome. Forza Mike sempre con te e avanti con te.

C'è qualcosa nella nostra squadra di quest'anno che ogni tanto si accende e ogni tanto si spegne. Quel qualcosa che non è la fase offensiva, la nostra squadra il modo di fare gol lo conosce, la via della rete avversaria la trova sempre. È pensata per quello, è strutturata per quello è concepita per quello. Però se nelle nostre partite concepite per fare gol non riesce a entrare la consapevolezza di essere equilibrati, la capacità di fare filtro, l'intensità, la determinazione, la corsa, allora rischiamo di avere problemi fra un tempo e l'altro come accaduto a Roma o dentro la stessa partita in fasi articolate fra loro come contro lo Slavia Praga.

Ragazzi, bisogna dare tutto sempre, la squadra non lo fa apposta, la squadra è fatta da uomini adulti e maturi che poi però hanno le loro caratteristiche, che hanno il loro timbro, ma è fondamentale per il risultato di ciascuno di noi che in ogni momento della partita sia più quello che si accende che quello che si spegne. Quello che è accaduto contro la Slavia Praga è stato difficilmente comprensibile. Nel senso che per come si era chiuso il primo tempo sul 3-1, con la squadra col canino fuori risulta difficile capire come si sia dissolto tutto fino al 3-2 avversario. Senza apparenti motivi, senza che l'avversario avesse cambiato atteggiamento struttura o ritmo. C'è qualcosa dentro di noi che ogni tanto si accende e ogni tanto si spegne e noi dobbiamo fare di tutto perché rimanga il più possibile acceso e il meno possibile spento. È la volata finale, non dobbiamo e non vogliamo avere rimpianti. Forza ragazzi, sempre accesi.