Un mercato deludente. Troppe chiacchiere sul futuro. Braida e Capello crudi: i difetti e le storie sono tante. Il sindaco Sala nella nebbia

Un mercato deludente. Troppe chiacchiere sul futuro. Braida e Capello crudi: i difetti e le storie sono tante. Il sindaco Sala nella nebbiaMilanNews.it
venerdì 2 febbraio 2024, 00:00Editoriale
di Luca Serafini

Si è chiuso senza botto il mercato di gennaio. Non ho scritto botti, nonostante sia convinto che nessuno abbia fatto colpi veri e propri, per evitare le solite critiche. Il Milan ha preso Terracciano dal Verona, che aspetterei a spellare vivo dopo il doppio errore col Bologna (si fa scappare l'uomo, poi lo strattona provocando il rigore), ma non sono arrivati né il centrocampista né la punta e nel frattempo se n'è andato Krunic. Insieme con il rientro di Gabbia e i prestiti di Maldini, Romero e il giovane Vasquez, più uscite che entrate.

Sono mancate idee e opportunità, in generale. Molto hanno fatto in quantità Genoa, Juventus, Monza, Salernitana, Torino, Verona, tappando falle, rimpinguando le rose (come di norma si fa a gennaio). Il Milan ha lasciato roteare la solita infinita girandola di nomi, senza però affondare il tiro. Si aspettano i rientri degli infortunati, non così a breve, e il ritorno di Bennacer. Come tutti, mi aspettavo qualcosa. Come pochi, mi arrendo alle cifre di alcuni e alle pretese di altri. C'è chi spende come e quanto vuole, non fermandosi a ricatti e imposizioni di entourage vari, e chi sta più attento. Ma non fatevi abbagliare, per favore. Prendiamo per esempio Alcaraz, gioiellino del Southampton: i miei Saints stanno facendo benissimo in Championship, lanciati (spero) nel ritorno in Premier. Le stelle della squadra allenata da Russel Martin, al momento con la striscia positiva più lunga della stagione in Inghilterra, sono anzitutto Fraser, 29enne in prestito dal Newcastle (cui ha chiesto di restare definitivamente in biancorosso), il terzino Walker Peters ambito da grandi club europei, gli attaccanti Adam Armstrong e Adams, l'astro nascente Edozie. In mezzo c'era Alcaraz, finito alla Juve: buon profilo da trequartista, tecnico, duttile, tutto da verificare in serie A. Non vale certamente le cifre di cui si sta parlando in questi giorni (dai 35 fino addirittura a 50 milioni). Il tempo dirà.

Ripeto che mi aspettavo qualche ritocco sostanzioso al Milan e se lo aspettava anche Pioli, non ne ha mai fatto mistero. Quindi comprendo la delusione dei tifosi. E' un fatto che - pur senza innesti - sarebbe bastato gestire meglio le partite di Salerno e col Bologna in campionato, per avere prospettive assai diverse già oggi. E' un altro fatto che - pur senza innesti - sarebbe bastato gestire meglio la partita di Coppa Italia con l'Atalanta per avere ambizioni primaverili ancora su 3 fronti. Niente di tutto questo. Anzi.

L'andamento ondivago dei rossoneri ha ferito Ariedo Braida e Fabio Capello. L'ex DS ha parlato di una squadra da centroclassifica e troppi giocatori non all'altezza, l'ex allenatore ha sottolineato lo smantellamento del centrocampo più forte d'Italia", per inciso quello con il turco, Kessie e Tonali. Partirei da qui.

Non voglio fare l'avvocato difensore, ricordo solo i fatti. Al turco fu offerto il doppio dello stipendio, non si degnò nemmeno di rispondere a Maldini e accettò l'Inter per un pugno di dollari in più. Scelta sua. In 4 anni al Milan aveva giocato bene 6 mesi. Kessie riempì una pagina intera di un quotidiano dichiarando amore eterno, poi è andato al Barcellona dove non è esploso e oggi è in Arabia. Si poteva fare uno sforzo? Mi risulta che fosse stato equiparato a Leao nelle proposte, ma non si poteva pareggiare l'offerta del Barcellona se non ricomprandolo, di fatto. Di Tonali sappiamo e oggi purtroppo scopriamo che il Milan non lo avrebbe avuto nemmeno se fosse rimasto... Credo che Reijnders, Pulisic e Loftus siano stati acquisti azzeccati, ma al Milan mancano uno-due mediani incontristi di peso (i famosi doberman). E anche questo è un fatto.

Ariedo è stato più tranchant, lui ha ancora sangue, anima e cuore rossoneri. Non penso che la squadra sia da metà classifica, tutt'altro, ma certo non ha la struttura, la ferocia e quindi la competitività per restare al passo delle fuggitive. Credo anche di dover aspettare ancora prima di bocciare in assoluto alcuni acquisti. Non ho dubbi comunque che da oggi bisogna preparare un mercato estivo importante, decisivo. Chiunque sia l'allenatore e casomai la proprietà. 

A proposito. Troppe e decisamente incontrollate le chiacchiere sul futuro a breve-medio termine che riguardano il Milan. La squadra e Pioli hanno bisogno di sicurezze per almeno altri 4 mesi, bene farebbe il club a dargliene: la testa dev'essere sgombra in questo rush finale, in cui ci sono di mezzo ancora una coppa europea e un campionato. La girandola che parte da Antonio Conte per arrivare a carneadi vari inizia già a stordire.

Quanto agli arabi dietro l'angolo, ai prestiti, ai passaggi delle quote e tutto il resto, non mi farò mai più né distrarre né tanto meno ammaliare dalle chiacchiere. Quali fossero le strategie della nuova proprietà dal primo all'ultimo closing, è sempre stato chiaro a tutti: ristrutturazione finanziaria, stadio nuovo, recupero della competitività per avere un prodotto vendibile. Sulle tempistiche, lascio gli scoop ai più informati e ai più ricchi di spifferi di portineria. Il campo resta la priorità. 

Infine, lo stadio nuovo. Il sindaco di Milano mi sembra davvero entrato in una fase patetica della sua propaganda: in questi anni di reiterato ostruzionismo ha imbastito ricattini verbali, lanciato minacce, sollevato dubbi su San Donato, ma mai, mai, mai una proposta seria, percorribile, concreta per far sì che il Milan restasse a Milano. San Siro o non San Siro. Sarebbe anche ora che la smettesse anche lui con le chiacchiere, che com'è noto se le porta via il vento: peccato che a Milano il vento non soffi più da qualche anno, tanto è vero che è tornata la nebbia.