Zirkzee: prenderlo e puntarci sopra per anni. Gol presi: ecco di chi è la colpa primaria. Europa League: un obbligo arrivare in fondo per dare un senso alla stagione

Zirkzee: prenderlo e puntarci sopra per anni. Gol presi: ecco di chi è la colpa primaria. Europa League: un obbligo arrivare in fondo per dare un senso alla stagioneMilanNews.it
lunedì 29 gennaio 2024, 00:00Editoriale
di Pietro Mazzara

Vedere dal vivo Joshua Zirkzee, sabato sera, è stato uno spettacolo. L’attaccante del Bologna ha fatto vedere, al nuovo esame di San Siro dopo quello contro l’Inter nel girone d’andata, perché il Milan e non solo hanno messo gli occhi su di lui. La volontà è quella di mettere anche le mani sul cartellino del nove del Bologna, vero prototipo dell’attaccante moderno che farebbe al caso del Milan a prescindere da chi sarà la guida tecnica della prossima stagione (esame superato anche da Thiago Motta e dal suo Bologna, che bell’identità). Il prezzo di Zirkzee sarà, in estate, qualcosa di molto importante ma il Milan non può non provarci. Sarebbe un delitto e un errore, se poi le richieste del Bologna saranno fuori logica, allora sarà giusto cambiare strada ma non tentare di portarsi avanti sul ragazzo sarebbe un errore importante. Perché Zirkzee ha nelle fibre muscolari e nel chip del suo talento tutte le caratteristiche per poter essere un attaccante di livello assoluto, specie in una realtà come quella del Milan, dove i talenti diventano campioni se reggono a livello mentale. Rispetto a De Ketelaere, Zirkzee sembra essere più formato sotto questo aspetto. La facilità di giocate che ha mostrato due sere fa è stata disarmante, così come la differenza di ritmo. Quando ha accelerato, ha dato la sensazione di poter fare ciò che voleva e anche il suo gol, seppur con un Maignan complice (la parata da futsal non va abusata), è tutt’altro che semplice sia per balistica sia per capacità di lettura del momento in cui calciare in porta. 

Sabato sera, al netto dei rigori sbagliati, il Milan è tornato a prendere di nuovo gol in maniera troppo semplice. Non è solo colpa dei singoli giocatori, ma di un modo di difendere a livello globale che fa acqua. Troppo spesso ci sono delle spaccature importanti tra la prima e la seconda-terza linea. Spazi in cui gli avversari si infilano con facilità, prendendo a campo aperto i difensori milanisti, costretti a lunghe corse all’indietro per accorciare angoli di giocate e di tiro. Anche contro il Bologna, se si prendono in rassegna non solo l’azione del gol di Zirkzee, ma anche quelle delle altre occasioni felsinee e quella che poi porta al rigore causato da Terracciano, si nota come ci sia più di un ingranaggio che non funziona. In sostanza, il Milan non fa filtro a centrocampo e porta tanti, forse troppi, uomini nella metà campo avversaria concedendo poi delle ripartenze pericolose. Sono voragini che si vedono a occhio nudo e sulle quali gli altri allenatori lavorano in settimana mentre con il passare delle settimane, questo problema in casa rossonera diventa sempre più evidente e poco corretto. Il doppio regista leggero è certamente una causa di queste situazioni, così come lo è questa frenesia della squadra che, anche in vantaggio, si spinge sempre in avanti senza saper leggere gli spartiti nei finali di gara. Non sarà un caso che dei 25 gol presi in 20 gare di campionato, 17 siano arrivati nei secondi tempi, dato che testimonia come la squadra vada in down nei secondi 45 minuti, ovvero quelli dove si indirizza una partita. 

Pioli, nella conferenza post gara, si è detto preoccupato del contraccolpo psicologico che il pareggio con il Bologna potrà avere sulla squadra. Oggi a Milanello toccherà a lui parlare ai giocatori, <b>ma servirà anche la presenza di Zlatan Ibrahimovic</b>, che in questi frangenti può e deve essere l’uomo di riferimento. <b>Il pari con il Bologna ha fatto storcere il naso a tutti, in primis alla dirigenza, che sperava legittimamente di poter continuare nel trend di vittorie anche per rosicchiare punti alla Juventus, fermata dall’Empoli. Invece così non è stato e la sensazione è che sarà lunga arrivare a maggio, veleggiando al terzo posto e con l’obbligo di fare benissimo in Europa League. Altrimenti la stagione 2023-24 sarebbe un fallimento sportivo, in tema di risultati, sul 98% della linea e delle aspettative di inizio anno</b>.