I trofei, la top11, il calciatore più amato, i 3 grandi allenatori e le 10 frasi: grazie Presidente per il grande Milan!

I trofei, la top11, il calciatore più amato, i 3 grandi allenatori e le 10 frasi: grazie Presidente per il grande Milan!MilanNews.it
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
martedì 13 giugno 2023, 00:40News
di Antonello Gioia

Il compianto Silvio Berlusconi è il presidente più vincente nella storia del calcio italiano e il quinto più vincente nella storia del calcio mondiale, avendo vinto, durante il suo periodo di presidenza dell'AC Milan durata dal 1986 al 2017, ben 29 trofei: 8 Scudetti, 1 Coppa Italia, 7 Supercoppe italiane, 5 Champions League, 2 Coppe Intercontinentali, 5 Supercoppe Uefa, 1 Mondiale per club. 

LA TOP 11 DEL MILAN DI BERLUSCONI

MILAN (4-3-1-2):

Dida
Cafu Nesta Baresi Maldini
Rijkaard Pirlo Gullit
Kakà
Shevchenko Van Basten

Allenatore: Arrigo Sacchi

A disposizione: Rossi; Thiago Silva, Tassotti; Donadoni, Seedorf; Ibrahimovic, Weah.

I GRANDI COLPI DEL MILAN DI BERLUSCONI

Il primo acquisto in termini cronologici fu Roberto Donadoni, arrivato per 8 milioni di euro nel 1986. Dopo Daniele Massaro, arriva l'amore per Carlo Ancelotti, sia da calciatore che poi da allenatore. Leggendari i tre colpi olandesi: Gullit (1987), Van Basten (1987) e Rijkaard (1988). Poi i due geni dei Balcani: Savicevic e Boban, arrivati entrambi nel 1992. Poi Papin, Desailly, Baggio, Leonardo, Bierhoff, fino ai tempi più recenti: i colpi straordinari di Kakà e Shevchenko, non dimenticando Nesta, Inzaghi, Gattuso, Ronaldinho, Pato, Ibrahimovic... Sempre accompagnato dai due storici capitani: Paolo Maldini e Franco Baresi.

IL CALCIATORE PIU AMATO

"Il calciatore più amato? È difficile rispondere, - aveva detto Silvio Berlusconi nel 2020 in un'intervista a Il Corriere della Sera'- la storia del mio Milan è stata di grandi campioni, che hanno fatto sognare ogni tifoso, me per primo. Con i miei 'ragazzi' si è instaurato sempre un rapporto personale di stima e di affetto. Ma se proprio devo indicarne uno, scelgo Marco Van Basten, simbolo della bellezza del calcio come lo intendo io. Un protagonista leggendario che lasciò un vuoto incolmabile quando troppo presto dovette abbandonare i campi di calcio".

I GRANDI ALLENATORI

Fabio Capello. Sostituisce Liedholm nel 1987 e rimane sulla panchina solamente fino alla fine della stagione, arrivando in Coppa UEFA. Diventa dirigente della Mediolanum, per poi fare ritorno al Milan nel 1991, quando Arrigo Sacchi viene chiamato dalla Nazionale. Vince quattro campionati italiani, quattro Supercoppe italiane, una Champions League e una Supercoppa europea. Torna nel 1997-98 dopo una stagione al Real Madrid, senza però brillare come negli anni precedenti.

Arrigo Sacchi. L'idea era quella di comandare il gioco, con il Profeta di Fusignano che diventa allenatore da Milan quando il suo Parma, in Serie B, elimina i rossoneri in Coppa Italia. Porta otto titoli, in particolare due Coppe Campioni.

Carlo Ancelotti. L'altro grande allenatore del Milan di Berlusconi. Famosa la querelle per l'Albero di Natale e, qualche volta, delle due punte che Silvio voleva sempre in campo. Uno Scudetto, una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana, due Champions League. Otto stagioni, solamente una volta oltre il quarto posto nel 2007-08.

LE 10 FRASI DI BERLUSCONI

Quali sono le frasi che hanno reso celebre - ancor più di quanto non fosse - Silvio Berlusconi come presidente del Milan? Difficile sceglierle perché nel corso degli anni è stato istrionico, ma anche abbastanza chiaro: la formazione voleva farla lui, poi probabilmente non la faceva, ma era il modo per mettere pressione ai proprio tecnici.

1986 - "Il Milan? È un affare di cuore, costoso, ma anche le belle donne costano".

1988 - Tutte le cose di cui mi occupo sono profane; ma il Milan è sacro.

1988 - Maradona? Grande giocatore ma nel Milan non potrebbe essere inserito. Carattere difficile.

1995 - Speriamo di aver confezionato una squadra capace di produrre spettacolo perché abbiamo precisi doveri verso i nostri tifosi e verso il resto del mondo, dove siamo la realtà italiana più conosciuta dopo la mafia e la pizza.

1998 - Cara Santità (Giovanni Paolo II, ndr), mi lasci dire che lei assomiglia molto al mio Milan. Infatti, lei, come noi, è spesso all’estero, cioè in trasferta, a portare in giro per il mondo un’idea vincente. Che è l’idea di Dio.

2000 - Il signor Lizzola era un bravissimo sarto e aveva un motto a proposito della buona stoffa: attenzione a che sarto la dai.... (criticando Zaccheroni: verrà poi esonerato).

2004 - Manderò una lettera: da lunedì qualsiasi tecnico del Milan sarà obbligato a giocare con almeno due punte. Non è una richiesta, è un obbligo. (consigliando ad Ancelotti di lasciare l'Albero di Natale che lo ha reso famoso).

2006 - Le bandiere nel calcio non si vendono e non si comprano. Mi è stato ricordato che però ho comprato Nesta che era la bandiera della Lazio. Non ho mai fatto un’offerta per Nesta quando ero presidente del Milan, il mio pensiero era che la Lazio lo dovesse tenere stretto. Poi quando, per motivi economici, è stata costretta a metterlo sul mercato, di fronte alla possibilità molto concreta che il giocatore andasse alla Juventus, allora, e solo in quel caso, sono intervenuto, per non permettere che un mio diretto concorrente si rafforzasse.

2013 - Allegri? No el capisse un casso.

2013 - Il Milan la squadra più titolata del mondo, e io il presidente che ha vinto più trofei. Santiago Bernabeu ne ha vinti la metà e gli hanno pure intitolato uno stadio.