Pagni: "Milan ultimo per km percorsi e scarsa solidità difensiva. Per ora paga il preparatore"

Pagni: "Milan ultimo per km percorsi e scarsa solidità difensiva. Per ora paga il preparatore"MilanNews.it
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
mercoledì 27 settembre 2017, 19:12News
di Thomas Rolfi

Attraverso la propria pagina Facebook "Bollettino Milan", il giornalista di Repubblica Luca Pagni ha voluto pubblicare il seguente post, relativo alla scelta di Vincenzo Montella di rinunciare al preparatore atletico Emanuele Marra.

"Il primo segnale si era avuto dopo la partita con la Lazio, il secondo è arrivato dopo la Sampdoria. Non per nulla due sconfitte: perché quando tutto va bene e si vince, i problemi rimangono sotto il tappeto. Ma quando si perde - e si perde male - bisogna diradare la polvere per fare chiarezza.

Dopo Lazio e Sampdoria, sono avvenute due cose che cambiano in modo significativo la stagione del Milan: prima il passaggio alla difesa a tre, poi il licenziamento del preparatore atletico. Due decisioni, viste da fuori, che significano solo una cosa: la società è intervenuta, commissariando in entrambe le circostanze Vincenzo Montella.

Non inganni il fatto che sia stato l'allenatore ad assumersi la responsabilità di annunciare sui social il divorzio da Emanuele Marra, il preparatore che lo seguiva fin dai tempi di Catania. La decisione non può che essere arrivata dopo un consulto tra Montella, Mirabelli e Fassone. In cui la società ha detto al mister tutto quello che non li ha convinti fino a oggi. E ha preso provvedimenti.

La sconfitta con la Sampdoria non è piaciuta soprattutto per il comportamento della squadra. Senza grinta, prima ancora che povera di gioco. Poco reattiva, inferiore in tutti i confronti diretti e apparsa atleticamente inferiore. E' vero che Montella aveva preparato la partita per controllare l'aggressività dei liguri nel primo tempo per poi alzare il ritmo nel secondo. Come poi è avvenuto, visto che il Milan ha preso sciaguratamente gol nel momento migliore e con la Samp che sembrava non averne più.
Ma i numeri complessivi del Milan di queste prime sei giornate dimostrano che il Milan difficilmente avrebbe vinto.

Vediamo i numeri, alla base anche delle discussioni tra Montella e la dirigenza. Il Milan è tra le squadre che corre di meno: si trova al 17.o posto per chilometri percorsi. E' vero che fa tanto possesso palla: secondo il Cies, l'osservatorio sul calcio con sede in Svizzera, è al primo posto in Italia con una percentuale del 60,4% (davanti a Juventus 59,8% e Napoli (58,2%). Ma questo non si traduce in velocità di esecuzione: per numero di dribbling, ad esempio, è solo al 17.0 posto.

E' una caratteristica del gioco di Montella: occupare gli spazi, anche con i terzini molto alti per limitare quelli avversari. Non per nulla anche l'anno scorso il Milan era in fondo alla classifica per chilometri percorsi. Ma occupare gli spazi non si traduce né in efficacia in attacco né in solidità in difesa.

Anche questo è dimostrabile con i numeri. Il Milan è in fondo alla classifica per gol segnati in proporzione alle occasioni: il gol arriva ogni 10,6 tentativi a rete. La Juve va a rete ogni 4,3 tentativi e il Napoli ogni 4,8. Peggio ancora la classifica dei gol subiti in proporzione ai tiri subiti: il Milan prende un gol ogni 6,8 tentativi degli avversari. A parte l'Inter che è clamorosamente al primo posto con una rete subita ogni 39 tentativi, la prima delle "normali" è la Juventus con una rete subita ogni 19,4 tentativi. In questa classifica il Milan è 18.o, con alle spalle solo Crotone e Udinese, non casa due delle squadre che ha già incontrato e sconfitto.

Tutti questi dati, in sintesi, significano che il Milan è in difetto di condizione. Non riesce a imporsi sull'avversario e appena questo si riversa nella metacampo va (troppo) facilmente a rete. Già prima della partita di Genova, Mirabelli aveva rimproverato a Montella di allenamenti non troppo intensi. Ma anche questo è in parte voluto, visto che il sistema di allenamento scelto assieme al fido Marra prevede molto pallone. Oltre ad aver introdotto diete vegane e tecniche yoga, con le prime non particolarmente gradite ai giocatori, che se ne erano già lamentati l'a stagione scorsa.

Ecco perché ha una sua logica l'aver cambiato preparatore, sicuramente meno "impattante" che cambiare allenatore. Dove si dimostra anche che prima di tutto viene la società e i suoi obiettivi. E che anche l'allenatore deve adeguarsi".