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Palomba: “Con Li e Elliott, i tifosi dormano tranquilli. Bonucci come Donadoni nel 1986”

ESCLUSIVA MN - Palomba: “Con Li e Elliott, i tifosi dormano tranquilli. Bonucci come Donadoni nel 1986”MilanNews.it
giovedì 20 luglio 2017, 13:00ESCLUSIVE MN
di Redazione MilanNews
fonte Intervista di Pietro Mazzara

Dopo la buona riuscita del closing rossonero ed i primi mesi di mercato rovente per il Milan, la redazione di MilanNews.it ha intervistato Auro Palomba, fondatore e CEO di Community Group e curatore della comunicazione del gruppo Sino Europe Sports. 

I primi 100 giorni del nuovo corso cinese. Un commento?

Non era facile cominciare a metà aprile, con il campionato quasi finito e poco tempo a disposizione per progettare il mercato prossimo, Fassone e Mirabelli hanno fatto tutto in fretta e i risultati ora parlano per loro. Quei sette mesi di tempo hanno permesso di stringere rapporti, incontrare persone, vedere giocatori”. 

Nei giorni scorsi, Mirabelli ha rivelato quanto fosse difficile lavorare con gli occhi addosso senza poter rappresentare il Milan. Mercato frutto di quella programmazione silenziosa?

Sa, io mi ricordo bene la gente sui social che irrideva e faceva ironia su Massimiliano chiedendogli cosa girasse il mondo a fare. La verità è che essendo slittato il closing più volte, il lavoro di Fassone e Mirabelli è stato molto più difficile. Sono stati costretti ad agire come Penelope: fare e disfare la tela più volte, i giocatori che avevano bloccato in autunno o inverno poi non erano più liberi in primavera e così via. Max ora sta dimostrando di essere un grande conoscitore di calcio, tirando fuori giocatori lontani dai radar classici di molte squadre italiane. Il grande cambiamento è che arrivano calciatori da tutti i campionati gestiti da diversi agenti. Purtroppo nella gestione precedente, la corsia rossonera è roba per poche squadre e pochi agenti”. 

Detto del mercato rossonero, cosa ne pensa della nuova comunicazione del club? Un segnale di cambiamento? 

Credo che non ci sia nulla al mondo in cui i social media sono fondamentali come nel calcio. Nei mesi in cui abbiamo gestito la comunicazione di Sino Europe lo abbiamo capito subito, era quasi più importante dialogare con i tifosi o con il mondo social piuttosto che farlo con i giornali cartacei. Questa impostazione è stata poi ripresa anche dal Milan attuale e sta dando i suoi frutti. È evidente che i tifosi si informino più su Facebook e Twitter rispetto alla stampa tradizionale. Senza dimenticare l’importanza dei cartacei, credo sia giusta questa condivisione di considerazione per tutti i canali”. 

Torniamo ai grandi nomi sul mercato. In che modo crede possano influire sul merchandising e la campagna abbonamenti? 

Nel momento in cui Sino-Europe decise che avrebbe fatto questo investimento, era stato chiaro fin da subito che gli introiti sarebbero arrivati dal merchandising del mercato cinese. Ovviamente, questo progetto non poteva prescindere da una squadra forte e da giocatori di appeal internazionale. In merito alla campagna abbonamenti, le risposte sono state immediate sin dal primo giorno di apertura della prelazione, con numeri importanti e diversi. Normale che gente come Bonucci ti faccia vendere biglietti e magliette, soprattutto nel mercato asiatico”. 

Parlando dei paesi del Sol Levante, è emersa in questi giorni l’accusa di riciclaggio di denaro di Suning nell’Inter. L’acquisizione de Milan, in questo senso, dà più garanzie? Si sono ribaltate le parti? 

Ho sempre sostenuto che il problema dell’operazione del Milan fosse l’irreale sovraesposizione mediatica, in cui tutti sapevano tutto. Siamo stati al vento per mesi e mesi, Suning invece no. Non abbiamo idea dei tempi dell’acquisizione dell’Inter, magari ci ha messo un anno e nessuno lo sa. Hanno fatto tutto di nascosto, come normalmente si fa, facendo scoprire poi al grande pubblico il passaggio in pochi giorni. Quando i capitali vengono da posti lontani, è facile che si possa creare qualche sospetto. Io sono dell’idea che finché non mi viene dimostrato il contrario, per me le cose sono pulite. Vediamo se questa accusa della tv cinese avrà qualche sviluppo, ma io sono propenso a pensare che gruppi come Suning non abbiano bisogno di questi giochetti. Per quanto riguarda il Milan, il mercato sta dimostrando la solidità del gruppo. Poi normale che nel mondo delle grandi aziende le cose possano cambiare velocemente, ma l’impostazione della struttura con Li e Elliott può far dormire sonni tranquilli ai tifosi del Milan”. 

Rientriamo nel mondo del mercato. Crede che per la punta il Milan possa fare un grandissimo colpo? 

Ad essere onesti non lo so perché non mi informo molto sui nomi. La mia opinione personale è che il giocatore più funzionale per il Milan possa essere Kalinic, tenendo così anche una grossa cifra per continuare a rinforzare la squadra in altri reparti con innesti alla Renato Sanches. Ci sono però tante trattative aperte con nomi di spicco, e tutti vogliono venire al Milan: Morata voleva i rossoneri prima di passare al Chelsea, Belotti vuole i rossoneri, Aubameyang vuole i rossoneri, normale come poi vada trovato l’accordo con il club di appartenenza del cartellino. Fino a 6 mesi fa, nessuno voleva venire al Milan. Aver tenuto Donnarumma ed aver portato a casa giocatori significativi ha cambiato lo scenario. Il punto di svolta è aver convinto Bonucci: Leonardo è per questo Milan ciò che rappresentò Donadoni per il primo Berlusconi, sottratto alla Juventus di Agnelli. Da lì il mondo del calcio capii che il corso stava cambiando, oggi l’operazione mi sembra simile in termini di equilibri che cambiano”. 

Chiusura dedicata al closing. A 100 giorni, può regalarci un aneddoto sulla firma per tutti i nostri lettori? 

Sono davvero tante le cose che non sono uscite. Quello che posso dire è che ho veramente apprezzato la tenuta e l’equilibrio di Marco Fassone, quei mesi erano veramente difficili. L’unico giorno in cui l’ho visto alterato e preoccupato, e potevo leggere nei suoi occhi il timore che fosse tutto saltato, è stato a marzo dopo lo slittamento del secondo closing. Un po’ come l’omino della Duracell, dopo due giorni di bambola si è rimesso in moto e non si è mai fermato, portandola poi a casa. Sono stati 8 mesi irripetibili, difficili ma irripetibili”.