Milan mediocre, anche il Verona riesce a fermarlo

Milan mediocre, anche il Verona riesce a fermarloMilanNews.it
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lunedì 14 dicembre 2015, 01:06Vista dalla Curva
di Davide Bin
Solo un pareggio per il Milan contro il Verona ultimo in classifica: il gol di Bacca illude, ma dopo pochi minuti pareggio subìto e rossoneri in dieci; anche l'arbitro infierisce negando un rigore, ma ciò non può nascondere i limiti del Milan.

Ancora una volta è finita fra i fischi assordanti di una tifoseria ormai esasperata che ha finito la pazienza e meno male che la gente allo stadio era davvero poca! Il Milan delude ancora, non riesce a battere neppure il fanalino di coda della classifica e, dopo il pareggio di Modena contro il Carpi penultimo, arriva un altro mezzo passo falso proprio quando c'era l'occasione di accelerare verso le zone alte della classifica, a conferma che la crisi del Milan è ormai senza fine, visto che questa squadra ha gli stessi punti di un anno fa e sembra ormai chiaro che è cambiato davvero poco, nonostante le promesse estive. Ciò che più stupisce in negativo è proprio il non vedere ciò che ci si aspettava da Mihajlovic, chiamato a Milanello non tanto per dare un gioco spettacolare alla squadra, quanto per trasmettere grinta, determinazione, cattiveria agonistica, voglia di lottare, correre e crederci fino all'ultimo minuto, dando tutto in campo al di là delle qualità tecniche. Invece questa squadra manca proprio di spina dorsale, non riesce ad aggredire l'avversario, sembra spaventata anche quando riesce a sbloccare le partite e per questo spesso viene rimontata, deludendo soprattutto sul piano della determinazione e della volontà oltre che, ovviamente, sul piano tecnico, perchè anche contro il Verona si sono visti errori grossolani e imperdonabili per giocatori di serie A e tutto ciò fa disperare il popolo rossonero che davvero ha finito la pazienza e vorrebbe solo vedere in campo una squadra degna di tal nome e non undici giocatori che faticano a imbastire un'azione decente e che non riescono a vincere e divertire nemmeno contro l'ultima in classifica.

Certo si potrebbe chiamare in causa l'arbitro, come ha fatto Mihajlovic, per tentare di nascondere le proprie colpe e, in effetti, Valeri l'ha combinata grossa quando nel finale di partita ha negato un evidente rigore al Milan per una vistosa e grossolana spinta a due mani di Marquez ai danni di Bonaventura; se concesso e realizzato, il penalty avrebbe permesso quasi sicuramente ai rossoneri di vincere la partita e, forse, ora staremmo facendo altri discorsi, ma è altrettanto evidente che una squadra come il Milan che ambisce al podio del campionato o, almeno, a un piazzamento in zona Europa, potrebbe e dovrebbe battere senza patemi d'animo un Verona che in questo campionato non ha ancora vinto, quindi non aspettare un rigore a un minuto dalla fine per provare a portare a casa i tre punti. Ci sono anche due azioni pericolose fermate per fuorigioco inesistenti, ma questi sono errori meno decisivi rispetto a un rigore negato a un minuto dalla fine, anche perchè poi comunque il Milan era riuscito a portarsi in vantaggio dopo più di cinqunata minuti di stenti, ma poi ha vanificato tutto in cinque minuti per colpa dell'ingenuità di De Jong, che ha commesso un fallo da rigore con conseguente espulsione che ha messo in seria difficoltà la squadra, costretta a cercare la vittoria in inferiorità numerica. In effetti il Milan è sembrato più coraggioso e intraprendente da quel momento in poi, confermando il sospetto che abbia bisogno di qualche salutare schiaffone per svegliarsi e cominciare a giocare sul serio, anche se poi il rischio è di chiudere la stalla quando i buoi (leggasi tre punti) sono già scappati e in verità non è che poi la squadra di Mihajlovic abbia costruito chissà quali mirabolanti azioni da gol. Meglio quindi evitare di dare eccessive colpe all'arbitro (anche se in effetti ci sono) e concentrarsi sui propri errori per cercare di salvare il salvabile e provare a reagire evitando di sprofondare in una crisi dalle conseguenze inimmaginabili, perchè sono ormai tre stagioni che questa squadra delude e fa disperare i propri tifosi e ormai sembra chiaro che non può sempre essere colpa dell'allenatore di turno, ma anche e soprattutto degli "allenati" che non sembrano davvero giocatori da Milan.

Mihajlovic prova a cambiare qualcosa, pur proseguendo sulla strada ormai intrapresa del 4-4-2: ripropone la coppia d'attacco Bacca-Luiz Adriano, che aveva fatto bene nella prima parte di stagione, bocciando il discontinuo Cerci e arretrando Niang sulla linea dei centrocampisti; inoltre ridà fiducia dopo due mesi a De Jong come centrale di centrocampo ma tutto ciò non  serve a cambiare molto il rendimento rispetto alla scialba prova contro il Carpi. Anche l'ambiente a San Siro non è certo dei più entusiasmanti: le cifre parlano di 27000 spettatori (che già di per sè è cifra deprimente), ma sottintendono che tutti gli abbonati siano presenti e non è sicuramente così: scarso valore dell'avversario, poca fiducia nella squadra, fredda (ma non gelida) domenica di dicembre, aggiungiamoci anche lo shopping natalizio ed ecco che anche una rara occasione in cui si gioca alle 15 non attira certo il pubblico della grandi occasioni. Ormai c'è un profondo distacco fra squadra e tifosi e anche la Curva Sud, pur garantendo il sostegno vocale per tutta la partita, è ancora spoglia di striscioni e bandiere e mostra solo lo stemma della società e il bandierone dedicato a Baresi, giocatore che dovrebbe essere di esempio per gli attuali componenti della rosa rossonera.

Inutile soffermarsi troppo sulla cronaca di una partita che è un'altra tappa di un'infinita Via Crucis per i tifosi rossoneri: poco gioco, poche occasioni, squadra che va a sprazzi, che non riesce a dare continuità ai suoi assalti verso la porta avversaria e spesso lascia il predominio territoriale agli avversari, un Verona che non si limita a difendersi ma capisce in fretta che contro questo Milan si può anche provare l'impresa. Le occasioni non mancano: Niang, Bonaventura un paio di volte, Luiz Adriano, ma non si riesce a violare la porta del Verona e il rientro negli spogliatoi è accompagnato da sonori fischi, perchè ciò che si è visto è troppo poco contro l'ultima in classifica e ci si aspettava ben altro. Nell'intervallo viene da sorridere al pensiero che ormai da qualche tempo gli unici giocatori che prendono sempre applausi a San Siro non sono gli "adulti" protagonisti della partita, ma i bambini delle squadre giovanili o delle scuole calcio che si esibiscono nei quindici minuti di pausa e ciò è emblematico del clima che si respira allo stadio.

Nella ripresa il vantaggio arriva presto, grazie ad una delle poche azioni decenti della partita (ancora una volta è buona l'intesa fra Luiz Adriano, uomo assist e Bacca, finalizzatore e forse varrebbe la pena insistere su questa coppia), ma altrettanto presto viene vanificato, visto che dopo soli cinque minuti De Jong atterra Greco in area, convincendo Valeri a decretare il rigore ed espellerlo. Toni pareggia, confermandosi bestia nera del Milan (nona rete contro i rossoneri) e la partita diventa tutta in salita. Mihajlovic toglie una punta (Luiz Adriano) per un centrocampista (Kucka) per evitare guai peggiori, ma considerando che un pareggio contro il Verona serve davvero a poco, forse sarebbe stato meglio avere più coraggio e lasciare invariata la formazione, provando a giocarsela con uno schieramento comunque offensivo. Più proficuo l'ingresso di Bertolacci al posto di un fischiatissimo Montolivo (l'apoteosi della sua prestazione negativa è un lancio "no look" direttamente in fallo laterale che fa infuriare il popolo rossonero), mentre nemmeno Cerci al posto di Niang riesce a dare la vivacità necessaria per trascinare la squadra alla vittoria. Qualche occasione, il già citato rigore negato a Bonaventura, ma il Verona resiste, i tifosi perdono sempre più la pazienza (la curva contesta ancora Galliani e invita i giocatori a tirare fuori gli attributi) e alla fine sono fischi per tutti. Scene già viste a San Siro nelle ultime settimane, negli ultimi mesi, addirittura negli ultimi anni; una tristezza senza fine, una depressione infinita alla quale, però, bisogna mettere fine una volta per tutte. Rivogliamo il nostro Milan, rivogliamo una squadra che onori la maglia e i gloriosi colori rossoneri, vogliamo tornare a riempire San Siro per emozionarci, magari soffrire, ma lottare e vincere insieme, come accadeva una volta, perchè questa squadra sgangherata che si esibisce in uno stadio semivuoto (anzi ormai si dovrebbe dire vuoto per due terzi...) è ormai insopportabile per chi ha davvero il Milan nel cuore.