Roma, Pioli, De Rossi, Milan: presente e futuro legato a doppio filo? Sì e no

Roma, Pioli, De Rossi, Milan: presente e futuro legato a doppio filo? Sì e noMilanNews.it
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mercoledì 17 aprile 2024, 16:30Primo Piano
di Manuel Del Vecchio

Da una parte una squadra che sta vivendo di un entusiasmo incredibile, ritrovato dopo mesi calcistici terribili. Dall'altra una squadra che quando si entusiasma troppo poi tende ad uscire dal seminato. Da una parte un allenatore esordiente con 16 partite tra Serie A ed Europa League, dall'altra un tecnico esperto che di partite ne ha 233 solo col Milan. Qualche mese fa il primo ha avuto questa opportunità "grazie" al secondo. Ora, il secondo, nella partita di andata contro la Roma (e anche in quella contro il Sassuolo), ha dimostrato perché il pensiero comune sul termine del suo ciclo al Milan che permea la mente di molti non è poi così distante dalla realtà. Destini così incrociati come sembra?

In mezzo, 90 minuti (almeno) per dimostrare di poter imparare e rimediare ai propri errori, anche se in questi errori il Milan dell'ultimo anno e mezzo ci cade spesso. Stefano Pioli non si gioca la panchina del Milan contro la Roma e neanche nel derby, lo ha detto anche l'AD Giorgio Furlani in diretta su DAZN l'altra sera: "Non si può giudicare un allenatore su una partita, ma si valuta su una stagione intera". Si gioca però tutto il resto: credibilità del suo lavoro e delle sue capacità, oltre che l'affetto di un popolo intero. Ma come, dopo uno scudetto che mancava da 10 anni? Dopo una semifinale di Champions League che non arrivava da 17 anni? Dopo che si è tornati ad essere finalmente competitivi e non più macchiettistiche comparse? Sì, perché questo è il calcio.

Mister Pioli lo sa bene e lo dimostra quando ripete con convinzione che questo è il momento clou in cui ci si gioca la stagione, da cui dipenderanno le valutazioni finali. Valutazione non è sinonimo di decisione, che magari può essere già presa, oppure no. Inutile scervellarsi, ad oggi non lo si può sapere. Si può notare però come tutte le parti in causa parlino sempre e solo di presente, mai di futuro. Si parla giustamente di valutazione: da Roma, anche se può sembrare fin troppo "cinico", passa tanto del "voto" con cui le bellissime (perché sono state bellissime) annate di Pioli al Milan verranno ricordate. Uscire contro un allenatore esordiente ed una squadra, con il massimo rispetto ed apprezzamento, inferiore sarebbe difficile da digerire per chiunque: più difficile da digerire dei 5 derby persi consecutivi e più difficile del record per gli infortuni sofferti quest'anno. Il mister ne è perfettamente consapevole, e anche se non è ovviamente lui a scendere in campo domani dovrà essere bravo a trasmettere ai giocatori quello che c'è da trasmettere in queste situazioni. All'andata evidentemente non c'è riuscito, domani ha l'occasione per rimediare.

Detto questo, è tempo solo di campo. Come disse qualche stagione fa Gennaro Gattuso, "prorità all'AC Milan". Poi per orgogli vari, valutazioni, futuro e decisioni c'è tempo. Il calcio è fatto di tanti microclimi, ognuno con le proprie regole ed i propri scontri. Ora però conta solo il campo, conta l'obiettivo ed il risultato da raggiungere: perché quando si allena il Milan il tempo e la storia possono essere tanto gentili quanto spietati. Per le valutazioni (non il futuro) su Pioli, che a questo punto è legato a doppio filo a De Rossi, ci sarà tempo e luogo adatto. Ora c'è solo IL MILAN.