UP & DOWN - Europa addio, non ci resta che piangere (e precedere l'Inter in classifica)

UP & DOWN - Europa addio, non ci resta che piangere (e precedere l'Inter in classifica)MilanNews.it
© foto di ALBERTO LINGRIA/PHOTOVIEWS
lunedì 13 aprile 2015, 20:30UP & DOWN
di Michele Pavese

Da troppo tempo il Milan non riesce ad imporsi nelle partite che contano. L'ultima, a memoria, fu Milan-Inter del 2 aprile 2011. Un tre a zero ineccepibile, senza storia, che contribuì in maniera decisiva alla conquista del diciottesimo scudetto. Altra epoca, altri calciatori, altra musica. Domenica andrà in scena un derby decisamente meno importante, molto più povero di contenuti. Le due milanesi lotteranno solo per l'orgoglio, per una mera questione di supremazia cittadina. Contro la Samp, i rossoneri hanno mancato l'ennesima prova di maturità, in una gara da vincere a tutti i costi per accorciare il distacco dall'ultimo piazzamento disponibile per l'Europa League, occupato proprio dalla formazione di Mihajlovic. Il tecnico serbo, alla fine, è il meno contento di tutti, perché la Samp è stata raggiunta da una rete fortunosa e ha perso l'occasione di tornare al quarto posto. I liguri hanno però mostrato una migliore quadratura e un'invidiabile organizzazione, gestendo e controllando agevolmente le varie fasi di gioco, senza correre particolari rischi. Un copione, purtroppo, già ammirato molte volte in passato.

COSA VA - Nigel De Jong è un calciatore straordinario, l'unico davvero imprescindibile per questo Milan (e questo è tutto dire), ma il suo rinnovo non è ancora arrivato. L'olandese ha firmato una rete che tiene ancora vive le speranze europee dei rossoneri e si è sdoppiato (come sempre) tra la fase difensiva e quella offensiva, eseguite con la consueta diligenza. Se non ci trovassimo in un periodo storico avaro di soddisfazioni, in cui la parola "progetto" è un'illustre sconosciuta, ci sarebbe da gioire anche per la crescita di Van Ginkel e Suso. La realtà, come sappiamo, è ben diversa: Marco Van è arrivato in prestito secco e tornerà alla case madre (il Chelsea) a fine stagione; lo spagnolo sta trovando solo adesso un po' di spazio, dopo tre mesi in cui ha visto arrancare Honda e Cerci sulla sua fascia di competenza, senza essere mai preso in considerazione da Inzaghi. Come lo stesso Van Ginkel, che di mesi ne ha impiegati sette per convincere SuperPippo di non essere inferiore rispetto ai vari Muntari, Essien e Poli. Meglio tardi che mai, ma lo scriviamo con una punta di amarezza.

COSA NON VA - Jeremy Menez, croce e delizia. Non lo scopriamo certo oggi, anche perché i dati parlano chiaro: nelle partite in cui il fantasista francese va a segno, il Milan viaggia a ritmi da seconda in classifica; quando l'ex romanista resta a secco, invece, i risultati sono deludenti. Il non-gioco del Milan ha esaltato le qualità dell'elemento in rosa indiscutibilmente più estroso, l'unico in grado di tirare fuori una giocata dal cilindro in qualsiasi momento. Ma Menez non è attrezzato per compiere un miracolo a settimana, e spesso mostra il suo lato indolente, irritante. Il suo essere solista in uno sport che predilige l'orchestra non lo aiuta nel rapporto con i compagni e lo rende facilmente esposto a fischi e critiche. Nonostante i sedici gol realizzati finora in campionato, sembra chiaro che Menez non possa giocare con continuità ed essere decisivo in una qualsiasi squadra organizzata o in lotta per obiettivi ambiziosi. Contro la Sampdoria, anche Alessio Cerci non è riuscito a dare quel contributo atteso. L'esterno di Velletri ha finalmente conquistato una maglia da titolare, ma rischia di essere scalzato dal giovane Suso, autore di un altro spezzone di gara convincente e sempre più in rampa di lancio.

IL MISTER -  Distorsione della realtà. Inzaghi, ancora una volta, ha apprezzato la prestazione del suo Milan, neanche avesse pareggiato con il Bayern Monaco o vinto con il Barcellona. I rossoneri hanno disputato un discreto primo tempo e nulla più, costruendo pochissime azioni degne di nota, attraverso trame di gioco piuttosto disordinate e approssimative. Le dichiarazioni del mister, al contrario, raccontano di un Milan pericoloso, ben disposto in campo, mai in difficoltà. Boban ha provato a svegliarlo nel post-partita, con scarsi risultati: Pippo non vuole sentire ragioni, va avanti per la sua strada e spera in una riconferma. Il match con la Samp era un crocevia fondamentale per la rincorsa al sesto posto, ma il distacco dai blucerchiati è rimasto invariato. Adesso si fa davvero dura, se non impossibile, e il calendario da qui alla fine non promette nulla di buono. Domenica prossima c'è il derby: una vittoria renderebbe meno rovinoso questo campionato e avvicinerebbe l'unico, reale obiettivo raggiungibile.