SCOPRIAMO IL ROSSONERO - El locro e quel filo invisibile...

SCOPRIAMO IL ROSSONERO - El locro e quel filo invisibile...
Redazione MilanNews
© foto di Milan news
martedì 15 novembre 2011, 14:00Malinconia rossonera
di Francesco Specchia
Dal vivaio vi presentiamo Alessio Innocenti nella rubrica scopriamo il rossonero. Il centrocampista italo-argentino si ispira a Mascherano sognando Gattuso...

Una terra così lontana, due popoli così vicini.
Agli inizi del 900 un'ondata di italiani è emigrata in Argentina, più precisamente nella città straniera con il maggior numero di italiani, la Grande Buenos Aires. Nella seconda metà del XIX secolo probabilmente qualche antenato di Alessio Innocenti avrà arricchito la percentuale di italiani che hanno cercato fortuna in SudAmerica.
Nel febbraio del 1993 viene alla luce un "porteños", Alessio appunto. Il nome non lascia dubbi, le origini sono assolutamente italiane.
I due popoli comunicano seppur distanti migliaia di chilometri e iniziano a farlo grazie agli scopritori della stessa America. Questa volta Amerigo Vespucci non centra niente e l'attraversata Atlantica non è stata compiuta grazie alle tre caravelle. Il filo invisibile che lega le due nazioni non è nient'altro che lo sport più amato al mondo. Un grazie speciale va così ai genovesi che hanno portato un pallone a La Boca, quartiere di Buenos Aires, e insegnato quello che sarebbe diventato il gioco più divertente del mondo.
Sì, perché Alessio inizia a divertirsi presto senza sapere di essere una pietra grezza da lavorare. Nella terra di Maradona e Messi, il piccolo italo-argentino non poteva che iniziare nel ruolo di seconda punta, con quel "diez" sulle spalle.
Il tempo scorre e la passione per il calcio cresce con lui. Con la famiglia compie il viaggio che spesso ti riporta alle origini, una voce interiore che riconduce alla base la famiglia Innocenti. Una voce da seguire e ascoltare senza porsi domande, senza sapere le dolci risposte che ti sussurrerà all'orecchio, ai più piace definirlo "destino". Quel filo rosso invisibile, di cui parlavamo, è lo stesso che lega Italia e Argentina, si chiama fútbol, calcio appunto.

IL BEL PAESE - Con il nuovo millennio, il Vecchio Continente, nel 2000 arriva in Italia. Quale modo migliore per integrarsi e fare amicizie se non attraverso il gioco? Giunto ad Acqui Terme si iscrive nella società del paese (l'Acqui Calcio) per proseguire nel disegno che inconsciamente stava portando avanti. I suoi piedi andavano e come mani continuavano a tessere quel percorso invisibile.

BUENOS AIRES - ACQUI TERME - TORINO - Basta poco per essere notato, il ragazzino sa trattare la pelota e così dopo solo un anno bisogna spostarsi nuovamente. Senza troppe domande, senza alcuna risposta, sempre seguendo il rosso e invisibile filo…
In Piemonte ad accoglierlo c'è una delle squadre più gloriose del calcio italiano, il niño senza saperlo viene allenato subito da un maestro. Silvano Benedetti, ex difensore, cresce nelle giovanili del Torino, per tornare da dirigente e occuparsi del settore giovanile proprio nel 2001. Insieme a lui, la figura di un altro ex difensore sarà importante, quella di Antonio Comi, coordinatore tecnico del settore giovanile e scopritore di un certo Angelo Ogbonna, nonché padre dell'attuale compagno di primavera Gianmario.

CASA DOLCE CASA - Naufragar m'è dolce in questo mare, scrive Leopardi ne "L'infinito", specialmente se ti conduce a Milano. Questa volta però non è sogno o immaginazione come sottendeva il poeta di Recanati ma "Alessio Innocenti è qui", come direbbe, in modo meno filosofico Raffaella Carrà. Carramba! Nove anni di Milan, un piccolo diavolo insomma. El locro, questo il soprannome che gli vogliamo regalare. Locro perché piatto tipico argentino, Locro perché personaggio della mitologia greca figlio di Zeus, Locro perché per assonanza ricorda "loco", pazzesco.

Nella città della "milanesa" (bistecca in argentino) trova preparatori che ne affinano la qualità e lo aiutano nella crescita umana e sportiva. Sì perché el locro, è un ragazzo molto umile, con la testa sulle spalle e i piedi ben piantati a terra. Lavoro e studio per coltivare  il proprio futuro perché Alessio lo sa, sono in pochi gli eletti che arriveranno, così non c'è motivo per fare inutili voli pindarici. Testa sulle spalle, Alessio cresce e matura affiancato da professionisti come Angelo Castellazzi (nel team di Leonardo, all'Inter prima e al PSG ora) Giovanni Stroppa, Stefano Eranio, l'ex allenatore Carmine Nunziata e l'attuale tecnico della primavera Dolcetti senza dimenticare chi più di tutti ha creduto in lui, Filippo Galli.

PEQUENO SUENO - Nel segno dei difensori, perchè nel suo cammino è stato importante un altro ex defensor campione del mondo nel 1986, Jose Luis Brown, compagno di un certo ragazzo d'oro e mano di Dio. L'icona argentina Diego Armando Maradona, el dies. Nel 2008, a soli 15 anni, proprio el tata lo convoca per un torneo nell'Under 17 della Selección. Il triangolare vedeva nell' Uruguay e nel Cile le altre due nazionali partecipanti, quel Cile che in fondo ha nel cuore… Di due anni più giovane rispetto al resto della banda, paga un fisico ancora poco robusto ma gioca al fianco di calciatori oggi affermati tra i quali spicca el coco, l'ex River Plate e attuale trequartista della Roma, Erik Lamela.

DEFINITIVAMENTE VOLANTE - La prima stagione a Milano la trascorre giocando come difensore centrale per poi trovare la giusta consacrazione davanti alla difesa. Le sue doti crescono come normale quando "sei nelle mani" di professionisti e nel 2006 arriva anche il gradito riconoscimento di miglior giocatore nel torneo "Niccolo Galli" in scena a Firenze. A premiarlo Ciro Ferrara e Luciano Spalletti.

Negli anni alcuni club, italiani e stranieri, per lo più spagnoli, si sono interessati al ragazzo che adora il Milan e non vuole rompere quel filo che lo ha vestito di rossonero. Per questo rimane nella sua casa, per questo non si cura di loro, lavora e migliora.

Le cronache locali, ai tempi dei giovanissimi di mister Rubagotti, lo definivano il nuovo Pirlo per la sua posizione in campo e per la personalità con la quale da il la all'azione offensiva, certo è che Pirlo è un pianeta lontano anni luce e l'italo-argentino lavora sodo per provare a divenire una costola del numero 21. Le sue caratteristiche lo rendono un centrocampista moderno, con il tempo ha sviluppato una buona fisicità (1.79 per 74 kg) educando allo stesso tempo entrambi i piedi. Simile per struttura fisica a Gattuso, trova nel ringhio più famoso un buon esempio da seguire soprattutto per umiltà e abnegazione al lavoro. In questa stagione sta trovando continuità sul terreno di gioco, in nove presenze ha realizzato un gol nel 3 a 0 casalingo contro l'Albinoleffe. Morbidamente ruvido, ringhia sugli avversari in fase di non possesso palla mentre si trasforma in elegante play in fase di possesso. Faro. Spegne gli avversari e accende i compagni. La figura del volante è cambiata da quando Pirlo fu spostato dalla trequarti alla cabina di regia. Oggi, per cavalcare questa moda si snaturano centrocampisti che perdono la bussola e non rendono né in fase di costruzione né in quella di interdizione. Alessio, nonostante il suo passato da dies, ha alle spalle anche stagioni da difensore centrale. In media res stat virtus, detto fatto. La mediana è la sua prateria preferita, dove rincorrere gli avversari e lanciare i propri compagni. Con la garra tipica degli argentini e l'acume tattico appreso nel Bel Paese.


La strada è lunga ma il ragazzo vuole seguire quel filo invisibile che lo conduce verso il suo destino aiutato da una maturità fuori dal comune per un giovane di 18 anni.
La strada è lunga, tanto quanto quella che separa Buenos Aires da Milano, lui non se ne cura, lavora lavora e lavora.
Abbiamo scritto tanto, quasi un libro. Lo stesso libro contiene due fogli, vita e sogni. Leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare…

Ora è tutto nei tuoi piedi.
Buena suerte locro!