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F. Galli: "Portare Gigio al Milan fu una trattativa complessa. Il progetto giovani ha bisogno di un coordinamento tecnico"

ESCLUSIVA MN - F. Galli: "Portare Gigio al Milan fu una trattativa complessa. Il progetto giovani ha bisogno di un coordinamento tecnico"MilanNews.it
© foto di Federico De Luca
domenica 12 aprile 2020, 17:00ESCLUSIVE MN
di Pietro Andrigo

Filippo Galli ha rappresentato, in campo e fuori dal terreno di gioco, una storica bandiera rossonera. La redazione di Milannews.it lo ha contattato per parlare di molti temi tra cui i giovani calciatori rossoneri e i suoi ricordi del Milan. Queste le domande e le risposte:

Conosciamo il suo impegno nel settore giovanile rossonero e la sua attenzione per i giovani. In questo senso, per lei un progetto giovani valido per una prima squadra su quali basi deve essere impostato?

"Domanda che richiede una risposta articolata. Provero’ad essere sintetico. E’ importante garantire al giovane un percorso continuativo e coerente, condiviso da tutte le professionalita’ attraverso un coordinamento tecnico. Coordinare significa far parlare tra loro le persone, in una visione sistemica dell’ambiente di lavoro, fuori dal campo e in campo."

Tra i giovani rossoneri che hanno lasciato milanello dopo un’esperienza in prima squadra ci sono Cutrone e Locatelli. Alla luce delle qualità di entrambi crede possano essere due rimpianti per il Milan del futuro?

"Hanno fatto un percorso di crescita continuo che li ha portati fino alla prima squadra, hanno giocato dando il loro importante contributo. Fare dietrologia non serve e non giova a nessuno."

Una domanda un po’ più specifica sul ruolo che lei ha occupato: difensore centrale. Tanti sono i ruoli che hanno subito una rivoluzione negli anni: dal portiere al terzino fino ad arrivare al centravanti falso nueve. Il ruolo del difensore centrale lo ritiene cambiato rispetto a quando calcava i campi o è rimasto cristallizzato?

"Cristallizzato? Direi assolutamente di no! Almeno per chi vuole proporre un calcio propositivo, moderno. Oggi ai centrali viene chiesto di difendere attaccando in avanti, di saper costruire da dietro e quindi di avere letture del gioco che prima non erano richieste. L’impegno cognitivo ed emotivo e’ molto piu’ alto ma credo che questo alla lunga li aiuti anche nelle letture difensive."

Tra i pilastri del futuro e del presente rossonero c’è Gianluigi Donnarumma, un ragazzo arrivato nel settore giovanile quando era ancora responsabile. Ci racconta la trattativa e il suo percorso di crescita in rossonero?

"Trattativa complessa in cui fu decisivo l’intervento dei vertici societari. Tutti lo conoscevano e tutti lo volevano. Certamente anche la volonta’ dell’agente, della famiglia e del ragazzo, furono importanti."


Il futuro di Gigio ora è a un bivio: rinnovare o partire. Cosa pensa che debba fare il Milan: piegarsi alle lusinghe di una plusvalenza facile o farne una bandiera? E sopratutto cosa consiglierebbe a Gigio?

"Non posso entrare in una decisione cosi’ importante e strategica."

Il Milan alle bandiere è stato il trait d’union degli ultimi anni. Per tornare in alto pensa che ci sia sempre bisogno di figure di un peso specifico importante a livello storico o è giusto affidarsi a figure esterne?

"E’ giusto affidarsi a persone competenti. La competenza la fa l’esperienza in ciascun specifico ruolo."

A proposito di bandiere, lei sicuramente ne è un esempio concreto. Ci racconta che cosa significa per lei il Milan?

"Il Milan e’ stato la radio sul pavimento, con me accanto, che spegnevo al goal subito e riaccendevo con la speranza del pareggio e poi della vittoria. E’ stato andare a San Siro con papa’, la zia e lo zio, gli amici, poi con il Milan Club Arcore nell’anno della stella. E’ stato andare in curva ma anche nel parterre. E’ stato il settore giovanile da giocatore prima, da allenatore poi e infine da dirigente. In mezzo e’ stato un’infinita serie di emozioni."

Nei tanti anni in rossonero c’è un aneddoto sconosciuto che ricorda con piacere particolare?

"Credo di averlo raccontato : il nostro e’ sempre stato un tavolo goliardico. Negli anni si sono succeduti diversi giocatori. Una stagione lo scherzo (stupido e irresponsabile!) dello stuzzicadente infilato nella sedie costo’ a Marco Simone la partita del giorno dopo! Lui disse di essere scivolato in vasca e di essersi infortunato al flessore!"

Ho recentemente visto un documentario su Romario, attaccante temutissimo che ha egregiamente marcato nella finale di Atene. È lui l’avversario più difficile affrontato in carriera?

"Sicuramente uno dei piu temibili ma ce ne sono stati tantissimi : Maradona, Zico, Platini,Brady, Matteoli, Paolo Rossi, Altobelli e potrei continuare…"