Aumentata l’offerta! “Ai confini della realtà”. Allegri: il primo passo. Una parete vuota

Massimiliano Allegri vuole Ardon Jashari per completare il centrocampo, che sarà composto da Bondo, Fofana, Loftus-Cheek, Modric e Ricci. Ardon Jashari vuole giocare con il Milan nella prossima stagione, solo con il Milan. Martedì sera è stata spedita l’offerta, probabilmente definitiva: la cifra sembra intorno ai 35 milioni, con un ingaggio al giocatore di 2,8 per cinque anni. Insomma, finalmente non si è perso altro tempo. Allegri potrebbe avere a disposizione il miglior giocatore del campionato belga ’24-’25 forse già nel giorno del ritiro.
D’altra parte, quando emerge la volontà di chiudere in fretta, senza inutili tentennamenti, le trattative per i nuovi acquisti si concludono rapidamente, come nel caso di Samuele Ricci. Dopo aver accontentato, con Jashari, il nuovo tecnico rossonero, si passerà ad altri ruoli, come quello dei difensori di fascia destra e sinistra. Mancano i titolari in quei due ruoli, come per l’attaccante centrale. Credo se ne riparlerà più avanti per il bomber, probabilmente dopo la metà di luglio. Quanto al difensore centrale, spero sia Leoni, ma nulla si muoverà prima dell’eventuale cessione di Thiaw.
Ho cominciato disquisendo sul mercato perché le fortune rossonere partono da questa campagna di rafforzamento. È comunque un Milan che ha già colmato una parte del gap della scorsa stagione con l’arrivo, mai troppo agognato, di due grandi professionisti come Tare e Allegri, le mie due “picozze”. Importanti già in queste settimane di costruzione, fondamentali nel corso della stagione, perché devono impedire le cadute di risultati, di prestazioni, ma soprattutto di stile, accadute con una frequenza insopportabile nella scorsa stagione.
Quello che è successo, soprattutto a livello di formazione Primavera e Milan Futuro, sono accadimenti che potrebbero riempire molte puntate di una delle prime serie TV della storia, nata nel 1985: “Ai confini della realtà”. Poveri ragazzi, che la mattina non sapevano se allenarsi al Vismara o a Milanello, ma poi, nel centro sportivo, attendevano di sapere se unirsi a Conceição o Oddo.
A proposito di Milanello: continuerà a chiamarsi così, come negli ultimi sessant’anni?
Tornando a Tare e Allegri, è importante che li lascino lavorare, loro e solo loro al comando, senza interferenze, senza pressioni interne. Sono infatti già sufficienti quelle esterne. Il lavoro tecnico di Allegri lo vedrà impegnato a ridare forza, coesione e organizzazione alla difesa, un reparto che, nell’ultimo campionato e in campo europeo, è sembrato spesso confuso e disorientato. Sempre poco aiutato dai due centrali di centrocampo, uno dei quali, Reijnders o Musah, poco adatti al continuo e duro lavoro di protezione della difesa. Frangiflutti che non sembravano scogli del Mare del Nord, ma spesso giunchi del lago di Pusiano.
Max, il livornese, non baderà agli inutili esercizi di critica sul fatto che le sue squadre si preoccupino di vincere con il “corto muso”, anche perché non si conquistano 6 Scudetti, 3 Supercoppe Italiane, unico allenatore poi ad alzare 5 Coppe Italia, e soprattutto non si arriva due volte in finale di Champions League tagliando il… palo solo di poco. Lasciamo dire, dunque, perché ho nel cuore e negli occhi le prestazioni del Milan dello Scudetto numero 18, figlio di 24 vittorie, 65 reti realizzate e solo 24 subite, con Pato, Ibrahimović e Robinho in doppia cifra. Non è la prima volta che ricordo questi numeri, ma molti vogliono dimenticare che sia stato un Milan dominante, primo per sei lunghezze sull’Inter. Altro che “corto muso”.
Ho una forte convinzione: se daranno ad Allegri i giocatori giusti e funzionali, il Milan può lottare per la conquista del campionato numero 20, quello della seconda stella. Ed io ho uno spazio da riempire nella parete di casa mia. Quello accanto al piatto-ricordo del decimo Scudetto.

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