Adesso sono diversi i giocatori a sottolineare un aspetto negativo. Sembra esser tornati a due stagioni fa. Lo strano caso di Baka

Adesso sono diversi i giocatori a sottolineare un aspetto negativo. Sembra esser tornati a due stagioni fa. Lo strano caso di BakaMilanNews.it
lunedì 6 marzo 2023, 00:00Editoriale
di Pietro Mazzara

C’è una grande verità attorno a questo Milan e lo dimostrano i fatti: appena l’ambiente pensa di essere fuori dai guai e allenta il voltaggio della tensione, puntualmente commette errori importanti. È come rivedere la seconda fase della stagione 2020-21, quando gli alti e bassi di febbraio e marzo rischiarono di compromettere la corsa al posto Champions poi conquistato all’ultima giornata. Ecco, la partita di sabato sera contro la Fiorentina ha dato quelle sensazioni lì, di un contesto generale arrivato al Franchi con un atteggiamento mentale insufficiente e le parole di Bennacer a fine gara sull’agomento, le ennesime di un tesserato su questo tema dopo Tonali, Kjaer e Giroud giusto per fare degli esempi, sono da prendere come un segnale molto forte sul quale lavorare e anche un fattore da analizzare. Raramente si sono viste delle ammissioni di colpa così numerose da parte dei calciatori, che danno un quadro di come stiano le cose. Preparare la partita di Firenze in soli tre giorni non è stata una grande idea gestionale e se a tutto questo poi ci aggiungiamo che le alternative ai titolari hanno fatto pietà, allora il problema si amplfica.

Due nomi sono stati la foto fedele della prova del Milan a Firenze: Ante Rebic e Divock Origi. I due hanno fallito l’ennesima occasione della loro annata per cercare di dare una mano alla squadra. il croato è ormai in questo loop compassato, dove sembra quasi che stia facendo un favore a qualcuno a stare in campo con la maglia del Milan. Eppure lo sappiamo che Ante può essere molto meglio di così, ma è diventato troppo discontinuo e ogni volta che entra in campo è come lanciare la monetina in aria e sperare che cada sulla faccia giusta. Origi, invece, è oggettivamente una delusione da inizio anno. E ora non ci possono essere i problemi fisici come scusante per giustificarne le prove. È stato, fino ad oggi, un flop che non ha dato nulla in termini di contributo. Doveva essere la prima alternativa a Giroud, ma si sta rivelando meglio Ibrahimovic al rientro dopo nove mesi e mezzo che lui.

Poi c’è lo strano caso di Bakayoko. Per un anno e mezzo finito ai margini delle rotazioni, con Pioli che non lo ha mai preso in considerazione e con la società che ha cercato di sbolognarlo in ogni dove mentre il ragazzo ha deciso di rimanere fino alla fine del suo contratto con il Milan. Poi, a Monza, il suo ritorno in campo motivato da Pioli con la necessità di mettere centimetri per contrastare i palloni alti in area di rigore. Ok, ci sta. Ma che sabato sera sia stato preferito a Vranckx e Pobega (che fino a un mese fa era tra le prime chiamate in alternativa ai titolari) è alquanto strano.

E ora c’è la necessitò di resettare, di riprendere in mano tutto e andare a Londra con un’altra testa. Firenze ha installato nuovi dubbi sulla tenuta mentale della squadra e contro il Tottenham servirà una prova diversa, ma molto diversa, per ottenere la qualificazione ai quarti di finale. Ma il focus deve rimanere il campionato, perché non andare in Champions il prossimo anno – magari con una rosa migliore e rinnovata – sarebbe, lo ribadisco per l’ennesima volta, un disastro sportivo e per il mercato.